lunedì, aprile 30, 2007

Il prelievo di scaffale


Tra gli oneri che attengono all'enotecaro c'e' il periodico prelievo di scaffale. Bisogna, cioe', assaggiare di tanto in tanto le varie referenze immagazzinate, per verificare lo stato evolutivo; questo e' utile, poi, per esibire col cliente l'immaginifica e verbosa prosa descrittiva che qualifica noi assaggiatori, se il cliente e' sensibile a questi elementi coreografici. Se invece sorride (o sghignazza) si descrive il prodotto in termini meno maroniani e piu' terrestri, ma il concetto resta quello: serve sapere cosa c'e' nella bottiglia, nel limite del possibile. Ovviamente, il lavoro ha aspetti piacevoli.

Ad esempio, ieri il mio prelievo di scaffale e' stato il Brut Nature di Monsupello. Tra le cose che vanno segnalate, di questo produttore dell'Oltrepo' Pavese, c'e' la sua tendenza per me ammirevole a produrre bollicine che virano sulla maturita'; parlando col vigneron, questi spesso evoca il suo Champagne di riferimento: Krug. Fatte tutte le (debitissime) proporzioni, va detto che assaggiando il suo Nature si capisce cosa voglia dire; le sensazioni di maturita', spiccate, escono alla grande, finendo per essere un elemento caratterizzante, forse eccessivo; tanto maggiore e' la caratterizzazione di un vino, tanto minore e' il range di piacioneria di quel vino. Non voglio ripetere, con questo, il trito slogan "per molti ma non per tutti"; ma certo un metodo classico con queste note nocciolose ed evolute al naso, e perfino il lieve amarore gustativo, finisce nel numero dei vini caratteriali, per i quali la facilita' di beva e' limitata. Io ho una personalissima predilezione per la maturita' nelle bollicine: e il Nature di Monsupello resta una delle mie bolle preferite.


Azienda Agricola Monsupello di Carlo Boatti, Via San Lazzaro,5 27050 Torricella Verzate (PV) Tel. 0383 896043 FAX 0383 896391

martedì, aprile 24, 2007

Have you ever heard the expression "the customer is always right"?

Brutta cosa la pubblicita' ingannevole. Che pure il Corriere trova interessante questo pezzullo sulle foto fasulle da food piu' o meno fast. E di sinapsi in sinapsi, m'ha ricordato questa cinefiliaca citazione filmata, qua sotto.

venerdì, aprile 20, 2007

News from the world


Qui forse si esagera. Siccome il vino e' classificato "banned drug" (possiamo tradurre come droga illegale?) nei regolamenti carcerari del 2004, in Nuova Zelanda, il vino e' proibito durante la Comunione. Segue rituale levata di scudi a favore della liberta' di religione, segue appello alla Commissione dei Diritti Umani; tutte belle cose, di cui si potrebbe fare a meno se ci fosse, solamente, il buon senso.

martedì, aprile 17, 2007

L'onda lunga dei 2002


All'inizio di quest'anno Fanco Ziliani, in questo post, ricordava che la sfortunata vendemmia 2002, un po' troppo sommariamente, da molta stampa era stata liquidata come "da rottamare". L'annus horribilis per i grandi rossi italiani doveva, forse, essere almeno in parte rivalutato, pur essendo stato funestato da pioggie in vendemmia e cattiva maturazione un po' ovunque (Piemonte e Toscana, soprattutto). Càpita infatti, ancor oggi, di assaggiare rossi del 2002 che non sfigurano. E' il caso del Barbaresco 2002 di Giancarlo Rocca (Az. Agr. Ronchi) provato ieri nelle peregrinazioni per vigne e cantine alle quali dedico i miei lunedi'. (La foto, per la cronaca, e' un'altra location, la sommita' del cru di Diano d'Alba Rabino Soprano).
L'azienda merita una visita, per il piacere di conoscere un piccolo vigneron (sei ettari) che pure in annate meno fortunate riesce ad esibire un Barbaresco, il Ronchi 2002, difficilmente criticabile: sia sul piano del colore, che sugli aromi assolutamente complessi, gudroneggianti. L'interpretazione modernista (barrique) non scalfisce la sostanza nobile del nebbiolo di quest'area unica per vocazione. Nessuna magia di cantina, ma solo rigore nel selezionare le uve migliori di una annata dura, che ha richiesto drastiche riduzioni nella produzionde del Barbaresco di quell'anno, pur di proporre al wine lover un Barbaresco entusiasmante, all'altezza delle aspettative. E pure la vendemmia 2003, difficile per altri motivi (stress idrico, caldo africano, ricorderete) ha prodotto, quasi miracolosamente, un Ronchi da applauso.
L'azienda propone pure uno Chardonnay (barrique, sa va sans dire) significativo; non era etichettata, ma lo sara' tra breve e quindi disponibile per i clienti, la vendemmia 2005, spettacolarmente agrumata; io mi sono "accontentato" del 2004, piu' maturo, piu' complesso, tanto da farmi ripensare (absit iniuria) a certi grandi francesi, sul corredo aromatico. Seguono tra i "consigliabili" il loro Barbera (18 messi di barrique), il Dolcetto, la Freisa vivace (una delizia succulenta). Da ultimo, particolare non secondario: prezzi commoventi. Memento per la vostra prossima gita in Langa: Azienda Agricola Ronchi, di Giancarlo Rocca - Strada Ronchi - Barbaresco (CN) - 0173 635156.
[Questo post valga pure come consiglio-per-gli-acquisti rivolto a certe future colleghe enotecare]

