venerdì, febbraio 12, 2010

A che punto è la notte (si vabbe' titolo tragico ma mi piace)


I miei venticinque (milioni di) lettori si saranno accorti che non aggiorno gran che il blogghe. Ci sono alcuni ordini di motivi, ed ora ne fornirò almeno un paio, per soddisfare la vostra sete di conoscenza (non ci dormivate la notte, eh?).
Orbene, il primo motivo è certamente il più imbarazzante, perché ha a che fare con l'attitudine del blogger a scrivere cose dotate di significanza. Questa attitudine si disvela e si sviluppa in presenza di un elemento: l'ispirazione. Mi manca l'ispirazione - e ve l'avevo detto che è una scusa imbarazzante. Sarà che uno, a forza di tirarsela da creativo, finisce che ci crede pure.

Questo si collega ad un altro punto della condizione umana tipica del bloggarolo. Si parla sempre di crisi, c'è la crisi, la crisi ci opprime, le vendite sono in crisi, insomma si declina il termine crisi in tutti i modi possibili. Il fatto è che il termine non serve più, secondo me, a descrivere questa fase che boh, potremmo definire "storica", "congiunturale", fate voi. E' una fase che sta durando da (diciamo) la fine del 2007, ed ormai il termine "crisi" non ha più gran che senso per identificare una situazione che doveva essere passeggera ed è invece permanente. Come la vogliamo chiamare questa cosa, questo magma di nulla nel quale molti di noi sono immersi?
Il mio lavoro si è modificato nel corso degli ultimi anni. Come ho spiegato a qualche amico, si è trasformato da professione ad hobby. Insomma, avete presente quelli che dicono la frasetta scema "ho trasformato il mio hobby in una professione"? Ecco, io sono riuscito a fare l'opposto. Il mio lavoro ha una dimensione amatoriale, sono diventato un amateur tra gli enotecari. Quando le dimensioni fisiche del business diventano quelle attuali, è il caso di smettere di chiamare tutta questa cosa un business, e riconoscerla per quello che è: un passatempo. Tra le conseguenze che questo comporta, c'è la mia condizione attuale in termini di umore e morale: un sovrumano scazzo. Capisco che il termine sia alquanto irrituale, e giuro che ho provato a cercarne un altro, ma non riesco a descrivermi meglio di così. Scazzo all'ennesima potenza. Scazzo Cube. Roba che potrei usarlo come nickname o password.

Naturalmente ogni imprenditore che sia degno di questo nome dovrebbe esaminare con cura gli elementi che contribuiscono al declino. Ora, io non ho peggiorato il mio skill nel corso degli anni. Semmai (scusate l'immodestia) son diventato un po' più bravo. Il mercato invece attraversa le grane che vediamo tutti. Per esempio, tutti i commercianti che conosco hanno ridotto notevolmente le scorte a magazzino - io pure. Vedo negozi che hanno chiaramente gli scaffali sguarniti; lo notate pure voi? Stamattina, alle nove e venti, il bar che mi ha servito il caffè aveva emesso lo scontrino numero ventidue (e non è un evasore); è una media da suicidio, secondo me. Poi ovviamente aumentano le serrande abbassate per sempre con la scritta "affittasi", "vendesi". Nel mese di dicembre appena trascorso gli operai dei cantieri navali a poche centinaia di metri da qui, in tre giorni diversi, hanno bloccato il traffico. In quei giorni il quartiere era praticamente isolato dal mondo, c'era quel clima un po' irreale da austerity anni '70 quando non circolava manco un motorino; ovviamente in quei tre giorni gli incassi ne hanno risentito. Io credo che siano segnali. Non passa giorno che non veda agitazioni sindacali o lavoratori in strada. Quei signori sarebbero i miei clienti; in un mercato del lavoro che umilia il loro potere d'acquisto a livelli intollerabili, è chiaro che il lavoro del bottegaio diventa sempre più superfluo. Insomma, "non ci sono soldi" per dirla in modo semplice.
Oggi lavoro per un numero omeopatico di clienti, ai quali va tutto il mio amore. Siamo al di là dell'artigianato, siamo al fan club.

E c'è lo spettacolo che stanno offrendo molti fornitori, coi loro dir. comm. nervosi in un modo preoccupante. Con il valzer frenetico dei cambi di agente. Cambiano i venditori con la velocità del lampo, ottenendo l'effetto un po' surreale per cui l'agente Tizio, ritenuto inidoneo dall'azienda Tale, viene assunto al volo dall'azienda Tal'altra che ha appena scaricato l'agente Caio (che indovinate cosa corre a vendere: i vini di Tale. E via così). Poi circolano listini da analisi oculistica. Nel senso che, quando li scorri, pensi "non ci vedo bene" perché ci sono sconti assurdi oppure perché effettuano invii di quantitativi ridicoli (una cassa). E comunque noi siamo così alla frutta che non compriamo lo stesso.

