[Post verboso ed appisolante, vedi tu se proseguire. Quelli che giungono alla fine vincono il solito link pornazzo]
Premessa: il lavoro dell'imprenditore consiste nell'organizzare gli aspetti logistici del suo business. In questi giorni di potente stress economico commerciale ci si affanna a dare un'occhiata critica ai conti, pure alle minuzie (a costo di sembrare il solito paranoico, ho la perenne impressione che qualcosa stia per accadere, sapete, l'oro che sale, il dollaro che crolla, mah). Quindi, specificamente, oggi sto lavorando ad analizzare una voce di costo relativa ad un fenomeno noto a chiunque gestisca spedizioni a mezzo corriere: gli smarrimenti e le rotture. Nel corso dell'ultimo dicembre le spedizioni che ho effettuato sono andate, quasi tutte, perfettamente; resta, pero', un fisiologico (probabilmente ineliminabile) numero di disguidi; quando l'imprenditore (in questo caso l'enotecaro) verifica che la spedizione non e' andata a buon fine, contatta il committente per annunciargli il reinvio della merce perduta: questo, come e' ovvio che sia, e' a totale costo dell'imprenditore. In soldoni, il mio corriere ha perso/distrutto merci per circa trecentocinquanta euri, lo scorso dicembre. La cifra appare trascurabile (ed in effetti, lo e', quasi); non e' trascurabile, secondo me, la dinamica che dovrebbe presiedere alle responsabilita', ed ai rimborsi, in capo al corriere, a seguito di questi disguidi. Vediamo nel dettaglio come funzia la cosa. La lettura potrebbe avere qualche utilita' per qualcuno, tra voi, che coltivasse la malsana idea di buttarsi nell'e-commerce.
La responsabilita' nel risarcimento delle merci perdute dal corriere e' regolata dalla cosiddetta legge vettoriale 140, che impone un risarcimento per tali inconvenienti, nella misura di un (1) euro a chilo; ad esempio, una cassetta di vini pregiati, del valore di duecento euri, che pesa dieci chili, se persa o danneggiata viene rimborsata con dieci miserrimi eurini; la ratio alla base della normativa e' in parte comprensibile, giacche' il corriere, se dovesse assumersi certi rischi di costi, probabilmente non accetterebbe la commessa; arrivati a questo punto ad ogni lettore attento sara' venuta in mente la parolina "assicurazione": questo genere di consegne vanno (andrebbero) assicurate; la cosa, pero', e' meno facile di quanto appaia. Chi dovrebbe assicurarsi? Io credo che i costi assicurativi dovrebbero essere in capo al corriere e compresi nel prezzo della spedizione; ovviamente cosi' non e', e tali costi sono un extra a carico del committente, cioe' a carico mio, ergo a carico tuo, che sei mio cliente; tale costo, va detto, aggrava il prezzo della spedizione in misura davvero intollerabile, e quindi cosa si fa? Avete indovinato, si corre il rischio. Il costo assicurativo, fisiologicamente, dovrebbe essere un aspetto gestito dal corriere, in quanto il corriere, negoziando con la compagnia di assicurazione migliaia di invii e conseguentemente di assicurazioni, puo' ottenere condizioni di costo assicurativo talmente vantaggiose da renderlo tollerabile; arrivo a dire: potrebbe essere compreso nel prezzo della spedizione singola, applicata all'imprenditore committente. Invece io, applicando una tantum una assicurazione su un valore specifico, ho semplicemente costi assurdi; ergo, ribadisco, corro il rischio; ma siccome l'imprenditore puo' (deve) correre rischi calcolati, finisce per "spalmare" il costo potenziale di tali disguidi sul prezzo finale del servizio; ed eccovi cosi' servita una tipica ricetta da carenza di modernita': il servizio inefficente del corriere finisce per essere un costo all'utente finale; spero sia chiaro che utenti finali, a turno, lo siamo tutti.