lunedì, aprile 16, 2007

A cosa serve il proibizionismo


"TEHERAN - Sono rimasti intossicati per aver bevuto vino adulterato, probabilmente con il metanolo. Dodici persone sono morte e altre 104 hanno riscontrato sintomi di intossicazione nella citta' santa sciita di Qom, in Iran".
Gli effetti del proibizionismo sono (anche) questi. Il Corriere chiosa: "La legge islamica vigente in Iran proibisce il consumo di bevande alcoliche, e per questo il mercato nero e' molto diffuso".

venerdì, aprile 13, 2007

Mezzo pieno, o mezzo vuoto (fai tu)

La notiziola merita d'essere riportata: "Ferrero: basta pubblicita' agli alcolici - Nelle prossime settimane il ministro della Solidarieta' Sociale Paolo Ferrero presenterà in Consiglio dei ministri una proposta di legge per limitare la pubblicità degli alcolici". Evabbe', si sa che proibire e' piu' agevole che costruire un sistema basato sulla consapevolezza; diciamo che va bene lo stesso, e che il bicchiere e' mezzo pieno.

E' una lettura piena di alti e bassi, alterni la buona notizia con la cattiva. Altro estratto ministeriale: "L'alcool è una fonte di morte più alta di molte droghe, incide pesantemente sugli organi: si discute tanto sulla cannabis ma non sono stati accertati decessi per cannabis negli ultimi 150 anni". Uffa; ci risiamo col parallelismo alcol/troga (con la ti). Bicchiere: mezzo vuoto.

"Abbiamo predisposto un Ddl che vieta la pubblicità degli alcolici in televisione". Oh, gaudio, niente piu' rèclame del tavernello. Bicchiere: mezzo pieno.

"Resterà solo la possibilità di informare sulle caratteristiche del prodotto". Oh no, il tavernello esce dalla porta e rientra dalla finestra; sconforto. Bicchiere: mezzo vuoto.

"E' invece permesso informare i consumatori sulle caratteristiche del prodotto, in particolare sugli elementi di qualità. Vietate però espressioni come 'il vino fa bene alla salute' [qualcuno dia la ferale notizia al nutrizionista di riferimento RAI] o 'con questa bevanda vai a 100 all'ora' "[ma chi l'ha mai sentito uno slogan cosi'??]. Poche idee ma confuse, bicchiere vuotissimo.

"Rompere il legame nella costruzione dell'immaginario giovanile tra consumo della sostanza e benessere, capacità di costruire relazioni e avere successo nel gruppo". Si, ecco, bravi, ma non solo con l'alcol, fatelo con tutto, smettetela di veicolare il demenziale messaggio pubblicitario "compro questa roba/ergo sono figo". Fatelo ovunque; bicchiere: mezzo pieno.

Ciliegina sulla torta: "Ferrero ha aggiunto che le etichette degli alcolici dovranno contenere un messaggio di tipo informativo, ad esempio sui danni alla salute derivanti dall'abuso di alcol". Sull'etichetta non c'era posto per avvisare dei malefici chips, ma si dovra' trovar posto per questo allettante messaggino; bicchiere vuotissimo, praticamente arido.

mercoledì, aprile 11, 2007

Red Dawn


[Il post non c'entra poi molto col famoso film di serie zeta. Oppure c'entra, vabbe']

Se vi piacevano il Barolo ed il Barbaresco, state pronti, arriva un nuovo rosso piemontese "appena un gradino sotto ai grandi rossi piu' apprezzati" (ma solo un gradino). Tràttasi di Albarossa, cosi' si chiama questo nuovo prodigio. In attesa di assaggiarlo, mi deprimo scorrendo i produttori di punta: "Antinori, Villa Banfi, Gancia, Michele Chiarlo".

martedì, aprile 10, 2007

Opportunita'?

