giovedì, giugno 11, 2020

Cronache della fase due. Nelle Cinque Terre, per vigneti e terrazzamenti

La festa della Repubblica, il 2 giugno, è stata l'occasione propizia per la prima uscita dopo-lockdown, e nello spirito localista che animava ancora la normativa di quei giorni, solo le gite regionali erano concesse: è un segno, ho pensato, me ne sto nella mia Liguria - a Vernazza, nelle Cinque Terre, per la precisione, dove c'è la cantina di Cheo. Quanto tempo è che rimandavo? Troppo. E dire che sono un po' di anni che quel cinqueterre è uno dei miei vini del cuore. Anzi, come fosse un wine blog, ecco gli assaggi recenti.

Cinque Terre Perciò 2019. Che deve il suo nome al contadino che conduceva quel (micro) vigneto prima di Bartolomeo Lercari, che con la signora Lise Bertram oggi manda avanti l'azienda. Quello aveva un intercalare, diceva sempre "perciò", e tac, ecco fatto il nome del cru. Che contiene tra l'altro un vitigno un po' inedito, il piccabun. Il risultato è un biancone fragrantissimo, tutto mare e luce, e non sono condizionato dalle visioni del panorama. Fiori frutti e salsedine, in bocca guizza come un'acciuga. Vabbe' sono un po' condizionato.


Liguria di Levante Rosso 2018. E a proposito di vitigni insoliti, Cheo ha un bel po' di filari di refosco dal peduncolo rosso, gambu russu lo chiama, finiti su queste terrazze a causa di un'ascendenza friulana tra i parenti. Assieme c'è syrah e cabernet sauvignon, si fa un anno metà in barrique e metà in acciaio, poi in bottiglia. Il risultato (again) è un rosso esorbitante di frutti e succo, davvero una roba più unica che rara per le Cinque Terre (qui ho peraltro messo la mia rece su Intralcio) e per me è stato ammore con due emme a prima vista. Mai più senza.


Vi risparmio la rece sul loro Sciacchetrà 2017 perché ho finito le esagerazioni. Negli appunti per la prossima Guida Essenziale ai Vini d'Italia che è in lavorazione ho scritto, tra l'altro: "bocca dalla dolcezza gloriosa, miele amaro e inedita astringenza, potenza in equilibrio con un corroborante finale di freschezza agrumata". A volte faccio l'assaggiatore serio.

Ma di un tour del genere, quel che merita sono i paesaggi. I terrazzamenti delle vigne a picco sul mare danno dignità di fotografo pure a un incapace, quindi come se fosse un photoblog ecco un po' di immagini.

Sulla spiaggia di Vernazza potreste scorgere la lussuosa imbarcazione aziendale dei titolari. Il tipico gozzo ligure

Il panorama dai vigneti, sopra Vernazza


Il panorama come sopra, col particolare dei carrelli della monorotaia che ci porta quassù. Bello ripido, eh

Bartolome Lercari

Una botticella che contiene Sciacchetrà


La cantina, con gli spazi ristretti, tipicamente Cinque Terre

Ultimo ma non ultimo: per salire fin lassù serve accomodarsi (si fa per dire) sui carrelli della monorotaia che risale i pendii. E come fosse un videoblog, ecco com'è stare là sopra.