venerdì, luglio 13, 2007

Bocca dinamica

Pausa pranzo. Spiaggia, ombrellone, lettino, sciabordìo di onde; il riposo dell'enotecaro pigro. Poi e' pure venerdi', quindi lieta lettura de l'Espresso nuovo. Tutto induce al distacco, poi apri una pagina a caso e c'e' l'articoletto di Fabio Rizzari, a ricordarti che neppure qui sfuggi al tuo destino di letture enoiche e relative meditazioni. Copio fedelmente, e pure illegalmente, temo, ma chissene: "anche se chi scrive di vino passa per uno che si prende molto sul serio, e' il primo a considerare ridicoli molti dei termini della professione. Tra espressioni equivoche (naso chiuso e reticente, bocca carnosa), aggettivi (evoluto, primario, terroso) e stranezze (caratteriale, fine bocca), passare per esperti e non per comici e' difficile".
Un bell'incipit, penso, mette le mani avanti. Poi, infatti, attacca a descrivere il vino in oggetto, e si lascia andare: "naso nitido e floreale, bocca succosa e dinamica, dai tannini di buona grana e finale composto".
Giudizio finale (mio): bravo Fabio, ben detto; quando un vino ha la bocca dinamica e' inutile girarci intorno, va detto in questi precisi termini.

1 commento:

  1. tanto per aprire l'angolo del nerd, devo dire che "bocca dinamica" è un termine che condivido. Al di là di molti altri aggettivi, mi riesce facile classificare un vino che ti stanca la bocca, che devi spingere dentro il cavo orale per deglutirlo, ed un vino con una bocca più viva, nervosetta, dinamica insomma. Il che non dà un giudizio sullo spessore di un vino o sulla sua importanza, ma mi da un inidizio di piacevolezza e di bella beva.
    Insomma, è facile sembrare ridicoli parlando di vino, ma qualche aggettivo va pure usato.
    Il dinamico in questo periodo mi piace, forse perché fà più caldo.

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