martedì, gennaio 31, 2006

Lo dicevo, io.

Appena finito di fare lo spiritoso con quelli dell'Ais, mi tocca correggere il tiro.
Questo interessante articolo e' opera di un Sommelier: il titolo,"Cosa deve avere un vino, nel 2006, per la vittoria nella corsa della qualità?" puo' trarre in inganno, in realta' si tratta di una lettura zero trombonesca. Anzi, si chiude con questa bella considerazione, in linea col mio punto di vista sull'assaggio (che talvolta e' una specie di realta' inconoscibile, vagamente kantiana): "un grande vino è un’illusione: ti sfida a prenderlo e trattenerlo, e proprio quando credi di averlo in pugno è già sfuggito alla tua presa. Un grande vino si prende dei rischi. I grandi pittori, i grandi scrittori e compositori camminano su di un filo, in equilibrio tra il fallimento e la noia, e cosi’ anche i grandi vini".

sabato, gennaio 28, 2006

Tesori nascosti.

Esiste una tipologia umana curiosa, quella che trova in remote dispense bottiglie abbandonate dalle generazioni e crede di avere chissa' che tesoro tra le mani; quindi affligge l'enotecaro di turno chiedendo "quanto puo' valere?" -- o peggio: "quanto mi offre?"

Normalmente, non si tratta mai di Jeroboam di Monfortino '89; di solito ti mostrano dei Cortese Piemonte del '65, o giu' di li'. Poi, fortunatamente, ci sono quelli che hanno imparato a disintermediare (quanto mi piace questo termine) e usano, esempio, E-bay per vendere una "bottiglia rarissima di vino Bardolino del 1975" al modico prezzo di 50.000 (dìcesi cinquantamila) euri. Va pur detto che tràttasi di grande formato, "contenuto netto litri 3,780"

[via forum del Gambero Rosso - immagine da E-bay.it]

venerdì, gennaio 27, 2006

Comunicazione di servizio.


Usiamo il blog in modo molto corporate: causa neve, l'enoteca e' chiusa (anche) oggi, venerdi' 27 gennaio. La foto che vedete e' la vista che ho davanti, pure ora; normalmente si vede il mare, oggi c'e' questa visione molto alpina. Tutti a casa, al caldo.

giovedì, gennaio 26, 2006

Saluti dalla Bulgaria.


Era qualche millennio che non transitavo sul sito dell'Associazione Italiana Sommelier. Tra tante meritevoli cosine, si legge pure questo comunicato:
"La GEN [traduzione: Giunta Esecutiva Nazionale] ha constatato che la Ruinart non ha modificato il suo atteggiamento nei confronti dell’AIS rispetto allo scorso anno, nonostante le promesse e le assicurazioni espresse solo verbalmente.
Con grande rammarico, la GEN è pertanto costretta a confermare la decisione di non partecipare alle selezioni europee. Ciò perché ritiene di dover adottare un comportamento chiaro e deciso nei confronti della Ruinart, per tutelare il buon nome dell’A.I.S. e di tutti i suoi soci.
Si è quindi costretti ad invitare i sommelier a non partecipare alle selezioni, ricordando che, in caso contrario, incorreranno in gravi provvedimenti disciplinari.
La GEN ha dato mandato al Presidente di rivolgersi alla Ruinart esprimendo le rimostranze di tutti i suoi componenti"
Porca paletta, ha detto proprio gravi provvedimenti disciplinari! Ma che diamine han combinato 'sti piantagrane de la Ruinart?
Nel forum AIS si legge la spiegazione, grazie ad Antonello Maietta. Leggere attentamente:
"Dovete sapere che già nell'edizione 2004 la Ruinart è venuta meno ad un regolamento da essa stessa emanato. Mi riferisco in particolare all'aspetto organizzativo che secondo regolamento deve avvenire di concerto con l'associazione nazionale ospitante, ma soprattutto per quanto riguarda la formazione della Giuria che deve essere presieduta dal presidente dell'Associazione nazionale ospitante e formata da persone designate di comune accordo. A conferma di questo potete verificare il regolamento sul sito www.trophee.ruinart.com. Ebbene per la seconda volta consecutiva, anche per l'edizione 2006, difformemente da quanto stabilito dal regolamento ci è stata comunicata la scelta di un presidente di giuria diverso da quello previsto dal regolamento e non siamo stati coinvolti sull'aspetto organizzativo, ci sono stati comunicati semplicemente luogo e data della finale nazionale e nominativo del presidente di giuria designato.
Tutto questo non ci ha offerto sufficienti garanzie circa la tutela dei nostri ragazzi eventualmente impegnati nel concorso.
In sostanza crediamo che Ruinart, in quanto organizzatore dell'evento, abbia tutto il diritto di emanare qualunque regolamento ma dovrebbe avere poi il dovere di rispettarlo".
Tutto chiaro? Ce l'avete fatta ad arrivare fin qui? Avete pure voi l'impressione di respirare un'aria da socialismo reale, tipo Bulgaria dei bei tempi?

