venerdì, febbraio 08, 2008

Quando si dice essere telegrafici

"Alcuni dei migliori vini che ho bevuto in vita mia erano italiani; sfortunatamente, lo erano pure alcuni dei peggiori".
Ed ecco a voi, siore e siori, lo stato del vino italiano riassunto in una riga; forse e' solo un caso che questo ritratto telegrafico provenga da un redattore del Telegraph. Per intanto, offre notevoli spunti di meditazione. Aggiunge infatti che "un sorso di Sassicaia, morbido come la seta, e' il paradiso; un Pinot Grigio acido e crudo e' l'inferno". La classifica che segue, nell'articolo Top ten Italian wines di Jonathan Ray, ovviamente e' discutibilissima ed opinabilissima (accapigliarci sulle classifiche enoiche e' uno sport nazionale) ma la premessa e' davvero folgorante.

3 commenti:

  1. Beh, ognuno sul Sassicaia la pensa come vuole (a me piace molto), ma è innegabile purtroppo che col Pinot Grigio i vini davvero pessimi sono tanti.

    RispondiElimina
  2. Una classifica così, stilata da un tizio che abbina l'Arneis al merluzzo, lascia il tempo che trova. Peccato che non si possa replicare.
    Quando gli inglesi avranno vigneti con più di 700 varietà di uva e non solo 300, allora accetteremo un loro giudizio. Nel frattempo continuino pure a fare il whisky...

    RispondiElimina
  3. Invece fa moolto pensare il fatto che nelle enoteche di Londra il Sassicaia costi meno che da noi, ovvero l'equivalente di 65,86 euro. Qualcosa non quadra?

    RispondiElimina