Nel corso del tempo ho sviluppato una specie di culto per un film di M. Night Shyamalan, Signs. Un elemento fondante della storia, da cui deriva anche il titolo, è che il mondo attorno a noi ci fornisce dei segnali per interpretare il presente o prepararsi al futuro. Capisco che sia bizzarro, ci sono molti culti più fondamentali e articolati, ma io ho quello per Signs.
Così questa mattina aprivo l'enoteca ben presto, è domenica e si lavora tutti i giorni sotto Natale. Lavorare continuativamente anche nei giorni di festa a volte non predispone al buonumore, e difatti stamattina tiravo su la serranda un po' grumpy, cioè ammusonito.
Mentre spazzavo la strada davanti alla porta passa un nugolo di bambini coi genitori, diretti alla macchina, forse a fare acquisti o chissà dove. Hanno cinque-sei anni e parlano fittamente tra loro ad alta voce di Babbo Natale. Perché insomma, almeno a sei anni ci puoi anche credere, a Babbo Natale.
Adesso è chiaro il motivo per cui credo a Signs? Il mondo ti manda segnali, a volte esattamente quando servono. Basta saperli interpretare. E comunque adesso sono di buonumore: buon Natale.
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