tag:blogger.com,1999:blog-8338315.post6643772630063199312..comments2024-03-19T00:09:52.579+01:00Comments on Diario enotecario: Sulla vendita diretta delle aziende, il prezzo sorgente, e altre amenitàFiorenzohttp://www.blogger.com/profile/08821941920664034508noreply@blogger.comBlogger33125tag:blogger.com,1999:blog-8338315.post-9652106429405013042013-12-27T18:25:36.836+01:002013-12-27T18:25:36.836+01:00stupendo il commento dell'anonima signora raff...stupendo il commento dell'anonima signora raffinata<br />silvano<br />Rudyhttps://www.blogger.com/profile/07085305663040428264noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8338315.post-19004024124854107302012-12-18T22:47:21.121+01:002012-12-18T22:47:21.121+01:00Si può innamorarsi di un enotecaro la cui enoteca ...Si può innamorarsi di un enotecaro la cui enoteca non si frequenta perché è a centinaia di km di distanza da casa? <br />Sì, si può! Perché è il mio enotecaro ideale; competente, disponibile, professionale, ironico, illuminato, gentile, anzi discretamente galante. <br />E perché fa bene il suo lavoro per se stesso, ma anche per me.<br />Bene, mi sono innamorata :)Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8338315.post-36260981363443627432010-06-25T17:24:01.803+02:002010-06-25T17:24:01.803+02:00RoVino, non ci sono studi che dimostrino che il bi...RoVino, non ci sono studi che dimostrino che il biologico sia superiore per valori nutrizionali ai prodotti convenzionali. Oltretutto a mio parere il costo del biologico è sproporzionatamente più alto rispetto al convenzionale, e ciò non è assolutamente giustificato da fattori meramente di produzione ma incidono più spesso logiche di mercato e di distribuzione. La gente, giustamente, andrebbe educata sull'acquisto di beni dal rapporto gusto/prezzo a loro parere adeguato, il consumatore medio non sborserà mai decine di euro in più per un prodotto che probabilmente non è nemmeno in grado di "capire" appieno, e molto spesso il commercio al dettaglio (e purtroppo talvolta è vero) non viene visto come un valore aggiunto ma come un semplice scarico il camion-riempio gli scaffali-batto gli scontrini e basta, di negozianti che "circondano" il cliente e che gli offrono un reale servizio aggiunto non sono dietro ogni angolo e sarebbe bello se la gente fosse sufficientemente educata, informata e dotata di buon senso da premiare chi quel servizio lo offre e chi no..Solitamente un produttore quel servizio ce l'ha nel dna, conoscendo il prodotto meglio di chiunque altro (per forza, l'ha fatto lui) e se è dotato di un minimo di carisma e di affabilità, sarà capace ovviamente di far vivere una "esperienza di acquisto" superiore rispetto al negozio, facendo oltretutto pagare il proprio prodotto con ricarico inferiore..Ecco allora che il commerciante serio, e per fortuna ce ne sono, non può giocare solo sul fatto che il negozio sta sotto casa e il produttore è a 50 km per pretendere che il consumatore vada a comprare da lui, deve selezionare, acculturarsi, restare aggiornato, conoscere, sviscerare, etc. insomma deve saper incontrare il cliente e soddisfare le sue necessità a 360°, non vendergli qualcosa e fine..Jamesnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8338315.post-5042222672542793422010-06-08T23:26:50.247+02:002010-06-08T23:26:50.247+02:00Mi aggiungo ai complimenti.