[A scopo di ristabilimento del kharma, e per amore della verita', va detto che chi scrive venne cacciato con infamia dall'AIS; il mio stemma fu dato alle fiamme, i miei diplomi strappati, il mio tastevin fuso ed il metallo riutilizzato per altro uso; infine il mio nome fu condannato alla damnatio memoriae].

mercoledì, gennaio 25, 2006

Fidatevi.

Peggiorando nella deriva off topic, sospendo un attimo la chiacchiera sul vino e vi invito caldamente a visionare questo.

lunedì, gennaio 23, 2006

Navigare necesse.

Ammetto, sto prendendo una brutta piega. Questo sta diventando un blog che parla di blog, e cio' non e' del tutto sano. La scusa e' sempre la stessa, mi e' capitato l'occhio, ci son passato per caso, mi han provocato (e via cosi'); ergo, ne parlo.

Deluxeblog.it e' fatto apposta per contraddire le tesi oscurantiste secondo le quali tutto sta andando a rotoli. Ma de che, come direbbero a Roma: persino nei ristoranti di lusso in India furoreggia il vino italiano. Il concetto di ristorante di lusso affiancato all'India mi crea qualche problema di natura ideologica, probabilmente il terzomondismo pauperista che mi deriva dalle trascorse militanze collettiviste non aiuta. D'altra parte si chiama De Luxe Blog, mica Metalmeccanico Blog. Tra un piumino Moncler per cani e un ristorante di lusso di Bombay, e' una lettura quasi confortante.

E comunque, con colpevole ritardo apprendo l'esistenza de "l'Istituto Grandi Marchi, fiore all’occhiello dell’intero sistema vitivinicolo italiano" [bum! nientemeno]. Notare che il citato fiore all'occhiello si avvale di ùrendo sito in flash, la cui sezione in italiano e' "coming soon", che significa "non serve farla ora, la pagina italiana".

sabato, gennaio 21, 2006

Per chi scrive Bruno (Vespa).

«Chiedere a Furio Colombo un parere su di me è come sollecitare a Dracula un giudizio sull’Associazione donatori di sangue. Quando era direttore de “l’Unità” mi ha scagliato addosso centinaia (dico centinaia) di attacchi. Mi muove le peggiori accuse: abusare del video pubblico per tendere agguati alla sinistra nel quadro di un servizio da rendere a Berlusconi»
La frase che leggete qui e' la striscia rossa sull'Unita' online di oggi. Ed e' stata proferita da Bruno Vespa. E' lo stesso Bruno Vespa contro il quale si scaglia il Franco Tiratore, accusandolo di essere "sempre dalla parte del potere, anche quando scrive di vino". In effetti il caro Brunello Vespa, ogniqualvolta parla di un vino, presenta come chissa' che novita' le etichette piu' deja-vu d'Italia: da ultimo, per dire, Firriato. Capirai che originale, come si chiama questo? "Correre in soccorso del vincitore"?
Il fatto e' che Vespa non scrive per gli addetti ai lavori. Scrive per le masse (incolte); "giornalismo generalista" credo si dica: non scrive per me, per il Franco Tiratore e nemmeno per Massobrio e per tutta la minoranza schiacciante degli eno-evoluti. Su cento lettori di Panorama, dieci sbadigliano leggendo "Firriato", ma novanta, temo, fanno "oh" e ricevono la notizia come fosse un oracolo. Vespa scrive per i naif. Bisogna essere naif, molto naif, per credere a certe affermazioni.

giovedì, gennaio 19, 2006

iQualchecosa.

Leggendo Geeksquare, e trovando l'ennesimo ordigno i-qualchecosa (iFish, stavolta), ho avuto una tardiva illuminazione da cybersquatter. Tardiva, perche' iWine.com, come pure i-wine.com sono occupati da tempo; curiosando tra i nomi di dominio, c'e' un italiano, ed apparentemente inutilizzato, i-Wine.org. Insomma, arrivo tardi, pazienza. Resta la curiosita' su che diamine puo' mai vendere (o parlare) un sito iWine. Probabilmente una roba molto geek collegata al vino.
Nah, non sono ancora pronto.

mercoledì, gennaio 18, 2006

Oppss/2

Sembrava fatta, il club del tavernello poteva festeggiare. E invece pare che no, l' itx incombe pure li'.
Si attendono controanalisi.