Di contorno, ci sono interessanti aspetti formali. Sempre per parlar di pecunia (che non olet finche' e' la tua) in questi giorni sto saldando ogni scadenza sulle fatture del mio corriere; curiosamente, le pratiche di rimborso (assolutamente simbolico, come si e' visto) sono del tutto in alto mare, e non ho nessun segno di vita da parte di coloro i quali sarebbero incaricati di tale pratica; a questo proposito, poi, trovo alquanto incongruente un aspetto: il mio corriere stipendiera' un suo addetto a presiedere alla trafila relativa ai rimborsi che, ci scommetterei, gli costera' assai di piu' del misero euro a chilo destinato a me; paradossalmente, l'imprenditore-corriere affronta dei costi, per gestire i rimborsi, assai maggiori dell'ammontare dei rimborsi stessi; non male, come contraddizione: volendo esagerare gli elementi paradossali, potrei dire che la struttura dei lavoratori subordinati nel team del corriere ha quasi un perverso interesse a che il servizio sia raffazzonato e pieno di falle, nella misura in cui questo disservizio garantisce carichi di lavoro. Sia chiaro: sto parlando per amore del paradosso.
Nel blog di Francesco de Francesco ospitato su Vinix.it ho trovato l'interessante post relativo ad una sua disavventura con un corriere: ne consiglio la lettura, anche perche' rende evidente un aspetto che, a mio modo di vedere, e' abbastanza centrale nella dinamica che attiene al lavoro dell'imprenditore; come dicevo in apertura, l'imprenditore esercita il controllo logistico sugli elementi del suo business; per quanto mi riguarda, e' estremamente frustrante prendere atto della totale impossibilita' del controllo su un anello della catena che, a volte, e' l'unico punto di contatto tra me ed il cliente finale: cioe' l'incaricato alla consegna; se e qualora questi si dimostra tragicamente inefficente, in definitiva rende tale pure il mio prodotto e/o servizio; nel post in questione si descrive la figura semicomica di un "corriere che si rifiuta però di consegnare. L'omino dice di avere il mal di schiena e che non ci pensa lontanamente a prendere lui il pacco. Torna indietro a mani vuote, quindi". Che fare con elementi cosi'? Puo' essere di momentaneo sollievo malmenarlo a sangue, ed una volta rotolato a terra finirlo a calci. Tuttavia ogni altra soluzione piu' costruttiva sarebbe preferibile.
Questo è un blog enoico. Il vino è un alimento totalmente diverso da qualsiasi altro: evolve, ha carattere ed è imprevedibile (come l'umanità, insomma). Per questo è interessante. E non è industriale.
giovedì, febbraio 28, 2008
martedì, febbraio 26, 2008
Momenti odontalgici (ovvero degu rimandata)
Accade che questa settimana, probabilmente pure venerdi', avro' a che fare con sadici odontoiatri; questo significa, tra l'altro, che la degustazione verticale di Barolo Mascarello (Bartolo) e' rimandata, per la precisione a venerdi' 14 marzo, stessa ora. D'altra parte, poche cose come l'amalgama del dentista sono in grado di sovvertire del tutto la percezione gustativa. Sorry for the delay.
domenica, febbraio 24, 2008
Corruzione strutturale
Montalcino (Siena), 23 feb. (Apcom) - "Io che non ero mai riuscito a bere vino, finalmente a 43 anni ho cominciato a bere e il Brunello mi ha corrotto strutturalmente". Così l'amministratore delegato di Fiat, Sergio Marchionne, commenta la presentazione della nuova annata del Brunello a Montalcino.La citazione proviene da qui. Eppero', mentre il bigboss Fiat si sperticava in lodi (siccome era pure sponsor di BB), i lapovestiti Marchionne-boyz, fuori dalla fortezza di Montalcino, bevevano birra. Dìcesi corruzione strutturale.
sabato, febbraio 23, 2008
Live and direct frm BB
Diciamola tutta: si viene al Benvenuto Brunello 2008 per i Rosso di Montalcino 2006, piuttosto che per i Brunello 2003; i cadetti stanno facendo un figurone. Qualche hint: Fuligni, Capanna di Cencioni, La Gerla, Gorelli.
Fine della pausa, si torna al lavoro, che qui se ti vedono col palmare dicono: bello, e' l'Iphone?
Iphone a me? Tsk.
Fine della pausa, si torna al lavoro, che qui se ti vedono col palmare dicono: bello, e' l'Iphone?
