venerdì, gennaio 24, 2020

Grillo, nel senso del Rossese di Dolceacqua (non quell'altro)

I lavori in corso per il prossimo Genova Wine Festival hanno lati positivi e divertenti. Per esempio si cercano, e si trovano, aziende nuove e inedite. Succede anche di trovare un produttore del quale non ci sono nemmeno due righe sull'internez. Mai recensito, sconosciuto. Sito in costruzione. E allora che si fa? Facciamo noi il primo passo.

Grillo ha due ettari di vigneto nella zona del Dolceacqua (Rossese di). L'azienda in realtà fa olio, il vino è un fatto recente - e almeno quel sito esiste. "La passione per il nostro territorio ci ha invogliato a creare un'azienda vitivinicola, che si estende per due ettari, dove nasce la nostra produzione di Rossese". E fine della presentazione, non male come minimalismo ligure, vero?

Quindi che vuoi fare, assaggiamo. Ho aperto i vini in due riprese. Prima il Rossese di Dolceacqua Superiore 2018, che dal colore profondo si annuncia un po' stipicizzato, se per tipico intendiamo il colore scarico. Il naso segue a ruota, più frutta che scattanza, ma comunque bella bevibilità, certo non pesante nell'esecuzione (per fortuna). Piacevole, e da risentire. Il Rossese "base", o classico, sempre 2018, aperto il giorno dopo ha dato una gran bella prova, forse anche più attraente, adesso, rispetto al pur buono Superiore: è scarico al colore e il naso è un mix un po' selvatico di terra e frutto, la bocca è snella, insomma scatta bene. Mi piace.

Alla fine promossi, saranno al Festival. L'impressione è positiva anche data la vendemmia 2018, che da quelle parti non è stata facilissima. Ai posteri (e ai visitatori del GWF) la sentenza, speriamo non ardua.