Scusate l'ombelico.

Ogni volta che posso, parlo bene dell'informazione in Rete. L'informazione dal basso, i blog e non solo; appartengo al genere di net addicted che non usa da anni, ormai, la tivvu' per informarsi. Niente Sky, satelliti, e nemmeno digitale terrestre (velo pietoso). Sono tuttavia un po' infastidito dal blogger autocelebrativo che si dice (addosso) quanto e' bravo, eccetera: quindi, nello scrivere queste cose, provo un certo imbarazzo da eccesso di culto ombelicale, e me ne scuso: e' una specie di corto circuito, questo media dovrebbe evitare di autocelebrarsi, anche perche' questo malcostume andrebbe lasciato a lorsignori dell'Informazione Alta, che si lodano ed imbrodano a sufficienza. E' una forma di pudore, diciamo.
Eppero' [eppero' fa molto Bonolis, eh, lo so] -- eppero' dicevo, ci sono notiziole che ti fanno sbellicare, nel modo in cui son presentate. Dai media mainstream, sa va sans dire.

In rete la notizia del vino prodotto da Madonna gira da prima di Natale. Il 21 dicembre, per dire, perfino Mtv (non Hugh Johnson, Mtv!) rileva che il suo acquirente conta "sull'unicità dell'oggetto piuttosto che sulla qualità del vino". Amen. Del resto questa notizia causa, all'enofilo, alternativamente lo sbadiglio o lo sconforto; vino e celebrita', si-si, deja vu. Comunque, lo sgub si leggeva, qua e la', fino ai primi di gennaio.
A meta' gennaio, tah-dah, i tiggi' nazionali ci annunciano, ma dai? Che Madonna produce vino, chissa' che buono, ullalla'; con sprezzo del pericolo, un giornalista ha appena riportato che Madonna ama il Merlot: ma dico, non l'ha visto, Sideways?
Roba che uno nemmeno fa a tempo a sbadigliare o sconfortarsi, fa prima a roteare il telecomando, clic, e mette su Mtv.

[Quanto sopra mi inserisce di diritto nel gruppo di blogger che associano le donne nude ai post. Finalmente!]

venerdì, gennaio 13, 2006

Si dice il peccato.

Ci sono ambiti nei quali siamo encomiabilmente rispettosi della privacy, per cui notizie come questa sono sempre avvolte da un piacevole manto di nebbiolina: "Secondo le indagini della Guardia di Finanza di Cesena i sette avevano posto in essere un'organizzazione che produceva del vinello gassificato che veniva imbottigliato in alcune cantine di Cesena e Castel San Pietro (Bologna)" [Chi sarebbero 'sti sette? Quali cantine?] -- e ancora: "Nel raggiro venne coinvolto pure un noto grossista di Treviso che aveva comprato un grosso carico di Moet Chandon che si scoprì falsificato" [Noto? E il nome, no?].

D'altra parte, ancora non ho capito chi comprava la farina da Casillo. Nessuno, parrebbe.

domenica, gennaio 08, 2006

Piovono good news.


Almeno un paio di buone notiziole: boom delle vendite di Franciacorta sotto Natale, e gran performance dei vini italiani su quelli francesi (scusate il momento sciovinista) nel mercato americano. E' il genere di notizie che (alle solite) confligge con le uguali e contrarie che ci danno per comatosi, allo stato attuale dell'economia enoica; detto senza polemica, non si capisce (alle solite) se le cose vanno poi cosi' male, sempre ammesso che le cifre che si leggono siano vere [sono in una profonda fase cospiracy, dubito ormai di tutto]. In conclusione, riesco solo a pensare (alle solite) che ci sono produttori che lavorano alla grande, e della crisi leggono solo nei notiziari. Altri, invece...

[ immagine: Ferghettina.it ]

sabato, gennaio 07, 2006

Prove tecniche di reality.

Personaggi: due assaggiatori ideologicamente contrapposti, un tradizionalista e un modernista.
Edoardo è il tradizionalista; capello corto, giacca blu e cravatta regimental, guida una Volvo. Al modernista hanno inflitto il nome di Kevin, felpa con cappuccio e jeans oversize, e dreadlocks. Arriva in scooter.
Kevin e Edoardo son amici dai tempi dell'asilo, condividono (almeno una) stessa passione, ma, appunto, su barricate contrapposte. Si vedono alla solita vineria, orario aperitivo.