Inoltre essendo figlio...Mi aggiungo ai complimenti.<br />Inoltre essendo figlio di commercianti so bene che il valore di farti trovare un prodotto sotto casa deve essere pagato ed è il concetto stesso del commercio.Cavolo Verdehttp://www.cavoloverde.it/noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8338315.post-61036883514364282792010-06-04T08:51:50.403+02:002010-06-04T08:51:50.403+02:00Scusa Francesco,
ma chi glielo spiega il valore ag...Scusa Francesco,<br />ma chi glielo spiega il valore aggiunto al consumatore?<br />Io ho qualche perplessità su certi discorsi che facciamo, mi sembrano troppo specifici e adatti a chi bazzica questo mondo dall'interno, ma il consumatore è un altro tipo di soggetto, che di queste cose sa poco o nulla. <br />Premesso che non tutti gli enotecari sono uguali, ovvero che ci sono quelli che fanno un lavoro di ricerca accurato, che si fanno il mazzo per creare qualcosa di professionalmente diversificato e quelli che vanno sul "sicuro" con nomi stranoti, come gli spieghi al consumatore non esperto che il costo della bottiglia sullo scaffale è del tutto giustificato? <br />Le persone che acquistano un prodotto devono fare i conti con le loro possibilità, quindi preferiranno sempre dove hanno l'illusione (e ripeto "illusione") di risparmiare, per questo i supermercati e i centri commerciali la spuntano sui singoli negozianti, anche se la qualità di quello che offrono è molto più bassa e standardizzata.<br />Sono anni che discuto con persone di tutti i tipi sul fatto ad esempio che il biologico (non quello distribuito nelle catene commerciali tipo NaturaSi) non è così caro come può sembrare a chi non fa attenzione alla qualità e alla sanità dei prodotti (che sono il valore aggiunto). <br />Una melanzana del supermercato, oltre ad essere piena di ormoni, se la metti sulla piastra butta fuori litri d'acqua e si svuota, lasciando un quantitativo alimentare privo di sostanza, senza sapore e di dimensioni estremamente ridotte rispetto all'originale. Una melanzana bio rimane integra, perde pochissima acqua ed ha sapore. Allora a parità di peso iniziale (e costo diverso) abbiamo alla fine un rendimento nettamente superiore da parte del prodotto bio, che giustifica il prezzo più alto.<br />Ma tutto questo non è facile da far capire alla gente comune, e vale anche per il valore aggiunto dell'enoteca.<br />Mi viene il dubbio allora che il prezzo sorgente, per chi non sa una ceppa di costi di trasporto, di costi di manutenzione, di costi per la ricerca e la scelta dei prodotti ecc., non chiarisce nulla, se non nella percezione visibile del ricarico finale.<br />A cosa serve allora? A dare la possibilità di un confronto fra diversi rivenditori? No, perché il confronto si può fare comunque sul prezzo finale paragonato fra più negozianti.<br />Tu dici "se quel 50% ha un valore maggiore del mero costo di trasporto allora il discorso cambia". Ma per chi, per noi che siamo dentro al settore o per loro?<br />Come glielo spieghi che devono essere contenti di pagare il 50% in più, tanto più in questo periodo di crisi dove tutti tirano la cinghia?<br />La mentalità generale è: vado dove risparmio di più, il resto è fuffa.RoVinohttps://www.blogger.com/profile/11694638105447409097noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8338315.post-19727926864837776372010-06-03T23:27:24.275+02:002010-06-03T23:27:24.275+02:00No, non gli permette di capire se costa esageratam...No, non gli permette di capire se costa esageratamente.. il prezzo sorgente permette di capire se il VALORE aggiunto del rivenditore, "vale" il servizio offerto.<br />Prezzo esagerato e sconveniente se si acquista lontano da casa?<br />Un pacco da 3 kg consegnato con corriere espresso in Italia costa meno di 5 euro quindi facendo due conti:<br />una bottiglia che costa 10 euro in azienda con il trasporto arriva a 15 euro, lo stesso prezzo di un'enoteca che ricarica il 50%. (se fosse un cartone acquistare in azienda sarebbe molto più conveniente)<br />Se la mettiamo su questo piano ha ragione Sun zu.. è una guerra da non combattere, invece se quel 50% ha un VALORE maggiore del mero costo di trasporto allora il discorso cambia.francesco travaglinihttps://www.blogger.com/profile/11615221670387310278noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8338315.post-58619289479773281862010-06-03T19:23:20.405+02:002010-06-03T19:23:20.405+02:00Mettiamola così, per essere espressi:
