martedì, maggio 31, 2005

Arte ad Ama.


La visita di ieri, al Castello di Ama, oltre a riportarmi nel mio amato Chianti(shire), mi ha messo a contatto con l'eccezionale personalita' di Marco Pallanti, l'enologo di Ama (enologo dell'anno, per la guida del Gambero).
Potrei parlare dei suoi vini, e ci sarebbe davvero assai da dire: solo l'Apparita meriterebbe post chilometrici. Tuttavia, quello che mi rimane piu' impresso oggi e' stato il discorso intorno all'arte che Pallanti ci ha fatto, mentre raccontava la genesi della presenza di molte opere d'arte (moderna) ad Ama, nel borgo, presso le vigne, e pure nelle cantine.
Pallanti vive a Firenze, una citta' piena di arte; e' pero' un'arte risalente, e lui quasi lamenta che oggi pochi facciano quello che molti hanno fatto nel passato, cioe' aprire gli spazi quotidiani di vita e lavoro alle "installazioni" dell'arte contemporanea; se questo accade, a detta di Marco, si ottiene (tra l'altro) di "fecondare" il mondo attorno a se' con semi di cui godranno le generazioni a venire.
Ho sempre avuto qualche perplessita' assistendo ad operazioni del genere "arte in vigna"; le suggestive motivazioni portate da Marco Pallanti mi fanno vedere la cosa, oggi, con una prospettiva del tutto diversa.
Qui potete leggere un'interessante intervista a Marco, dal sito del Castello di Ama.
Qui maggiori approfondimenti sulle opere d'arte moderna presenti al Castello.

4 commenti:

  1. L'intervista a Marco Pallanti che compare sul sito di Ama è veramente interessante sopratutto quando dice che per amare l'arte contemporanea non si deve temere il nuovo, bisogna allenare l'occhio a quello che non si è ancora visto, si deve imparare ad ascoltarsi dentro...e nel frattempo riesce a fare anche grandi vini. Io conosco solo il Chianti Classico (strepitoso)ma appena avrò messo da parte un pò di soldini o trovato qualche amico con cui dividere l'onere (in genere adotto questa soluzione tattica) degusterò anche una bottiglia di Apparita. Intanto attendo qualche delucidazione da parte tua su questo prezioso (sbaglio o siamo sui 100 euro?) nettare.

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  2. Si, la cifra e' di poco superiore ai cento euro. Ieri sono stato a lungo a meditare sull'opportunita' di questo acquisto; si e' trattato di un assaggio davvero memorabile, pero'.
    Il naso era possente, il goudron sfumava su una lieve gomma bruciata e poi si avvolgeva in note tipo legno balsamico.. il ricordo e' andato alle bottiglie di Apparita '92 che ho avuto il piacere di bere.
    Quanto alla bocca, oltre alla bella freschezza, il legno era piu' che bilanciato, direi sovrastato dalla caratura del futto, dalla sostanza infinita. E questo, per essere brevi.

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  3. Ho visto che producono anche olio extravergine d'oliva (da circa 10.000 piante), sai dirmi qualcosa? A proposito l'Apparita è solo da uve merlot?

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  4. Si, Apparita e' merlot in purezza. Ho apprezzato pure il loro olio, abbastanza allineato nella qualita' ad altri gia' assaggiati in area Chianti Classico; possibilmente, piu' elegante, senza gli eccessi piccanti talvolta tipici. Molti ulivi, ma rese bassissime, pare: mi dicevano che da una pianta ricavano in media una bottiglia da mezzo litro d'olio (!) - comunque, ieri ero piu' concentrato sui vini.

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