Va bene, penso di aver fornito un'idea di minima della "cosa" nella quale fluttuo. E comunque non avevo certo l'intenzione di riassumere, descrivere, e tantomeno spiegare gli eventi socio-tecno-psico qualchecosa che abbiamo attorno. L'impressione (tanto per cambiare) è che stiamo navigando a vista, senza mappa e soprattutto marinati in un'informazione quasi totalmente fatta di menzogne. Capisci poi perché uno ha lo scazzo?

[L'immagine quasi rassicurante è di Gapingvoid.com]

9 commenti:

  1. Il casino è che è una catena non virtuosa. Non è un momento facile e lo stato peggiora le cose, sia fiscalmente che sotto ogni altro punto di vista. Penso che abbiamo solo noi stessi, le nostre idee, la nostra forza e voglia di fare anche se sotto scazzo sovrumano c'è poco da fare. Non ho ricette o consigli particolari da darti se non il mio appoggio, per qualsiasi cosa io possa fare per te.

    Ciao, Fil.

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  2. Poi per tirarsi su c'è l'altra faccia della medaglia: http://www.enoicheillusioni.com/2010/02/sullimpressione-di-avere-a-che-fare-con-una-realta-straordinaria/

    Ciao, Fil.

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  3. Fio,
    è un anno che sono in cassa integrazione, e non posso nemmeno bloccare il traffico perché mi ci sono messo io ed è un po' idiota protestare contro sè stessi.
    :-)
    Siente'mme, ci trasferiamo in valle, tu ci metti la farina e io il vino, e forse tra qualche annetto pure l'olio.
    Luk

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  4. Complimenti per l'articolo.

    Mi chiedo solo come ci sia ancora gente che guarda la televisione e crede alle balle e al finto ottimismo che ci viene venduto dalle bande di cialtroni che occupano gli spazi tv.

    Stefano

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  5. per il consumatore penso che la cosa migliore siano vini il più possibile veri e naturali ad un prezzo abbordabile (piccoli produttori?).
    Non so se questo va bene anche per l'enotecaro.
    Comunque per me sei bravissimo.
    Un lettore

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  6. parlo da piccolo produttore quale sono. Per quanto mi riguarda la calma piatta del 2009 si è tramutata in sabbie mobili nel 2010: il mercato non si muove, ma il vino e le viti sì, quindi tocca correre ad imbottigliare, potare, legare,...E così mi trovo come te Fiorenzo a fare di quello che dovrebbe essere il mio lavoro il mio hobby e a mantenere lui e me con un'altra attività.
    Verderame

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  7. Fiorenzo,
    non so se questo sia bene o male, ma sei allineato al 99% delle voci che sento. L'anno scorso mi sono dato un gran daffare per farmi conoscere e trovare nuovi luoghi dove vendere e ho anche avuto la fortuna di incontrare qualcuno che va, ma sono un'hobbista come volumi, faccio quello che gli inglesi chiamano "exclusive selection", perchè mi piace intendiamoci. Ricordo ancora la nostra chiacchierata e mi fa piacere averti conosciuto, anche se il mio Dolcetto non è entrato nella tua enoteca! Ho letto le stime sul 2010, sul lavoro, l'altro, tradotto in soldoni nessuno ancora ci capisce il verso. Consegna della cassa e sconti? Beh, per la cassa se son 30 euro a bottiglia allora ci credo, altrimenti la consegna direttamente il produttore? oh, poi c'è chi vende in perdita e non lo sa...ma ho visto che sotto le 18 bottiglie vale solo il distributore...Sconti? Al supermarket ormai stampano direttamente lo sconto sull'involucro della confezione (non solo del vino)...

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  8. Non ci sono solo le enoteche gli operai, i produttori in crisi...pure i giornali. All'inizio della mia carriera, fine anni '70, guadagnavo un tot a pezzo. "vabbeh, sono all'inizio, vedrai tra vent'anni come guadagno" mi dissi.
    Oggi mi guardo indietro e dico,: ca...o, quanto mi pagavano!
    Anch'io sono come te. Sono riuscita a trasformare un lavoro (scrivere) in un hobby (scrivere sul web), dato che chiude un giornale al giorno e io ne ho già perso qualcuno per strada (per non parlare della de-motivazione di continuare a farlo per 0,01 cent a parola). E tuttavia, guardando in giro, e soprattutto guardando gli innumerevoli SUV che mi si piantano regolarmente davanti alla mia Punto del '96,mi chiedo "ma non è che fino ad oggi abbiamo vissuto alla grande?" Un po' al di sopra delle nostre possibilità, diciamo. Giusto un po'. E' un dubbio, ecco.

    L.

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