domenica, dicembre 31, 2006

Polpettone di fine anno


No, non sta diventando un blog di ricette. Il polpettone che sporziono e' altra cosa, il solito riciclo degli avanzi, senza pretese d'essere esaustivo (e chi ci riesce mai). Si fa ordine in magazzino, diciamo.

Rete e blogghitudine.
Credo che questo luogo (la rete) sia il migliore dei mondi possibili, in termini di comunicazione. E paradossalmente non e' perche' gli internauti due-punto-zero siano piu' bravi, rispetto ai canali informativi ufficiali. Semmai perche' mi sembra tecnicamente impossibile fare peggio di loro; e' impossibile essere piu' improbabili dei signori mainstream. Da queste parti ci si autobilancia e ridiscute nemmeno quotidianamente; direi ogni secondo. Pure se non mancano gli scazzi: per restare nel nostro orticello enoico, da queste parti si puo' scrivere tutto e il contrario di tutto, ma attenti a non pestare i piedi a lorsignori. Se dici che una certa reclame di un certo vino in brik fa pena, rischi la querela.
Ecco, parliamone. Querelare il blogger e', semplicemente, senza senso. La formula del blog e' la seguente: io scrivo, esprimo un'opinione; tu leggi, non sei d'accordo, inserisci un commento (magari pure aspro, duro) e motivi la tua contrarieta'. Loro, tutti gli altri, leggono e si fanno un'idea. E' chiaro? Avviene tutto facilmente ed in tempo reale. Tuttavia, qualcuno ritiene meglio usare il vetusto sistema giudiziario; che prevede, se qualcuno non lo sa, che il blogger cancelli il post, oppure che la polizia postale apponga qualche genere di lucchetto al sito (ùrendo, nemmeno voglio pensarci). Effettivamente, e' molto meglio questo, che scendere da cavallo e confrontarsi con la plebe, no? Qua sotto, la plebe si sta facendo un'idea sempre piu' precisa di lorsignori.

Vino e dintorni.
Io non mi sorprendo mai abbastanza, riguardo alle infinite possibilita' di discussione che genera una bottiglia di vino. Dico discussione intendendo dibattito, dialettica, chiacchiera in liberta', e poi opinioni, punti di vista, quindi visioni del mondo, via via fino all'etica, alla politica e alla trascendenza dell'anima passando per l'esistenza della vita su altri pianeti. Insomma, da questa celebrata bottiglia di vino non sai mai che esce, quando la stappi, che se ti lasci prendere la mano esageri mica poco, e ottieni che chi ancora non fa parte del nostro mondo meraviglioso solleva tutte e due le sopracciglia e ti gira le spalle perplesso. Messaggio per costoro: non fatelo, restate con noi, siamo assai meno peggio di quel che sembriamo. Alcuni sono pure simpatici. Enofili, ci chiamano. Dai, restate.

Capodanno? Ah, gia', e' Capodanno.
Questo blog e' denatalizzato e decapodannizzato. Non ci sono babbi natale appesi, stelle filanti e presepi; questo per dire che se qui non si fanno auguri di buon anno e altre robe rituali del periodo, non e' dovuto al fatto che io sono inurbano. Appartengo alla schiera degli insensibili all'evento; come e' noto, nessuno e' perfetto. Cio' detto, scio', andate a festeggiare; ci si rivede, piu' belli e piu' superbi che pria.

2 commenti:

  1. Tollerenza, comprensione, condivisione...
    la invochi per gli altri ( i non-enofili) e poi la neghi a chi invece si ostina ancora a festeggiare - come può - Natale (festa religioso divenuta laica) e capodanno (festa laico-religiosa)?
    Ti assicuro che se vivessi in un paese musulmano o buddista, pur non condividendone le professioni religiose, mi unirei ai festeggiamenti.
    Homo (anzi: mulier) sum; nihil a me humanum alienum poto...

    Buon anno, enotecaro!

    L.

    RispondiElimina
  2. ..acc...alla fretta!!
    Prego correggere: nella tastiera è rimasta la frase "delle loro ricorrenze" dopo la parola "festeggiamenti", mentre "poto" (lapsus freudiano, decisamente) va sostituito con "puto".
    Thanks!

    L.

    RispondiElimina