Traghetto a Portoferraio alle 14,30, quanto basta per fare due passi per la citta' vecchia in attesa dell'imbarco; e notare un'osteria quasi alla fine del molo, non lontano dalla fortezza medicea e dal comodo parcheggio attiguo. Ora di pranzo, proviamo, perche' no.
La prima cosa che noti e' il nome, Osteria Libertaria, che come spesso accade attiva strane sinapsi concatenate cosi': libertari, siamo in Toscana, gli anarchici, Veronelli. L'osteria ha due tavolacci con panche sul marciapiede, stretto, davanti al porto; ma pure un fresco patio aperto sui vicoli del retro, e ha un mood non posticcio da osteria vera, sui tavolacci davanti al porto l'oste ha sistemato dei fiaschi e alcuni bicchieri, i classici bicchieri da osteria tozzi e bassi che oggi vanno solo per l'acqua ma che hanno servito milioni di ettolitri di vino in un tempo oscuro nel quale parole come calice e stelo erano arcane.
Ti accomodi nel retro, con la famigliola. Vista sui vicoli della citta' vecchia, tavolo traballante sul selciato arcaico di Portoferraio; mise en place spartana e perfetta, il tovagliolo di carta blu e' chiuso da un anello metallico verniciato di bianco, sbeccato; dello stesso materiale il cestino del pane; come detto, aria di osteria senza finzioni. Il patron e' cordialissimo, e se sei col figlio quattrenne e chiedi penne al pomodoro per il bimbo, non comprese nel menu (un foglio A4 scritto a mano) l'oste immediatamente esegue felice, come se gli avessi chiesto un bicchier d'acqua. Il test delle penne-al-pomodoro ad uso figlio l'ho fatto spesso, in molti ristoranti; dalla risposta del boss ne consegue parte del mio giudizio.
Tu ordini frittura di paranza, la moglie zuppetta di pesce; il pesce e', manco a dirlo, fresco, davanti all'osteria sono attraccate, tra un megayacht e l'altro, le barche dei pescatori, che immagini validi fornitori.
Dato il contesto, il vino e' nella brocca da mezzo litro, un bianco che l'oste ti annuncia particolarmente ben fatto; e non racconta storie, e' un bianco sapido, armonico. Con la caraffa arrivano due calici, che quasi ti spiace, e vorresti berlo nei bicchieracci.
I piatti sono, tutti, ben eseguiti e ampiamente soddisfacenti; a partire dalle penne: pomodoro delicato, senza punte acide, cottura al dente; e' vero che uno chef si misura sulle preparazioni semplici? Se e' vero, il tipo ai fornelli mostra un bel mestiere. La frittura e' varia, leggiadra, diresti "ideale". La zuppetta della moglie e' succulenta, abbondante, golosa. Pure troppo: il piatto successivo, che l'insaziabile moglie ordina, viene solo assaggiato (tonno in crosta con sesamo e pistacchi, una botta di creativita' dell'oste).
L'osteria, unico neo, non serve caffe'; ma quando ti alzi e continui la passeggiata tra i vicoli per tornare all'auto, incontri millanta (citazione veronelliana) caffe' aperti.
Sei felice; pranzo perfetto, location perfetta, nemmeno senti il peso delle vacanze che vanno a finire. Che ti viene voglia di consigliare il posto agli amici. Per quattro piatti e un contorno, mezzo litro di bianco, acqua, hai speso euro 55.
Osteria Libertaria - Cal. Matteotti, 12
57037 Portoferraio
Tel. 0565.914978
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