se tutti app...Mettiamola così, per essere espressi:<br />se tutti applicassero dei ricarichi onesti il prezzo sorgente non sarebbe un problema.<br />Il prezzo sorgente è un indicatore per chi acquista, gli permette di capire se la bottiglia costa esageratamente di più o no. <br />E' l'unica ragione, visto che se il compratore non è a due passi dall'azienda gli converrà comunque acquistare al negozio.RoVinohttps://www.blogger.com/profile/11694638105447409097noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8338315.post-48606357358635943672010-06-01T18:49:43.320+02:002010-06-01T18:49:43.320+02:00@Antonio, cerco sempre di farmi convincere da te, ...@Antonio, cerco sempre di farmi convincere da te, fino dal lontano 2002 quando ho consociuto un certo forum...non dico che mi ha cambiato la vita, ma che mi ha ispirato, quello si'.<br />Su questa cosa comunque non riesco ad afferare il tuo concetto, ma ne porto a casa un insegnamento: il prezzo sorgente e' quello che decido io che sia, e per me e' il prezzo in enoteca, dal quale, a disscendere o a salire derivano i vari prezzi per operatori (fondamentalmente due, per distributori e per rappresentanti).Gianpaolo Pagliahttps://www.blogger.com/profile/02293542759527369574noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8338315.post-41614742382379386212010-06-01T09:15:25.765+02:002010-06-01T09:15:25.765+02:00Appunto, Francesco, per quanto mi riguarda il prez...Appunto, Francesco, per quanto mi riguarda il prezzo sorgente potrebbe essere stampato sull'etichetta (cit.) che non cambierebbe una virgola, per me. Per dire, al cliente che esagera con le implorazioni di sconto, io sono il primo a dire: "senti bello, questo costa cinque in azienda, da me costa dieci. Se ti faccio lo sconto non ci guadagno abbastanza". Un po' come gli extracomunitari sulle spiagge, insomma - e vediamo se con quest'ultima cosa riesco a far intervenire qualche addetto ai lavori tra i numerosi ferocemente contrari alla vicenda, e qui misteriosamente silenziosi. Cribbio, 'sti blogghe non li legge proprio nessuno :)Fiorenzohttps://www.blogger.com/profile/08821941920664034508noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8338315.post-32362089475626142672010-06-01T08:21:24.113+02:002010-06-01T08:21:24.113+02:00Fiorenzo, se il commerciante è così bravo da forni...Fiorenzo, se il commerciante è così bravo da fornire un VALORE aggiunto al prodotto che vende, rappresentato dal ricarico, il prezzo sorgente a mio parere diventa comunicazione essenziale e molto produttiva.<br />Aggiungere un VALORE e non un ricarico: è questa la sfida.<br />Questo perchè a me produttore che, scusate il francesismo, "mi faccio un mazzo tanto" per mettere in bottiglia quel vino o quell'olio o per produrre il mio formaggio, non posso accettare che il VALORE della mia bottiglia che esce dalla mia azienda sia inferiore al VALORE aggiunto dall'enotecaro o dal ristoratore, se questo VALORE non esiste.<br />Io produttore questa valutazione posso farla da sempre, con il prezzo sorgente riuscirebbe a farla anche il consumatore.<br />Poi, se a piazza S. Marco, io consumatore mi voglio sedere al tavolino e pagare 100 euro per l'aria che respiro.... nessuno mi vieta di farlo.<br />Non dico che il prezzo sorgente sia la panacea ma sarebbe un ottimo strumento per restare a galla.<br />Sun Zu lo userebbe.. per non finire in un triste ..Zun Zu! ;-)francesco travaglinihttps://www.blogger.com/profile/11615221670387310278noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8338315.post-77730724972197672802010-05-31T14:57:44.723+02:002010-05-31T14:57:44.723+02:00Belin, è arrivata la cavalleria :-)
Sono completam...Belin, è arrivata la cavalleria :-)<br />Sono completamente d'accordo su questo aspetto fondamentale tirato fuori da Antonio. Non esiste il prezzo fisso esiste solo il prezzo che il compratore è disposto a pagare in una certa situazione. Esempio: con mia moglie a NY in viaggio di nozze mi trovo a cercare una bottiglia di Gottardi in enoteca per una cena speciale. L'avrei pagata anche 100 dollari, non sarebbe stato un problema il prezzo.<br /><br />Non condivido la visione di antonio del prezzo sorgente. Secondo me il ps non è il costo di produzione ma è quel prezzo che chi produce la cosa o il servizio, decide che copre i costi e lo remunera adeguatamente, senza ulteriori ricarichi.<br /><br />Nessuno ce l'ha con i ricarichi, come detto in questo lungo e probabilmente noioso post: http://www.tigulliovino.it/dettaglio_articolo.php?idArticolo=6131 il ricarico è cosa buona e giusta quando corrisponde ad un valore aggiunto percepito da chi deve comprare e ancora, non importa molto quindi se il ricarico è alto o è basso ma se lo è o non lo è in base alla suggestione del compratore.<br /><br />La vendita diretta a prezzo sorgente in contesti diversi dal normale poi (es. vino in fiera anziché in cantina), non dovrebbe scandalizzare più di tanto gli intermediari, è un'attività di comunicazione prima di ogni altra cosa. Sono bottiglie che girano, sono persone che conoscono un prodotto che a loro volta, se gli sarà piaciuto, cercheranno.<br /><br />Eccetera, eccetera.