Càpita ultimamente di leggere commenti curiosi circa la questione del riscaldamento globale. Oggi mi sono imbattuto in una discutibile considerazione sul Vancouver Sun; in poche parole, l'evento e' visto come una minaccia per i californiani, e peggio per loro; ma "with climate change and a moderation in winter temperatures, there may be an opportunity here," ha affermato Pat Bell, ministro dell'agricoltura per la British Columbia (Canada). Insomma, un evento classificabile come catastrofico, da qualche parte e' "an opportunity". Nell'articolo, comunque, si sconsiglia di piantare vitis vinifera per giocare in anticipo, che comunque non e' detto che il prodigio si avveri. Inquietante.

venerdì, aprile 06, 2007

Venditore 2.0


Prima o poi poteva accadere, ed e' accaduto; ho appena avvistato il primo venditore che ha messo, tra i documenti descrittivi del prodotto, la stampa di un post; proprio cosi', non la solita fotocopia della scheda sulla guida del Gambero, ma proprio la rece di un bloggarolo. Siccome qui abbiamo in alta considerazione la privacy, diciamo che l'azienda venditrice e' Heres, il prodotto in questione e' la birra Bruton, ed il post in questione e' qui. La scena, approssimativamente, e' stata:
Enotecaro: "... che prodotto e' questa birra Bruton...?"
Venditore: "to', leggiti la scheda..."
Enotecaro: "questa non e' una scheda, e' la recensione di un blogger. E che, diamo credito ad ogni matto che scrive su Internet?"
Venditore: "er.. uh.. mmm.."

giovedì, aprile 05, 2007

Scusate se insisto

Scusate se insisto. Sui trucioli, intendo.
Il fatto e' che quest'ultimo Vinitaly m'ha smosso qualche sinapsi; pure io, come molti, ho respirato un discreto ottimismo tra i produttori e gli addetti; ovviamente si tratta di un modo di analizzare le cose assai superficiale, come sempre e' azzardato fare le previsioni del tempo addocchiando lo spicchio di cielo che si vede dal lucernaio. Ma insomma, fatte tutte le premesse del caso, l'aria non mi sembra malaccio.
Dice: embe', ora che c'entrano i trucioli. Be', possibile pure che c'entrino. E' chiaro che i risultati di simili sondaggi lasciano il tempo che trovano: se la domanda e' "preferisci un vino addizionato di robaccia globalizzante e forse pure nociva, oppure senza", eh, la risposta si immagina. Piuttosto, meglio l'iniziativa dell’associazione nazionale “Città del vino”: "Un nuovo decreto che estenda anche ai vini Igt (indicazione geografica tipica) il divieto di utilizzo dei trucioli di legno nella vinificazione".
Si tratta appunto di questo: il divieto ex lege di usare i trucioli sulle Doc e Docg (auspicabilissimo pure per gli Igt) ci sta qualificando positivamente, agli occhi di molti, soprattutto stranieri; se perfino i cugini francesi cedono di schianto al truciolame, tantovale che qui si scelga con coraggio di evitare questa pratica squalificante sui nostri prodotti di punta, e quindi anche sugli Igt. In definitiva: possibile mai che il successo delle attivita' di impresa passi pure per una-due leggine, una tantum, non scriteriate? Possibile che si.

[I miei passati sbrodolamenti sui trucioli: qui, qui, qui, qui, e qui. E non sono nemmeno tutti]

martedì, aprile 03, 2007

Nel caso vi fosse sfuggito

Nel caso vi fosse sfuggito quanto sgarrupato fosse lo stand della Liguria all'ultimo Vinitaly, leggetevi Luk. Nel mio piccolo, l'ho visitato assieme a due colleghi; quindi eravamo in tre ad agitare libretti d'assegni; forse avrete sentito dire che il denaro e' tutto a questo mondo: non e' vero, le cose non stavano affatto cosi' allo stand parastatale in questione; era quasi ora di chiusura e gli addetti non vedevano l'ora di sloggiare; casualmente incrociamo una produttrice, che guardacaso si sarebbe fatta in quattro pur di presentarci i suoi vini; ma i sommelie' erano del turno smontante e stavano sparecchiando fulminei.

domenica, aprile 01, 2007

Vinitaly, giorno 4 (praticamente finito)

Bilancio positivo, fiera interessante. Svariate new entry e qualche sorpresa, quindi complessivamente si torna a casa stanchi ma soddisfatti. La giornata odierna per la verita' era dedicata a Villa Favorita, ma relitte tra gli appunti ci sono due-tre cosine sentite in fiera nei giorni scorsi; per chi transitasse in fiera lunedi', metto a fattore comune.

