E' normale che la connettivita' per un bottegaio che si ostina a qualificarsi "vinoteca online" sia down da martedi' scorso? Risposta: e' normale. Normalissimo, inevitabile, ineluttabile. Tutto e' arcano, inspiegabile e surreale, come una telefonata ad un call center di Wind-Infostrada. Restiamo tra coloro che son sospesi, e chissa', un giorno torneremo alla modernita'. Nel frattempo, vogliate gradire alcuni avanzi di comunicazione inespressa causa ISP.
1. Il duro mestiere.
Qui non si puo' mica fare solo prelievo di scaffale di vini fighetti: bisogna pure testare la produzione entry-level. Questa settimana ho riassaggiato il rosso base (sangiovese umbro) della Cantina dei Colli Amerini. Dimostra la possibilita' di bere un vino che costa, in enoteca, euri 3,90 (tre e novanta, in lettere) pure svettando ad un punteggio di 75/100. Incredibile ma vero.
Poi, l'altroieri, ho toccato il fondo portando a casa un formato da litro e mezzo di Bonarda Oltrepo' che e' in prova (per non dire in beta testing, come sempre). Dopo lo sconcerto della coniuge, normalmente nutrita a Champagne Grand Cru Rose', il grande formato (a bottega ad euri sei) ha superato la prova, attestandosi a 71/100.
2. Brunellopoli Cernilli's way.
E' passato qualche giorno dalla proposta di Daniele Cernilli al sindaco di Montalcino, attraverso il forum del Gambero Rosso: "sarebbe sufficiente vietare in tutto il territorio comunale il trasporto di vini sfusi provenienti da fuori, in contenitori superiori ai 5 litri, con deroga, a chi ne facesse espressa richiesta. E che dovrebbe comunicare preventivamente i dati del vettore utilizzato, almeno due o tre giorni prima del trasporto, al Comando dei Vigili Urbani di Montalcino. Targa del mezzo, nome del conducente, motivo del trasporto ed, ovviamente, il percorso da effettuarsi all’interno del comune con destinazione finale".
La proposta, utile a vanificare temuti fenomeni di violazione al disciplinare del Brunello (nel quale i simpatici lazzaroni de L'espresso hanno abbondantemente pucciato il biscotto - senza alcuna costruttivita') mi pare alquanto sensata, per questo la rilancio; sono sinceramente curioso di leggere se il primo cittadino ilcinese accogliera' la richiesta, che, ribadisco, trovo semplice e praticabile. Speriamo non si accampino carenze di personale o similia. In attesa, stay tuned.
3. Le dita a V (e non in segno di victory).
A quella certa mega convention del settore c'erano pure quelli della Coop a ricordarci/vi/gli che la Coop-sei-tu. Mandarli affa e' inelegante, ma ho esaurito gli argomenti. Sia chiaro, non perche' gli argomenti non siano in mio possesso. Semplicemente, gli argomenti sono gia' stati diffusi.
Caro Fiorenzo, come non darti ragione sul punto 3?
RispondiEliminaE' evidente che oramai in questo settore ci sono argomenti che non puoi assolutamente mettere in discussione né con le parole, né con i fatti. Bisogna dichiararsi, schierarsi, meglio anzi omologarsi. Il consumismo impera, anche nella nicchia, la GDO ci insegna a vivere meglio. Ma come abbiamo fatto, noi miseri mortali, a non avere ancora capito quanto siano importanti nella vita i consigli per gli acquisti?
Non riesco a capire bene la proposta di Cernilli. Il trasporto di vini sfusi da sempre funziona così: ci vuole un documento apposito, redatto e fatto timbrare ad una autorità (di solito l'ufficio agricoltura del comune di spedizione) PRIMA del trasporto. E ci deve essere scritta, oltre che ovviamente la destinazione, anche le generalità del trasportatore, la targa, cosa si trasporta, ecc.
RispondiEliminaDi fatto già esiste oggi una cosa del genere, ma non serve a scoraggiare le frodi. E neanche quella che propone Cernilli, perché uno può acquistare vino da fuori zona legalmente anche se sta a Montalcino. Poi se la vasca in cantina per sbaglio vede cambiato il cartellino...ops.
Secondo me non è sbagliata, non è utile al risultato.
Direi che la differenza qui consiste nel fatto che le autorita' comunali di Montalcino metterebbero il naso nelle cantine di chi convoglia, da fuori, vino sfuso. Che poi questo finisca per essere una ulteriore forma di controllo temo sia inevitabile; l'efficacia dovrebbe risiedere nel fatto che il produttore farlocco di Brunello sarebbe nella condizione di non potersi approvigionare (pena la gogna davanti al castello, non so).
RispondiEliminaA tagliar la testa al toro ci hanno pensato gli americani: il bureau of alcohol&tobacco (ATF), ufficio governativo, ha chiesto che ai documenti doganali siano allegate le analisi qualitative (100% sangiovese) per tutte le bottiglie di Brunello importate....
RispondiEliminasi, ma il punto intanto e' che non e' illegale acquistare vino sfuso da fuori, che poi molti giustificano come vendita per vino da tavola o per altre denominazioni esistenti (es. Sant'Antimo, pace all'anima sua). E' illegale utilizzarlo per farne un uso illecito, ma questo poi deve essere comunque dimostrato, come infatti si sta vedendo in questi giorni con la nomina di 35 esperti che molto probabilmente lascera' il tempo che trova.
RispondiEliminaQuindi, ancora: serve a cosa questa cosa? Boh.
Tra parentesi, gli americani ancora una volta ci danno la dimostrazione di cosa vuol dire "regole". Non hanno sentito tanti c...i, nel dubbio hanno messo il blocco. Come poi possano produrre documenti che attestino che un vino e' fatto solo con sangiovese, quello lo voglio vedere con i miei occhi, perche' ad oggi non esiste nessuno, e nessun metodo analitico, in grado di certificare una cosa simile.
In effetti non é specificata quale analisi sia richiesta, presumo quella standard dell'OIV di Parigi. Il documento riporta che in mancanza di una dichiarazione conforme che dimostri la presenza nelle bottiglie unicamente di sangiovese, tutte le partite di Brunello relative alla vendemmia 2003 verranno bloccate in dogana a partire dal 9 giugno 2008. Il documento é stato depositato presso la nostra ambasciata di Washington e da qui girato via fax al Ministero degli Esteri. Il 10 giugno é prevista una visita degli ispettori dell' Attb a Montalcino per stabilire un protocollo d'intesa e conoscere la lista delle aziende coinvolte.
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