<br /><br />Fil<br /><br /><br />p.s. : Gianpaolo.<br />Il fatto che io non faccia pagare determinati servizi è per me un "overdeliver" rispetto a ciò che faccio. Per vivere in questo modo devo fare 4 lavori diversi. Ma l'overdeliver è una religione.Filippo Roncohttp://www.tigulliovino.itnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8338315.post-15731690627018669532010-05-31T07:49:48.009+02:002010-05-31T07:49:48.009+02:00E chi ha mai detto che il prezzo "giusto"...E chi ha mai detto che il prezzo "giusto" sia quello che "vuoi" tu? Io ho detto che il prezzo non dipende dal costo del prodotto, ma dal valore che il compratore è disponibile a riconoscergli (e che il venditore è capace di incorporarvi). E comunque non è che voglio convincerti di nulla, sia chiaro! :)Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8338315.post-33853671533208071202010-05-30T22:42:00.842+02:002010-05-30T22:42:00.842+02:00@Antonio. Ancora non mi convinci. Se la mia bottig...@Antonio. Ancora non mi convinci. Se la mia bottiglia, nel mio negozio online la voglio vendere a 20, pero' si trova in un altro negozio online a 12, perche' il cliente dovrebbe comprarla da me? A parita' di servizio, ecc., la compra dove costa meno.Gianpaolo Pagliahttps://www.blogger.com/profile/02293542759527369574noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8338315.post-18935459989577169532010-05-29T20:24:26.917+02:002010-05-29T20:24:26.917+02:00Il discorso e ancora più complesso Gianpaolo. Piac...Il discorso e ancora più complesso Gianpaolo. Piace a tutti semplifcarsi la vita, ma poi non ci si può lamentare se le cose non vanno sempre come noi vorremmo. Se il prezzo è il valore che il compratore è disponibile a riconoscere a quel prodotto, questo sottintende anche "che QUEL compratore è disponibile a riconoscere a QUEL prodotto (nel senso fisico di quella bottiglia che sta lì davanti a lui) in QUEL momento, per QUELLA specifica finalità che ha adesso in mente, in QUEL luogo dove l'acquisto avviene. E invece eccoci tutti lì a dare per scontato il "prezzo fisso" come fosse la cosa più giusta e scontata. Balle. Volpetti a Roma, da sempre, vende lo stesso prosciutto nella stessa bottega a un terzo del prezzo che fa a me se a comprarlo è la vecchietta der Testaccio che va da lui come se andasse allo spaccio sotto casa, perché per lei è lo spaccio sotto casa, mentre per me è il tempio del prosciutto a Roma. Il prezzo non è un elemento contabile, a meno che non parliamo di commodities (ma allora non ci si lamenti della disintermediazione). Il prezzo è un potentissimo mezzo di comunicazione, e come tale va gestito.Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8338315.post-28716477898765773812010-05-29T18:49:58.899+02:002010-05-29T18:49:58.899+02:00@Antonio. Il tuo discorso e' affascinante, com...@Antonio. Il tuo discorso e' affascinante, come sempre, ma non mi convince.<br />Se io prendo un vino che per me vale € 10, e provo quindi a venderlo a quel prezzo, ma lo trovo poi in enoteca a € 7, al supermercato a € 5, in azienda a € 3, chi me lo compra?<br />Luois Vuitton ha il controllo del mercato (o almeno qualcosa di simile), boutiques proprie, prezzi imposti, marchio supportato da stampa e pubblicita' a gogo. Ma se una borsa gli costa € 5, lui la rivende a tutta la filiera a €150, e poi gli altri si arrangino con i ricarichi, non ci sara' mai un posto dove la puoi comprare a € 15.Gianpaolo Pagliahttps://www.blogger.com/profile/02293542759527369574noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8338315.post-80189373406265474102010-05-29T14:13:14.595+02:002010-05-29T14:13:14.595+02:00Visto da sud:
un'enoteca ha un ricarico medio ...Visto da sud:<br />un'enoteca ha un ricarico medio che va dal 30 al 40%. Il doppio da noi non esiste neanche se scarico un tir, godo dello sconto sul pagamento anticipato ecc. ecc. (ovviamente i rsitoranti sono cosa altra)<br />Da noi molti produttori che vendono a me a 5 + iva, vendono al consumatore in cantina a 4, a 3 se hanno la cantina piena. Va bene il prezzo sorgente, ancor meglio la vendita diretta, ma bisognerebbe riformare tutto il sistema. L'asporto è sempre più in crisi: da un lato la grande distribuzione a cui si rivolge la massa, dall'altro internet per gli appassionati e la nicchia con offerte molto aggressive o "scambi" tra forumisti vari...<br />ed aggiungo, sarete molto fortunati voi per cui v'invidio, ma il lavoro intellettuale raramente è pagato e quando è pagato è pagato male. della serie: "Architetto che le costa, mi faccia uno schizzo..."Mauro Errohttps://www.blogger.com/profile/12031781448337436204noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8338315.post-51224280023684599802010-05-29T14:07:16.764+02:002010-05-29T14:07:16.764+02:00@luciano pignataro.
