Negli ultimi tempi mi capita di assaggiare bianchi molto maturi. E capita perché a bottega ci sono, per la verità, un certo numero di reperti archeologici. Etichette finite nel dimenticatoio, o bottiglie messe apposta in un angolo nascosto per aspettare, “e vediamo che succede”. A queste si aggiungono cose conservate proprio senza costrutto, accasciate su uno scaffale e riesumate dopo ere geologiche. [Continua su
L'Unità].
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