Edoardo squadra il look dell'amico: - E' arrivato 50 Cent.
Kevin: - Ti piaccio, eh?
- Mah, veramente, ti stavo insultando...
- Dai, ci apriamo il millesime di Moncuit?
- Oh, deogratias, dopo quella me[beeep] di chardonnay barricone dell'altra volta...
- No, è che tu hai sviluppato qualche intolleranza alla vaniglia...
- Kev, tu mi devi spiegare come ca[beeep] fai a trangugiare quella robaccia banale, prevedibile... quel legno invadente... diomio che vergogna.
- Edo, non chiamarmi Kev. Quello chardonnay non è banale, è suadente.
- Kev, non chiamarmi Edo. Tu confondi la suadenza con l'appiattimento, con la standardizzazione del gusto, ma che ca[beeep] te lo dico a fare...
- Sembri la caricatura di un forumista di Porthos.
- Ah, si? Tu leggi il forum di Porthos? Pensavo non leggessi altro che Maroni.
- Oddio che tritapa[beeep] chessei, ma se ieri ho pure detto che il Barolo di Massolino mi piace. Il base 2001, dico, non i cru, davvero fantastico, e che naso! Assolutamente non allineato, aveva queste note di humus, di terra bagnata...
- Hum.
- Eh no, scusa, ho detto che Massolino è buono, e tu fai "hum".
- Ma, se proprio andiamo a vedere, non è che Massolino sia veramente tradizionalista, usa pure le barrique.
- Edo, non sul Barolo-base, quello fa legno grande, ripigliati.
- No, no, quando in una cantina entra una barrique è la fine, non sai mai dove sono capaci di usarle.
- Tu sei posseduto, qui ci vuole un esorcista. Guarda, ti auguro che Massolino metta tutto in barrique, così impari, dal Dolcetto alla Favorita.
- Se tu capissi qualcosa di vino, sapresti che i Barolo seri sono altri. E non metteresti i termini "barrique" e "dolcetto" nella stessa frase.
- Dico, vogliamo allora parlare dei tuoi barolisti del cuore? Tipo Bartolo Mascarello?
- Tu non sei nemmeno degno di pronunciare quel nome. E poi, che avresti da dire su Mascarello...
- Il mese scorso ad Alba hanno fatto una comparata di 2001, e i campioni di Mascarello avevano delle puzze spaventose, si è parlato pure di rifermentazione; me l'ha detto una mia amica che c'era.
- Dillo un'altra volta, ripeti un'altra volta 'sta ca[beeep] ed esco fuori a tagliarti le gomme al motorino.
- Rassegnati.
- Ma se i tuoi amichetti del Gambero gli han dato pure i tre bicchieri al 2001! Ammesso che ne capiscano qualcosa, quelli, che han trebicchierato pure Firriato... Firriato, ma ti rendi conto??
- T'ho mai detto che quando parli della Guida del Gambero diventi tutto rosso? Sale dal collo e poi su, alle orecchie... E comunque almeno Firriato non puzza.
- Ma cosa ne sai di puzze tu, cosa! Mi fai venire in mente quella volta che al corso AIS hai valutato difettoso quel barbera portato dal relatore. Solo perchè non aveva la solita marmellata al naso, che figura di me[beeep]!
- E invece quella selva di mercaptano a te piaceva. Patetico.
- Quello non era mercaptano, era carattere... personalità... visceralità. Ecco, quello era un barbera viscerale.
- Si, immagino in effetti che quando sbudellano qualcuno l'odore sia quello.
- Comunque bella mossa cassare una barbera di quella caratura. Poi ti sorprendi che all'esame t'han bocciato.
- Dici che c'è una qualche relazione tra le due cose?
- Eh, tu che dici. Oh, apriamo Moncuit?