Schiavenza, barolista di Serralunga, ha presentato tra l'altro due formidabili dolcettoni, uno succoso e fruttato (Sori', in etichetta) l'altro complesso e da elucubrare. Punteggi circa 80/100, presto a listino. (Pad. 9 - stand I3)
A proposito di listino, riassaggiando il Langhe Rosso "Basarisca" di Eraldo Revelli, potreste provare un bouquet di foglia di menta archetipico; quasi didattico, nell'accezione positiva del termine: 83/100 (Pad. 9 - stand M2)

Molinelli, piacentino, ha una vendemmia tardiva di... uva Molinelli. Clonata dal nonno; altro che autoctono, qui siamo all'incunabolo; 82/100. Lo stesso vino, vinificato secco, e' stupefacente: 83/100 (Pad. 9 - stand F2).

Allo stand della Regione Liguria (Pad. 11 - stand B4) abbiamo testato il bianco dell'Isola della Palmaria, un Golfo dei Poeti IGT davvero piacevole e quasi piacione, da 78/100; il prezzo permane ignoto, giacche' gli storditissimi Sommelier addetti alla mescita non dispongono dei listini. Solito stand a forma di fenomeno parastatale inutile a far vendere alcunche', doppio mah.

Proseguendo (ma volendo essere stringati) almeno un toscano da provare: il Brunello Riserva 2001 de L'Uccelliera, un rossone stratificato, complesso, appagante, e se non temessi i pernacchi direi proprio "territoriale". Punteggio 88/100 (Pad. 8 - stand A7-B8).

Un pollice verso? Ma certo: il Lambrusco Ancestrale di Bellei (Pad. 3 - Area Cittadella-Tenso1) decisamente sopravvalutato; un rosso bollicinoso ma scontroso, inelegante, triplo mah. 65/100. Da riprovare, si sa mai che prendo un granchio.

E in conclusione, qualche appunto sparso dopo l'assaggio dei viniveri di Villa Favorita. Credo proprio che questo e' l'ultimo anno che visitero' questa rassegna; non voglio dire che non si trovano cose positive (affatto), ma queste permangono una minoranza schiacciante che, da sola, non giustifica il caos logistico di una fiera che coincide col Vinitaly, ma e' alternativa a Vinitaly, ma e' distante da Vinitaly... dico, ma un bel padiglione viniveri alla prossima fiera, non sarebbe meglio?
Tra i miei preferiti: Franco Terpin con magnifici bianconi del Collio, Ribolla 2004 e Tocai 2004 da 83/100 densi, surmaturi e dorati, lievemente opalescenti.
Sempre in Friuli gli asfaltanti passiti di Marco Sara, Verduzzo (83/100) e i due Picolit (da 85 e 86/100). In tema di dolcezza, Vittorio Bera segnala un inedito Moscato chinato elaborato da Vergano, su base Moscato Bera: davvero una cosa sorprendente ed alquanto unica nel suo genere.

Overheard in Vinitaly


[Inventare e' difficile. Qui al massimo ci si ispira]

Traffico bestiale
Visitatore #1: "Vinitaly comunque e' la fiera che genera il maggior flusso di visitatori a Verona; pure piu' che la fiera agricola, sai, quella del bestiame".
Visitatore #2: "il vino lo beviamo tutti. La capretta, quella mica ce l'abbiamo tutti".

Ciclostilabili
Enologo #1: "ma perche' pianti il pinot nero? Era meglio merlot, cabernet..."
Enologo #2: "il pinot nero e' unico; i merlot e i cabernet sono tutti uguali. Sono ciclostilabili".

Selettivi
Cliente: "chi e' il tuo rappresentante?"
Produttore: "e' Xyz"
Cliente: "quando lo cambi avvisami, che ti faccio l'ordine".

Probabilmente e' un complimento
Rappresentante #1: "anvedi questi che standista che hanno..."
Rappresentante #2: "quella non e' una standista, e' la titolare".
Rappresentante #1: "e' conciata che pare una standista".