Iphone a me? Tsk.
venerdì, febbraio 22, 2008
State alla larga, questo e' un blog
[Via Mantellini, che era via MCC, e via cosi'; un filmino per il fine settimana]
Spesso qui si parla pure di blogghitudine, e di cosa sia (o non sia) il blog. Bruno Vespa ci viene in aiuto, nel modo che gli riesce meglio: disinformando. Date un'occhiata, rendetevi conto, poi spegnete subito il computer: siete su un blog pure voi.
Spesso qui si parla pure di blogghitudine, e di cosa sia (o non sia) il blog. Bruno Vespa ci viene in aiuto, nel modo che gli riesce meglio: disinformando. Date un'occhiata, rendetevi conto, poi spegnete subito il computer: siete su un blog pure voi.
Dai confini dell'impero
Avrete letto in giro che e' tempo di grandi assaggi; solo questa settimana, in Tuscany, ci sono le anteprime di Chianti Classico, Nobile di Montepulciano, per non dire di BB (Benvenuto Brunello). Insomma, gli addetti alla comunicazione sono indaffaratissimi a comunicare. Qui, ai confini dell'impero, nella citta' straziata dalla recessione (allegri eh) in settimana e' apparso un rappr(esentante) dimessissimo che mi ha invitato all'Evento degli Eventi, "Il Custoza a Genova"; scusate, modestamente pure noi non scherziamo. Spieghiamo brevemente che il Bianco di Custoza e' una Doc del veronese alquanto poco modaiola (ha un sacco da comunicare, quindi). Anzi, rigirandomi l'invito tra le mani, m'ha trafitto il ricordo della fenomenologia del vino sfigato; mi sono autocitato a me stesso, toccando cosi' il fondo dell'autoreferenzialita', e volentieri mi sono deciso a prender parte, iersera, all'Evento.
L'invito, aggratise per noi operatori, costava comunque euri 6 alla plebe; recita: "il costo simbolico della degustazione e' di € 6". Simbolico? Mah. La kermesse porta l'imprimatur di tale GoWine.it, il cui sito, spiace dirlo, appare in stato d'abbandono, e non reca alcuna utile funzione (perlomeno, io non son riuscito a capire dove siano nascoste le news) e risulta comunicativo come un mimo alla radio. Ari-mah.
Comunque, bando alle ciance da hater e vediamo che s'e' assaggiato. Diciamo subito: complimenti agli intervenuti (13 produttori, in tutto) che hanno presentato Custoza, Custoza Superiore, Spumante e Passito; i bianchi della vendemmia 2007 avevano, quasi tutti, bella bevibilita' e sapidita', two thumbs up ecumenico, ed in generale brillante tono minerale. Oddio, ho detto minerale, scusate; il fatto e' che il termine era ampiamente abusato da tutti, durante gli assaggi: "il terreno e' morenico, il Custoza e' minerale". Il che m'ha fatto ripensare al mega lavoro compilativo di Aristide; lavoro tanto mega quanto vano? Triste destino del blogger. Tornando ai Custoza, segnalo le interessanti release della versione passita, suadentissima e asfaltante. Tra le aziende, due consigliabili:
In definitiva una buona tornata d'assaggi, in una location adeguata e ben organizzata, assai poco affollata (per forza, gli assaggiatori seri erano tutti in Toscana). Anzi, a questo proposito: domani, Benvenuto Brunello pure io.
[Nell'immagine, l'area del Custoza, dal sito della Regione Veneto]
L'invito, aggratise per noi operatori, costava comunque euri 6 alla plebe; recita: "il costo simbolico della degustazione e' di € 6". Simbolico? Mah. La kermesse porta l'imprimatur di tale GoWine.it, il cui sito, spiace dirlo, appare in stato d'abbandono, e non reca alcuna utile funzione (perlomeno, io non son riuscito a capire dove siano nascoste le news) e risulta comunicativo come un mimo alla radio. Ari-mah.