Edoardo solleva lentamente il tappo dello Champagne 96 di Moncuit, Grand Cru. Il tappo si sfila silenzioso, lasciando emettere il sospiro di prammatica alla bottiglia. Poi, accosta il sughero al naso. Kevin è impaziente: - Allora?
- Eh, bello agrumato, senti...
- Più che altro frutta bianca, direi.
- Gran bel tappo.
- Bravo Edo, tu ciucciati il tappo che io mi bevo lo champagne.
- La tua vis comica è in ribasso, sii più rispettoso della liturgia. E non chiamarmi Edo.
- Hmmm, naso molto agrumato, davvero, sembra indietro, è ancora molto verde.
- Decisamente non pronto, troppo citrino, trattasi di infanticidio.
- Eh, be', posso capirti, a te piace quell'ossidatone di Krug.
- No, allora dillo, vuoi la guerra? Ti do un calcio negli stinchi? Non osare ripetere "ossidatone" con Krug.
- Ossidatone, ossidatone, ossidatone.
- Sei un uomo morto.
- Versami del Krug e trapasserò in un attimo.
- Mi chiedo come faccio a sopportarti.
- Perchè ti faccio bere Moncuit! Senti che freschezza...
- Peccato sia iperacido, si conferma il naso, è ancora troppo indietro. Per limare questa disarmonia sulla durezza è capace che ci vogliono cinque anni di vetro.
- Aahh, Edo, evabbe', lo bevi su due ostriche, vedi come te lo godi. E comunque, è un bere molto easy, poi in bocca mica esce fuori solo l'acido, esprime altro... e pure al naso ora, senti meglio.
- Onestamente sono un po' preoccupato, sono d'accordo con te.
Vabbe', per oggi mi puoi chiamare Edo.

[I personaggi sono inventati, i vini citati e relativo gossippume, invece, no]

venerdì, gennaio 06, 2006

Sei barbone? Sei alcolizzato? Sei canadese? Buone notizie.

Vino gratis per barboni alcolizzati - Canada, studio dimostra riduzione abuso. Questo allettante titolo del Tgcom mi ha fatto sobbalzare; io sono normalmente antiproibizionista, ma questi mi hanno sorpassato a destra; si scopre che su un numero di diciassette volontari che si sono prestati all'esperimento, ben undici hanno ridotto i consumi; tre sono pure deceduti, va sottolineato. "Il programma in generale però ha convinto, tanto che sarà presto adottato in altre province del Canada e degli Stati Uniti".
Questo, comunque, per gli alcolisti barboni. Agli alcolisti benestanti resta Ron Hubbard (come da google ad che accompagna la notizia).
Nessun indizio sul tipo di vino utilizzato. Che sia canadese?

giovedì, gennaio 05, 2006

Solo 90 punti. E solo 1680 dollari.

Interessante post di Fermentation sul punteggio, tutto sommato bassino, raggiunto dal Domaine de la Romanee Conti Romanee Conti (non mi sono sbagliato a scrivere, il vino si chiama come il produttore, diciamo) 2002: 90 punti. Il problema e' che il DRC (quelli giusti chiamano cosi' il Domaine, DRC) costa la bella cifra di 1680 dollari la bottiglia, a casa di mr. Tom Wark. Questo lo rende, secondo Fermentation, probabilmente uno dei peggiori vini con rapporto qualita' prezzo esistenti al mondo. Anzi, aggiunge, considerando che in California ci sono produttori di Pinot Noir che si attestano sui 94 centesimi di punteggio, ma costano 50 dollari, forse avrebbero titolo ad usare questo argomento per il marketing: hey, noi siamo meglio del DRC.

lunedì, gennaio 02, 2006

Ode all'Amarone.

Io cerco di essere fedele al mio principio dell'abbinamento sociale. Cerco di aprire bottiglie importanti anche in base all'audience, cioe', in base alle competenza della compagnia. La sera dell'ultimo dell'anno ho in parte contravvenuto al mio principio, e pure in presenza di (cari) amici non skillati, ho aperto una magnum 2000 dell'Amarone di Zenato; nel farlo ho corso il rischio consueto di servire una prelibatezza e incontrare lo sguardo distratto tipico di chi non capisce un'acca del vino che ha nel bicchiere; hai presente, quello sguardo "uh? Ma che vino e'?", oppure quei tristi commenti del tipo "hey, questo vino e' strano" -- quel genere di commenti che manda in acido ogni enofilo. Beh, non e' andata cosi', e il merito e' dell'Amarone.
C'e' qualcosa di speciale in quel vino, che riesce nella quadratura del cerchio, conquista senza bisogno di spiegarsi, e' grande senza mettere in soggezione; voglio dire, abbiamo diversi livelli di grandezza nazionali, tipo Brunello, Taurasi, Barolo (cito a caso) ma tutti sembrano avere una venatura di austerita' che alla fine costituisce un limite alla percezione gustativa del fruitore non-skillato. Ode all'Amarone, che conquista (quasi) tutti al primo colpo. Magari sara' pure quel frutto cosi' intenso, la potenza aromatica da confettura di frutta, che seduce il maroniano che si nasconde in ognuno di noi (ops). Cerco sempre una terminologia colorita per descrivere un vino, e nella scheda sul sito di Zenato trovo un aggettivo perfetto a definire il loro Amarone: maestoso.