Fintanto che saremo in grado d...@luciano pignataro.<br />Fintanto che saremo in grado di giustificare il nostro ricarico con il maggior valore aggiunto del nostro servizio, ovvero se il pubblico continuerà ad avere la percezione che il nostro anello ha una logica commerciale la categoria non si estinguerà.<br />Francesco Bonfio<br />presidente Vinariusfrancesco bonfiohttp://www.vinarius.itnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8338315.post-91591078710625017712010-05-29T13:49:01.810+02:002010-05-29T13:49:01.810+02:00No, Luciano, dubito che il semplice fenomeno della...No, Luciano, dubito che il semplice fenomeno della vendita diretta possa portare all'estinzione della categoria.Fiorenzohttps://www.blogger.com/profile/08821941920664034508noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8338315.post-52319344363045798462010-05-29T13:28:35.501+02:002010-05-29T13:28:35.501+02:00Ammetto di non aver mai approfondito questo aspett...Ammetto di non aver mai approfondito questo aspetto. Ma, in sostanza, il lavoro di enotecario sta per estinguersi?Luciano Pignatarohttp://www.lucianopignataro.itnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8338315.post-83318343029827469322010-05-29T08:57:17.554+02:002010-05-29T08:57:17.554+02:00@Gianpaolo nakedwines mi convince ideologicamente ...@Gianpaolo nakedwines mi convince ideologicamente (il consumatore come attore della filiera ecc.), non mi convince per niente nell'esecuzione. Fare il produttore, se si sceglie la qualità, assomiglia molto al fare l'artista. Per fare l'artista ben vengano i committenti, ma se poi cominciano a rompere col loro fai così no fai cosà il giocattolo si rompe. L'artista ha bisogno della libertà d'azione come l'aria: così il produttore e ogni vero imprenditore (commerciante incluso).<br />Detto questo vorre dissentire su TUTTO quanto detto qua sopra a proposito del "prezzo sorgente" o, come sarebbe più preciso dire, del costo di produzione. <br />La prima obiezione è di carattere logico-formale: a rigore ogni passaggio della filiera, ogni fase di lavoro che costituisce il prodotto, ogni singolo ingrediente o materia prima vive di un ricarico, e ha a sua volta un suo costo di produzine, un suo "prezzo sorgente", talché il concetto è destinato ad assumere asintoticamente un valore pari a zero, dimostrandosi perciò inutile. <br />La seconda obiezione è contro tutti voi, così concentrati a difendere il ricarico (una battaglia da non combattere, io come compratore vi vorrei sempre tutti a ricarico zero). La verità è che al compratore dei costi non gliene frega assolutamente niente. Ciò che il compratore valuta è il "valore per lui" di ciò che si accinge a comprare. Ecco allora che l'esercizio di formazione dei prezzi da parte del venditore deve diventare (ma tanto, a parte me, non lo farà nessuno, lo so già, fifoni che non siete altro) l'esercizio - dimenticando i costi! - di immaginare il valore che quel prodotto può rappesentare per il suo cliente. Accadrà così di avere prodotti pagati niente da rivendere a un prezzo altissimo (borse in plastica Vuitton prodotte n Cina dice niente?) o il suo contrario. Solo dopo aver fatto questo esercizio si andrà a determinare la sostenibilità economica dei prezzi così determinati (domenticandosi i costi e ragionando da compratore) con gli effettivi costi di acquisto. Se i conto non tornano, semplicemente sto comprando male: pago troppo o compro cose che non dovrei comprare.Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8338315.post-62920715372640172242010-05-28T18:37:20.674+02:002010-05-28T18:37:20.674+02:00@Antonio. Hai visto Naked Wines? In UK ha registra...@Antonio. Hai visto Naked Wines? In UK ha registrato interesse, io non sono convinto al 100%, pero' e' una cosa che ha fatto parlare molto http://www.nakedwines.com/Gianpaolo Pagliahttps://www.blogger.com/profile/02293542759527369574noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8338315.post-44206767572869326882010-05-28T17:17:17.550+02:002010-05-28T17:17:17.550+02:00a mio parere il "problema" di impedire d...a mio parere il "problema" di impedire di pubblicare prezzi o cose del genere è in realtà un falso problema.