lunedì, febbraio 06, 2006

Alcuni imprescindibili doveri del buon enotecaro.

[Prefazione: essendo io un buon enotecaro, amando il mio lavoro e ancora di piu' la mia affluente clientela, ho sempre provveduto a cambiare le bottiglie afflitte dal tappo. Dìcesi sempre, in ogni caso, per qualsiasi cifra]

Ha ragione lavblog: la bottiglia bouchonee va cambiata all'istante. Ha pure ragione il suo commentatore, va cambiata anche se l'enotecaro non riesce a rivalersi sul produttore (produttori, nota razza tirchia; il mondo sara' salvato dalla razza filantropa degli enotecari). Ma non basta, perche' limitarsi, e' giusto introdurre qualche altro dovere in capo all'enotecaro. Eccone due o tre tra quelli rilevanti.

Diritti di rimborso connessi al tappo/1
Non basta rimborsare la bottiglia. Pure la benzina per tornare in bottega, e che diamine.

Diritti di rimborso connessi al tappo/2
Non basta la benzina. Pure il lavaggio del parabrezza dell'auto, e che diamine. (Performato dall'enotecaro in persona, dotato di regolare attrezzo lavavetri).

Diritti di rimborso da danneggiamento.
Se stappando la bottiglia si macchia il soffitto (avete presente, certi Lambrusco molto frizzanti) l'enotecaro deve re-imbiancare la stanza.

Diritto di rimborso amoroso.
Se compri una bottiglia per indurre la tipa ad amorosa accondiscendenza (effetto vasodilatatore dell'alcol, sapete) ma le cose vanno per il verso sbagliato, l'enotecaro deve provvedere la fornitura di una professionista del settore allo scopo di ripristinare le aspettative. (Non e' chiaro se tale obbligo sussista solo per la clientela maschile, oppure possa allargarsi specularmente a quella femminile. La cosa e' variamente dibattuta).

[Postfazione: quanto sopra accade solo in enoteca. Sfortunatamente il consumo di vino avviene, per oltre il 70%, attraverso i supermercati. Qualora proviate a riportare una bottiglia aperta e difettosa per il malefico tappo alla copp-sei-tùù, otterrete probabilmente quello che si descrive come "gesto dell'ombrello"]

3 commenti:

  1. Beh, sarà stato un caso, ma al Gigante della mia città ho riportato una bottiglia di Barbera d'Alba di Fontanafredda che sapeva chiaramente di tappo e me l'hanno cambiata all'istante, senza problemi.
    Sarà che nel supermercato in questione si stanno attrezzando con un'enoteca che va oltre i "primi prezzi" delle case produttrici (il mio vino faceva parte di questa fascia, cmq) ma forse prestano un po' più attenzione alle richieste del cliente.
    Cordialità
    Marco

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  2. Ma si, dai, pure loro si adeguano. Fontanafredda, eh? Son millenni che non assaggio Fontanafredda, ricordo ancora un Barolo riserva '85 che mi getto' nella depressione.

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  3. Beh parlo di una Barbera da 4 Euro, vino da "tutti i giorni", non certo di un Braida ;)
    Seguirò il suo consiglio, eviterò Baroli Riserva FF e depressioni conseguenti.
    Saluti
    M.

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