Comunque, bando alle ciance da hater e vediamo che s'e' assaggiato. Diciamo subito: complimenti agli intervenuti (13 produttori, in tutto) che hanno presentato Custoza, Custoza Superiore, Spumante e Passito; i bianchi della vendemmia 2007 avevano, quasi tutti, bella bevibilita' e sapidita', two thumbs up ecumenico, ed in generale brillante tono minerale. Oddio, ho detto minerale, scusate; il fatto e' che il termine era ampiamente abusato da tutti, durante gli assaggi: "il terreno e' morenico, il Custoza e' minerale". Il che m'ha fatto ripensare al mega lavoro compilativo di Aristide; lavoro tanto mega quanto vano? Triste destino del blogger. Tornando ai Custoza, segnalo le interessanti release della versione passita, suadentissima e asfaltante. Tra le aziende, due consigliabili:
Azienda Agricola Tamburino SardoTamburino Sardo ha presentato un Custoza Superiore a buoni standard ed un fantastico passito. Monte del Fra', azienda di maggiori dimensioni, aveva un Cusotoza notevolissimo per prezzo/qualita', e due versioni di spumante, un Brut ed un Dry appena dolce, interessante in abbinamento su pasticceria secca.
Strada Tamburino Sardo - 37060 Custoza (VR)
Tel. 045/516190 [niente sito]
Azienda Agricola Monte del Fra'
Strada Custoza, 35 - 37066 Sommacampagna (VR)
Tel. 045/510490 [sito]
In definitiva una buona tornata d'assaggi, in una location adeguata e ben organizzata, assai poco affollata (per forza, gli assaggiatori seri erano tutti in Toscana). Anzi, a questo proposito: domani, Benvenuto Brunello pure io.
[Nell'immagine, l'area del Custoza, dal sito della Regione Veneto]
martedì, febbraio 19, 2008
lunedì, febbraio 18, 2008
Prove tecniche di degu verticale/2
Come anticipato qui, la degu verticale su tre Barolo di Bartolo Mascarello (2003, 2001, 2000) nonche' due Barbera d'Alba (2005 and 2004) si tiene chez enoteca, cioe' da me, a bottega, venerdi' 29 febbraio 14 marzo ore 21. In giornata allerto via mail quelli che si prenotarono per tempo (oggi mi trovo in giro per il mondo); tutti gli altri possono segnarsi, qui.
Il numero e' chiuso (max dodici assaggiatori); il price si conferma,
venti euri cadauno; ricchi premi e cotillons. Cive, come si dice.
Il numero e' chiuso (max dodici assaggiatori); il price si conferma,
venti euri cadauno; ricchi premi e cotillons. Cive, come si dice.
mercoledì, febbraio 13, 2008
E io che ci vado a fare?
Reuters: "il 50% del Brunello 2003, che sarà presentato ufficialmente il 22 e 23 febbraio, è già stato venduto". Bene, e che ci si va a fare, a Benvenuto Brunello? Ma si, una gita.
sabato, febbraio 09, 2008
Visione
E siccome arriva il fine settimana, diamoci alla cinefilia alternativa; consiglio la visione di questo film. Tre ostacoli, non insormontabili: occorre il plugin Divx (scaricabile qui), bisogna conoscere l'inglese (bene) e serve la banda larga. Ah, servono pure larghe vedute.
venerdì, febbraio 08, 2008
Quando si dice essere telegrafici
"Alcuni dei migliori vini che ho bevuto in vita mia erano italiani; sfortunatamente, lo erano pure alcuni dei peggiori".
Ed ecco a voi, siore e siori, lo stato del vino italiano riassunto in una riga; forse e' solo un caso che questo ritratto telegrafico provenga da un redattore del Telegraph. Per intanto, offre notevoli spunti di meditazione. Aggiunge infatti che "un sorso di Sassicaia, morbido come la seta, e' il paradiso; un Pinot Grigio acido e crudo e' l'inferno". La classifica che segue, nell'articolo Top ten Italian wines di Jonathan Ray, ovviamente e' discutibilissima ed opinabilissima (accapigliarci sulle classifiche enoiche e' uno sport nazionale) ma la premessa e' davvero folgorante.