<br />ci sono una marea di modi per sapere i "prezzi sorgente" cosi' come reperire listini tramite terzi.<br />io tra l'altro pubblicai il mio listino rivenditori online qualche anno fa ed è ancora rintracciabile in rete!<br /><br />Percepisco, sperando di sabgliarmi, una sorta di accanimento *a prescindere* verso il concetto del *ricarico*. <br />Se è vero che l'enotecario deve essere flessibile e non vivere di rendite (di posizione) è altrettanto vero che se c'è, tale figura, un ricarico è *doveroso* e che soprattutto può variare anche in base al *posto* (classico esempio, la bottiglia di lambrusco comprata da me in acetaia o in centro a milano). <br />Anche per questo ciò che dice Antonio può influire molto sulla variabilità dei costi fissi che incidonon sul calcolo del ricarico.<br /><br />ciao<br />bezAndrea Bezzecchihttps://www.blogger.com/profile/14951184889029990101noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8338315.post-75488629211181995112010-05-28T15:54:04.241+02:002010-05-28T15:54:04.241+02:00Complimenti, di una chiarezza esemplare. Integrato...Complimenti, di una chiarezza esemplare. Integrato con le osservazioni di Gianpaolo non fa una piega, anche dal punto della teoria microeconomica...<br />Il punto mi pare proprio il valore di un servizio prestato al cliente - e l'intermediazione commerciale lo è senz'altro. L'altro aspetto è poi come il cliente percepisce questo valore... da questo punto di vista la frase dell'"Arte della guerra" dovrebbe essere marchiata a fuoco sui registratori di cassa di tutti i piccoli commercianti, non solo nel mondo del vino.<br />Ancora complimenti.neromarcohttp://twitter.com/neromarconoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8338315.post-83920636799791114602010-05-28T10:50:52.153+02:002010-05-28T10:50:52.153+02:00Ma chi meglio di un commerciante vero come te potr...Ma chi meglio di un commerciante vero come te potrebbe orientare gli sforzi a mettere su finalmente una enoteca online degna di questo nome? Io ho gli investitori, nel caso. A me, che bevo e compro vino, non interessa affatto poterlo comprare nei siti dei produttori. A me interessa un'enoteca ben fornita, che faccia ricerca, che mi provochi, che mi consenta un rapporto diretto con enotecari di vaglia. E tutto questo oggi vivaddio in rete si può fare, e a investimenti MOLTO contenuti. Tanto che a mio avviso il business plan è presto fatto:<br />- l'investimento a rischio è lo stock iniziale di vino, per mettere su un'enoteca interessante (che sarebbe subito leader in Italia, poi all'estero si vedrà) ci vogliono 50mila euro di vino<br />- l'investimento a rischio è lo stipendio di 1 enotecaro che faccia ricerca vera sul territorio e in rete, proponendo ecc..., e di 1 "factotum" (gestione sito, spedizioni, amministrazione ecc...). Appena le cose crescono un po' si mette un altro factotum. Costo per un anno di questa roba: al massimo 100mila euro (l'enotecaro leader il primo anno si deve accontentare di 50mila euro e del 10% delle quote sociali, se ci crede)<br />- oggidì sarebbe poi possibile vendere attorno al vino un sacco di altra roba: no, non alimentari, che complicherebbero la vita ecc..., ma l'equivalente dei popcorn al cinema: formazione, corsi, serate, degustazioni, ecc..., offline e online<br /><br />E credo che anche alcuni produttori illuminati potrebbero/vorrebbero essere della partita, se a fare da enotecaro di riferimento per questa cosa fosse un Fiorenzo, per dire.<br /><br />AUGH, ho detto! :)Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8338315.post-28304232331533341952010-05-28T10:40:36.687+02:002010-05-28T10:40:36.687+02:00Concordo al 100% con la visione di Fiorenzo. Spero...Concordo al 100% con la visione di Fiorenzo. Spero tutto il meglio per la sua onesta attività. Il resto sono inutili polemiche molto "italiane" ;-).Niccolò Desenzanihttps://www.blogger.com/profile/17295608886206487559noreply@blogger.com