Questo è un blog enoico. Il vino è un alimento totalmente diverso da qualsiasi altro: evolve, ha carattere ed è imprevedibile (come l'umanità, insomma). Per questo è interessante. E non è industriale.
sabato, maggio 26, 2007
Non so, ma ti spiego
Lettera pubblicata oggi sul giornale della mia citta' (che e' questo, ma la versione delle lettere online non si trova e m'e' toccato ricopiare tutto, che faticaccia).
"Ci sono personaggi che vanno per la maggiore nella nostra TV, si spacciano per cuochi e mettono insieme pseudo manicaretti che non mangerei neppure sotto tortura. Io considero quei piatti un deterrente per topi, piu' che cibo prelibato. Eppure, pensate, non vengono chiamati cuochi, ma addirittura maestri [...] ma questa gente normalmente che cosa mangia per trovare deliziosi questi intrugli?"
La risposta e' affidata a Maurizio Maggiani (mica pizza e fichi). Il nostro, rispondendo, non trova di meglio che rievocare la cucina della mamma (che novita'). Dice Maggiani: "Mia madre era una contadina, ha imparato a cucinare durante la guerra, sapeva cos'era la fame [...] e la sua arte consisteva nel placare la fame con dignita' e buon gusto [...] Era maestra nella raccolta dei sette erbetti di ripa [...] nelle lasagne con il ragu' di funghi poppini". E continua: "ho girato le trattorie del mondo, mi sono applicato con diuturno sforzo, ho avuto piu' di una compagna che ci si e' provata ma da quando lei [la mamma] se n'e' andata a quelle pietanze [...] ho rinunciato. Dunque posso dire che mia madre fosse maestra, modesta e limitata, ma eccellente maestra. Per quanto riguarda i maestri televisivi, non so esprimere un giudizio, non so che fanno perche' non li sto a guardare". Infine conclude: "per un certo periodo ho fatto del giornalismo gastronomico. Ho dovuto cambiare lavoro per gravi disturbi agli organi della digestione, del gusto e dell'olfatto".
Beh, nulla di nuovo sotto il sole, si dira': il solito atteggiamento di rifiuto da eccesso; troppa celebrazione, troppa esibizione, troppo di tutto, segue saturazione.
C'e' pero' una forma di errore di metodo in questo genere di atteggiamento. La critica che nasce dalla dichiarazione piu' o meno esplicita di incompetenza, nasce male. Trovo imbarazzante che qualcuno dichiari in modo evidente di non capire alcunche' su un determinato fenomeno, ma immediatamente pretenda di liquidarlo come sbagliato, eccessivo, magari pure deleterio. Alla base dell'indignazione del lettore, per esempio, c'e' una notevole incompetenza relativa al simpatico mondo gourmet; definire veleno per topi il prodotto di uno chef qualifica la persona che scrive. La risposta, poi, e' altrettanto scoraggiante: Maggiani non sa esprimere un giudizio, ne' sa che fanno questi malefici cuochi, e tuttavia gli tocca liquidarli come indegni della cucina materna. Volendo maramaldeggiare sul commento di Maggiani, diro' che pure io sono incompetente di fisica nucleare, ma non mi son mai permesso di dire che al Cern stiano cazzeggiando. Insomma, sia per il lettore, che per il commentatore: avere una buona competenza su un argomento non e' necessario ne' obbligatorio, ma da questo dovrebbe discendere pure che ogni giudizio relativo a quell'argomento non e' ne' necessario, ne' obbligatorio. Questo non e' voler richiedere chissa' che competenza specifica per avere un'opinione; tuttavia corre una certa differenza tra opinione e scomposta chiacchera da bar; mentre tutti cerchiamo di stare alla larga dalla seconda eventualita', pure i giornali farebbero bene a discernere riguardo alle lettere a cui dare risalto.
Sorvolero' infine sulle sfortune di Maggiani giornalista gastronomico. Qui e' ovvio che la colpa e' stata degli editori, avevano Maggiani a libro paga e l'hanno spedito a recensire le pizzerie di Chernobyl? Che vergogna.
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ho letto la lettera sulla carta (quella del secolo) e la ritrovo qui... penso sia eccessiva, anche se in certi punti mi trova d'accordo (l'autocelebrazione tipica della tv, l'esibizionismo a tutti i costi, financo alla ricetta talmente strana pur di apparire) per il resto credo che ognuno dovrebbe guardare in casa propria... perchè il lavoro nella cucina è fatto di tante ore, specie nelle festività, di tanta passione, di sudore, e scottature... e da li a dire che certe ricette van bene per i topi ce ne passa........
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