Ed ecco a voi, siore e siori, lo stato del vino italiano riassunto in una riga; forse e' solo un caso che questo ritratto telegrafico provenga da un redattore del Telegraph. Per intanto, offre notevoli spunti di meditazione. Aggiunge infatti che "un sorso di Sassicaia, morbido come la seta, e' il paradiso; un Pinot Grigio acido e crudo e' l'inferno". La classifica che segue, nell'articolo Top ten Italian wines di Jonathan Ray, ovviamente e' discutibilissima ed opinabilissima (accapigliarci sulle classifiche enoiche e' uno sport nazionale) ma la premessa e' davvero folgorante.
mercoledì, febbraio 06, 2008
I rappr ed io
[Nel mio slang, i rappr sono i rappresentanti; cioe' gli agenti di commercio, gli intermediari tra me ed i produttori]
In questi primi mesi dell'anno l'enotecaro, teoricamente, e' intento a riassortire il magazzino dopo le vendite natalizie. Il teoricamente e' d'obbligo, visto che ci si ritrova con una bella quantita' di rimanenze; consola il fatto che, nel mio ambito commerciale, le rimanenze sono anche Barolo e Brunello, quindi nulla che mi possa angustiare troppo; di fatto, sto facendo pochi acquisti. I rappr, invece, sono scatenati; hanno fame e sete di vendere. Ed io fornisco loro scarsissime soddisfazioni.
Il guaio e' che sta succedendo qualcosa di strano. Succede, cioe', che io ormai da un bel po' di tempo sto intrattenendo rapporti diretti con svariati produttori; onestamente, non so come sia successo; e' come se l'uso della rete abbia catalizzato una potenzialita' latente, per la quale io e loro (i produttori) stiamo dialogando velocemente e senza troppe mediazioni. Avrete gia' capito dove sto andando a parare, ed evitero' di usare la trita parolina (disintermediazione) ma e' un fatto: da che io sono in rete, molti produttori approffittano dell'occasione per approcciarmi e dirmi: salve, ci siamo pure noi, produciamo Dolcetto (o Orvieto, o Ciro', o Vattelapesca); oppure si ha il fenomeno contrario, per il quale io cerco, trovo il sito, mando un mail, eccetera eccetera. Basta vedere cosa sta diventando Vinix.it, pure se incasinato come dice Aristide, per capire che pian piano qualcosa sta succedendo: alcuni produttori riescono a gestire la comunicazione in prima persona, e quelli come me sono pronti ad ascoltare; gli appartenenti al primo gruppo, ed al secondo, al momento sembrano ancora una minoranza, ma io credo che il meccanismo si sia innescato in modo alquanto irreversibile. Ed i rappr, allora? Che ci stanno a fare, che futuro per loro?
Esattamente come per ogni categoria disintermediata (quorum ego) l'eventuale valore aggiunto che sapranno apporre al loro servizio fara' la differenza; lungi da me dar consigli (al momento sto cercando di consigliare validamente me stesso) ma mi pare interessante segnalare il fenomeno; soprattutto considerando, dal mio privatissimo punto di vista, che i malefici rappr non sembrano prendere benissimo questo andazzo; incrociando il collaboratore del subagente del socio dell'agente di Antinori, questo (temo) si sara' oltremodo seccato del fatto che io non abbia ordinato un bancale di Peppoli (manco morto); ma dal mio punto di vista il valore aggiunto di questa intermediazione era prossimo allo zero. Forse il ragazzo-di-bottega brandizzato Antinori dira' di me ogni possibile fetenzìa, ma per sua somma sfiga io son pure bloggarolo.
In questi primi mesi dell'anno l'enotecaro, teoricamente, e' intento a riassortire il magazzino dopo le vendite natalizie. Il teoricamente e' d'obbligo, visto che ci si ritrova con una bella quantita' di rimanenze; consola il fatto che, nel mio ambito commerciale, le rimanenze sono anche Barolo e Brunello, quindi nulla che mi possa angustiare troppo; di fatto, sto facendo pochi acquisti. I rappr, invece, sono scatenati; hanno fame e sete di vendere. Ed io fornisco loro scarsissime soddisfazioni.
Il guaio e' che sta succedendo qualcosa di strano. Succede, cioe', che io ormai da un bel po' di tempo sto intrattenendo rapporti diretti con svariati produttori; onestamente, non so come sia successo; e' come se l'uso della rete abbia catalizzato una potenzialita' latente, per la quale io e loro (i produttori) stiamo dialogando velocemente e senza troppe mediazioni. Avrete gia' capito dove sto andando a parare, ed evitero' di usare la trita parolina (disintermediazione) ma e' un fatto: da che io sono in rete, molti produttori approffittano dell'occasione per approcciarmi e dirmi: salve, ci siamo pure noi, produciamo Dolcetto (o Orvieto, o Ciro', o Vattelapesca); oppure si ha il fenomeno contrario, per il quale io cerco, trovo il sito, mando un mail, eccetera eccetera. Basta vedere cosa sta diventando Vinix.it, pure se incasinato come dice Aristide, per capire che pian piano qualcosa sta succedendo: alcuni produttori riescono a gestire la comunicazione in prima persona, e quelli come me sono pronti ad ascoltare; gli appartenenti al primo gruppo, ed al secondo, al momento sembrano ancora una minoranza, ma io credo che il meccanismo si sia innescato in modo alquanto irreversibile. Ed i rappr, allora? Che ci stanno a fare, che futuro per loro?
