lunedì, febbraio 04, 2008

Dipendenza da Prosecco


Tanto per restare in tema di bollicine; tra le cose che ho in vendita, il Prosecco Extra Dry di Foss Marai e' uno dei prodotti piu' risalenti, come data di prima fornitura; io sono tendenzialmente portato a migrare di fornitore in fornitore, spesso solo per il piacere di proporre novita'; pero' il Prosecco in questione, da anni, crea qualche curioso fenomeno di dipendenza nei miei clienti; chi lo ha provato vuole quello, e non ne vuol sapere di assaggiare altro. Ho tentato di introdurre differenti Prosecco, ma succede che Foss generi appunto un' inspegabile dipendenza. Io pure, del resto, non ne sono estraneo, contagia anche me. In questi giorni, poi, ho verificato come la dipendenza produca crisi di astinenza, siccome ho passato la breve fase di interregno nella quale il produttore ha esaurito il Prosecco della vecchia annata, e sta spumantizzando il nuovo: nell'attesa, scaffale vuoto e cliente con l'occhio febbrile: quando arriva?
Va specificato che ho fior di amici enofili, appena un po' snob, che pronunciano "Foss Marai" con una smorfia di disprezzo pari solo a quella dedicata a termini come "Novello", tanto per intenderci. Io, che sono fieramente immune dalla Sindrome della Lingua Asfaltata, mi sono goduto oltremodo il Prosecco Extra Dry fresco d'arrivo.
Extra Dry, per inciso, non sta a significare molto secco, ma al contrario (misteri dell'italico modo di denominare) identifica i Prosecco con lieve, ma sensibile, residuo zuccherino; questa sottilissima dolcezza e' l'elemento quintessenziale di questo Prosecco, in grado di renderlo piacione e facilone quanto basta, perche' chi lo provi non voglia assaggiare piu' altro. "Con un poco di zucchero", diceva il saggio; alla morbidezza si aggiunge poi l'ampia, fragrante aromaticita' dell'uva Prosecco; la bottiglia appena aperta, fresca di spumantizzazione, esibisce per ora la tipica mela, ma un po' di vetro allarghera' il range su pesca, fiori. Insomma, classica bollicina semiseria, giuggiolona e goduriosa. Ho testato la delicata dolcezza in abbinamento con un pecorino molto stagionato, quindi sapido-piccante, e (parola di boy scout) ci stava a meraviglia.

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