venerdì, marzo 05, 2021

Bartolo Mascarello, Eraclito e Achille Lauro nello stesso post (e nello stesso titolo)

Per una volta potrei iniziare dal punteggio. Questo Barolo 2011 di Bartolo Mascarello, oltre ad aver preso i tre bicchieri (un tempo famosi) sul Gambero Rosso, è passato alla storia per aver preso 20/20 nella Guida ai vini d'Italia dell'Espresso - pure quella guida, un tempo famosa. Il fatto suscitò una discreta sorpresa, quando un vino raggiunge i punteggi massimi possibili è sempre straniante: com'è successo? Cosa diavolo c'è in quel bicchiere, da arrivare a fondo scala nel palato degli assaggiatori? E considerate che chi faceva la guida de l'Espresso era gente ben seria, quindi appunto quel punteggio sorprese un po' tutti.

Siccome il miglior modo per valutare un vino è assaggiarlo (non ve l'aspettavate, eh?) io questo Barolo l'ho assaggiato, ultimamente, un paio di volte. Dati gli eventi, uno si consola come può. È trascorso del tempo da quel punteggio-boom, è passato tempo pure tra i due assaggi, tutto scorre e le cose cambiano. Anche il vino, e già che siamo in fase citazioni, citerò quel che mi disse una volta Daniele Cernilli, che a sua volta citava Eraclito, credo: "così come non ci si bagna mai due volte nello stesso fiume, non assaggiamo mai due volte lo stesso vino". Nel primo assaggio avevo la percezione della grandezza, ma durante il secondo assaggio, recente (e di cui scrivo adesso) quel vino s'è superato. Uno non vorrebbe esagerare con i paroloni e le iperboli, ma se c'è un vino che merita il punteggio massimo, ora per me c'è questo. E ancora una volta tocca parlare di punteggi quando probabilmente è vero quello che dicono certi assaggiatori ieratici: il punteggio è un grosso limite, non serve a descrivere un vino, lo incasella, lo riduce a un numero.

Tuttavia se le lunghe (e un po' noiose, scusate) elencazioni di descrittori olfattivi e gustativi alla fine stancano, allora meglio il punteggio, no? Che da solo fa tutto il lavoro.

Forse aiuta fare lo storyteller della domenica e dire che ci ho trovato in quel bicchiere, recentemente. Mettiamola così: quando hai aspettative alte pensi di trovare un sorso esagerato, flamboyant, una specie di Achille Lauro enologico. Invece c'è un flemmatico signore elegantissimo col gessato e la cravatta, un elegante senza tempo, fine come un gentleman quando sa essere fine. Non ci si bagna mai due volte nello stesso fiume, decisamente, le cose cambiano e tutto scorre, e questo vino sta continuando la sua fase ascendente, e si resta un bel po' a bocca aperta. Davvero io non ho mai dato un 100/100, ma ecco, a questo forse sì.

Il Barolo 2011 di Bartolo Mascarello si trova in vendita a prezzi un po' folli, purtroppo, intorno ai trecento euro. Da me a bottega ne sopravvive una cassa e qualcosa, non so, a questo punto potrei dire: si accettano offerte.

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