mercoledì, luglio 30, 2014

Dice che l'Unità chiude. Probabilmente

"I liquidatori di Nuova iniziativa editoriale spa in liquidazione, società editrice de l'Unità, a seguito dell'assemblea dei soci tenutasi in data odierna comunicano che il giornale sospenderà le pubblicazioni a far data dal 1 agosto 2014".

Il linguaggio dei contabili è scarsamente poetico: significa che non ci sono soldi e chiude un altro giornale. Ma uno di quelli grossi, storici, stavolta. Siccome l'Unità ha già avuto rovesci simili io non credo, per essere sincero, che tutto andrà veramente malissimo (e certamente me lo auguro per quelli che ci lavorano). Ma insomma, è un gran brutto giro di boa questo. Siccome io con l'Unità ci avrei pure a che fare, dal momento che ci scrivo (o scrivevo, boh) un altro wine blog, il dispiacere è doppio. Staremo a vedere.

Nel frattempo, togliamoci un sassolino. L'orgia di commenti di quelli che si rallegrano per la chiusura (in definitiva) di un'azienda, è il simbolo fulgido della crisi della sinistra. La sinistra, cioè, ha fallito nel dare ai lavoratori una coscienza di classe minimamente diffusa. Invece, pare, la regola del "tanto peggio tanto meglio" sembra l'unica che caratterizzi le torme di abbruttiti che ora si rallegrano per la sorte di altri che sarebbero lavoratori come loro. L'Unità non si chiama (o si chiamava, boh) con questo nome per caso. Ma appunto, ormai chi se lo ricorda più.

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