sabato, ottobre 04, 2008

Indignodromo a paletta (ed un capro espiatorio)

Urge dichiarazione, the day after il match Ziliani-Rivella; sul quale tornerei con altri sbrodolamenti digitali, vista la massa di enormità profferite dal signor Rivella - per inciso, una delusione pazzesca, quest'uomo, mai sentiti argomenti così poveri, in compenso espressi in tono di rara arroganza - ma appunto, su questo tornerei quando qualche anima buona metterà online i video, e potremo linkare copiosamente, anche per non indulgere troppo nel mood ombelicale; siam qui per comunicare, com'è noto.
Orbene, la dichiarazione, si diceva. Ecco, dato che il Rivella afferma di far "vini che piacciono, quelli premiati dalle guide" (virgolettato mio, ma le parole potrebbero essere diverse; non la sostanza) questo blogghe, almeno quest'anno, ignorerà pervicacemente ogni chiacchiera relativa a trebicchierati, cinquegrappolati, polistellati ed altre garrule classifiche guidaiole. Le guide siano capro espiatorio di tanta roboanza.

[Update: Filippo pubblica la prima parte del filmato, qui]
[Update #2: ecco qui il filmato completo. Tre intense orette; i popcorn non li abbiamo, magari al prossimo update...]

2 commenti:

  1. In questa prima parte del filmato già si evince l'incredibile capacità comunicativa del Cavaliere. Da torinese dico: "Peccato che Collegno sia già chiuso!"

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  2. Invece devo spezzare una lancia a favore del cavaliere. Un simpaticone. Fenotipo "Chicago anni venti". Paraculismo a tremila. Era chiaramente venuto a Siena al confronto per fare quello che prende gli schiaffoni, o meglio per fare il parafulmine. Comunque qualcuno con cui e' divertente litigare.
    Mooolto piu' inquietante la presenza al suo fianco destro. Altrettanto chiaramente venuto per la bisogna nel caso l'incontro prendesse una piega troppo tecnica, cosa che non successo, tant'e' che ha parlato pochissimo.
    A parte le loro posizioni ovviamente deprecabili, hanno detto anche cose molto condivisibili, come la messa alla berlina di una certa tipicita', nonche' il ricordare che il vino lo si fa, lo si e' sempre fatto perche' sia venduto.

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