giovedì, ottobre 25, 2018

Smellier, cloudier, juicier, more acidic and generally truer

Leggo solo oggi questo vecchio pezzo di The Guardian, che parla di vini naturali - quasi fosse un wine blog, per attirare click. No vabbe' dai, sto scherzando, si capiva, sì? Guardian scrive di vini naturali a modo suo, e cioè in modo assai rilevante e quindi questa lunga, lunga lettura la mettiamo da parte, perché è un ritratto molto esauriente. Prendetevi il tempo per leggere tutto, se ancora vi mancava.

Guardian riesce anche a dire alla veloce cosa sia un vino naturale, e per questo l'ho adoperato per titolare il mio post: "they tend to be smellier, cloudier, juicier, more acidic and generally truer to the actual taste of grape than traditional wines". Notevole anche l'immagine, che riciclo - una cosa a metà tra lo steampunk e il disaster movie.

2 commenti:

  1. Non ti nascondo però una certa preoccupazione nello spostamento del focus, nel parlare di vino naturale delineandone cioè una specificità organolettica. Quanto di più errato, a mio avviso: quella è una conseguenza di un agire comune. Il risultato è che sta nascendo (è nata) un'estetica del vino naturale, con tutto ciò che è fuori da determinati canoni che viene immediatamente "escluso" dal giro, se rendo l'idea.

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  2. Che peraltro renderebbe anche possibile comporre tecnicamente, cioe' con interventismo enologico, un vino che corrisponda a quell'estetica - le contraddizioni possibili sono notevoli. L'estetica descrittiva, in quel modo, io credo che nell'articolo serva piu' a dire cosa ci si puo' aspettare, in genere, a bere naturale, avendo come obbiettivo un lettore non enofilo. Un po' come a dire "ti spiego com'e'".

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