Esattamente come per ogni categoria disintermediata (quorum ego) l'eventuale valore aggiunto che sapranno apporre al loro servizio fara' la differenza; lungi da me dar consigli (al momento sto cercando di consigliare validamente me stesso) ma mi pare interessante segnalare il fenomeno; soprattutto considerando, dal mio privatissimo punto di vista, che i malefici rappr non sembrano prendere benissimo questo andazzo; incrociando il collaboratore del subagente del socio dell'agente di Antinori, questo (temo) si sara' oltremodo seccato del fatto che io non abbia ordinato un bancale di Peppoli (manco morto); ma dal mio punto di vista il valore aggiunto di questa intermediazione era prossimo allo zero. Forse il ragazzo-di-bottega brandizzato Antinori dira' di me ogni possibile fetenzìa, ma per sua somma sfiga io son pure bloggarolo.
lunedì, febbraio 04, 2008
Dipendenza da Prosecco
Tanto per restare in tema di bollicine; tra le cose che ho in vendita, il Prosecco Extra Dry di Foss Marai e' uno dei prodotti piu' risalenti, come data di prima fornitura; io sono tendenzialmente portato a migrare di fornitore in fornitore, spesso solo per il piacere di proporre novita'; pero' il Prosecco in questione, da anni, crea qualche curioso fenomeno di dipendenza nei miei clienti; chi lo ha provato vuole quello, e non ne vuol sapere di assaggiare altro. Ho tentato di introdurre differenti Prosecco, ma succede che Foss generi appunto un' inspegabile dipendenza. Io pure, del resto, non ne sono estraneo, contagia anche me. In questi giorni, poi, ho verificato come la dipendenza produca crisi di astinenza, siccome ho passato la breve fase di interregno nella quale il produttore ha esaurito il Prosecco della vecchia annata, e sta spumantizzando il nuovo: nell'attesa, scaffale vuoto e cliente con l'occhio febbrile: quando arriva?
Va specificato che ho fior di amici enofili, appena un po' snob, che pronunciano "Foss Marai" con una smorfia di disprezzo pari solo a quella dedicata a termini come "Novello", tanto per intenderci. Io, che sono fieramente immune dalla Sindrome della Lingua Asfaltata, mi sono goduto oltremodo il Prosecco Extra Dry fresco d'arrivo.
Extra Dry, per inciso, non sta a significare molto secco, ma al contrario (misteri dell'italico modo di denominare) identifica i Prosecco con lieve, ma sensibile, residuo zuccherino; questa sottilissima dolcezza e' l'elemento quintessenziale di questo Prosecco, in grado di renderlo piacione e facilone quanto basta, perche' chi lo provi non voglia assaggiare piu' altro. "Con un poco di zucchero", diceva il saggio; alla morbidezza si aggiunge poi l'ampia, fragrante aromaticita' dell'uva Prosecco; la bottiglia appena aperta, fresca di spumantizzazione, esibisce per ora la tipica mela, ma un po' di vetro allarghera' il range su pesca, fiori. Insomma, classica bollicina semiseria, giuggiolona e goduriosa. Ho testato la delicata dolcezza in abbinamento con un pecorino molto stagionato, quindi sapido-piccante, e (parola di boy scout) ci stava a meraviglia.
[Warning: il sito di Foss Marai e' questo, ma e' uno dei cinque piu' brutti siti in flash al mondo. Cliccate a vostro rischio]
venerdì, febbraio 01, 2008
Italia.it ritorna (coraggio dai)
Intercettiamo, e volentieri pubblichiamo, un commento alla notizia su Punto Informatico, oggi. Siccome a volte un commento vale mille post.
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