venerdì, settembre 28, 2007

La rabbia


Maledetti rappresentanti.
Adesso vi racconto come funzionano alcuni venditori; i baroni della rappresentanza sono quattro o cinque vecchi culi di cemento che assommano qualcosa come duemila mandati a testa; hanno il meglio del meglio non per meriti personali ma per incomprensibili fenomeni di baronia (per cui se sei agente di -esempio- Ferrari diventi pure agente di Gaja, Antinori, e via griffando). Questi vecchiacci attaccati alle rendite non vanno mai in pensione, pure a novant'anni, ma continuano a vivere di vendite siglate rispondendo al cellulare sdraiati sotto l'ombrellone. Questi fenomeni parastatali della rappresentanza se ne fregano altamente di girare coi listini, che tanto il prodotto viene elargito soltanto alla categoria di clienti che e' simile a loro, cioe' i baroni della ristorazione e delle enoteche (similia cum similibus; oppure: chi si somiglia si piglia). Per inciso, i baroni tra gli enotecari sono sempre quei quattro o cinque vecchi eccetera eccetera, gli unici a cui la stampa fa riferimento quando parla di enoteche della tua citta'; per cui se il Gambero Rosso fa un articolo sulle enoteche di Genova, gia' sai dove andra' a parare. Io, nemmeno a dirlo, non appartengo a quel numero di baroni, e date le premesse spero ardentemente d'essere ignorato per il resto della mia esistenza.
E veniamo al motivo di tanto giramento.
Prima dell'estate sbarcava nella mia bottega, probabilmente per sbaglio o perche' aveva forato una ruota, il collaboratore di un barone; dìcesi collaboratore il giovane di bottega del culo-di-cemento, cioe' quello che per una percentuale esigua dell'intermediazione gira come un dannato col listino del capo, mentre questo fuma il suo Havana assieme all'altro enotecaro barone, sotto l'ombrellone eccetera (ci siamo capiti, ormai). Il giovane di bottega ha comunque tra i 40 e i 50 anni (si e' giovani a 50 anni, si sa). Da parte mia, ho scrutato il listino pochi secondi, quanto basta per rendermi conto che l'occasione andava afferrata al volo. E siccome qui non si fanno nomi, ma solo cognomi, diro' che il listino sul quale ho fatto il sorriso da pescecane era quello di Giacomo Conterno. Commetto pero' un errore atroce (il primo di una serie) e lo congedo pregandolo di rifarsi vivo a settembre, per un ordine. Contavo sul fatto che ci fossimo capiti: io paria dei bottegai, tu paria dei venditori, uniamo le nostre solitudini in un connubio tra perdenti.

Piccolo inciso: io avevo in cuore di passare a Monforte, presso il produttore in questione, da circa duemila anni; il suo prodotto e' quel che si dice un must, ma non in quanto griffone fighetto; e' proprio un gran vino, del genere memorabile. Il Barolo Monfortino, pure nel suo prezzo stellare, segna da sempre un punto di riferimento per la produzione dell'area; ricordo la prima volta che l'assaggiai, dal Pescatore; il boss Antonio Santini aveva il Monfortino fuori carta dei vini, in quanto affermava fosse sua fornitura personale; ma gentilmente accetto' la nostra richiesta.

Nonostante tanta premessa, non ho mai trovato il tempo (e forse la voglia di sentirmi dire "no") per visitare Conterno. Avrei dovuto farlo, se non altro perche' aspettare la visita del suo agente equivaleva ad aspettare Godot. Secondo errore.
Insomma, arriviamo allo showdown. Ieri il mio venditore paria mi illustra le disponibilita' del listino; io non mi accontendo di annunciargli che sono interessato all'acquisto, aggiungo pure che passerei lunedi' prossimo a Monforte, per ordinare direttamente in cantina dopo una visita. Tutto molto bello, vero? Un po' troppo.
In serata mi avvisa, il simpatico venditore, che il prodotto desiderato (Monfortino e Barbera Cascina Francia) non e' disponibile. E allora, chiedo, perche' giri col listino? Mah, non lo so, tanto questi non me li chiede nessuno perche' sono troppo cari, dice lui.
Ora dimmi tu se non dovrei essere mangiato vivo dalla rabbia.
Ma mica contro il venditore. No, io sono arrabbiato con me stesso. Dopo ere geologiche che spaccio vino, ancora non so che certa roba va prenotata? Ancora non so che ci sono delle liste d'attesa? Ma quanto sono stato fesso? Come ho potuto credere che esistesse Babbo Natale, e che facesse il collaboratore di un agente barone?
Gran finale: lunedi' prossimo niente visita in azienda, hanno troppo da fare per la vendemmia e poi il prodotto non e' disponibile, che vieni a fare?
Ora dimmi tu se non dovrei essere mangiato vivo dalla rabbia.

7 commenti:

  1. non sono uno dei ristoratori "baroni" che tu citi pero´capisco la tua situazione...a me hanno consegnato le mie prime 3 bocce di Masseto 2002 dopo 3 anni di minimo 5mila euro di roba ordinata frescobaldi e solo perche´nel frattempo un altro ristorante era sceso "sotto".
    purtroppo e´pieno il mondo di questi giri e secondo me la distribuzione e i rappresentanti in questo mondo enoico sono i veri dinosauri...
    cmq finche´gli dura, beati loro chi fa incetta di conterno, masseto, sassicaia...
    intanto noi cerchiamo la robina nuova ma buona che conosciamo solo noi!
    Ma scusa con quanto DiarioEnotecario e´famoso sul web, non hai nessun canale privilegiato?

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  2. Come sai, ho mollato i ricattatori da tempo, si arrangino. Cercare, e trovare, alternative valide e' perfino troppo facile.
    Quanto alla questione del blog: spero di non deluderti, ma questo blog e' letto da quattro gatti, e non fornisce alcun potere; certo, verra' un giorno in cui questo accadra' pure da noi, ma noi bloggaroli saremo tutti in pensione (forse).

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  3. e altri useranno il nostro lavoro per costruire il loro futuro...the same old story!

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  4. Sono uno dei quattro gatti che legge. Sono soltanto un appassionato e mi piace quanto il blog esprime. Prosit.

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  5. tanti gatti ed almeno un cane sciolto ;) ti leggo ogni giorno.

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  6. Ti capisco! E' per questo che è nato il blog www.rabbiamadeinme.it! Per sfogarci di tutto quello che ci fa "sbiellare" e ricominciare la giornata un pò più rilassati!
    Ciao Slavich

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