La responsabilita' nel risarcimento delle merci perdute dal corriere e' regolata dalla cosiddetta legge vettoriale 140, che impone un risarcimento per tali inconvenienti, nella misura di un (1) euro a chilo; ad esempio, una cassetta di vini pregiati, del valore di duecento euri, che pesa dieci chili, se persa o danneggiata viene rimborsata con dieci miserrimi eurini; la ratio alla base della normativa e' in parte comprensibile, giacche' il corriere, se dovesse assumersi certi rischi di costi, probabilmente non accetterebbe la commessa; arrivati a questo punto ad ogni lettore attento sara' venuta in mente la parolina "assicurazione": questo genere di consegne vanno (andrebbero) assicurate; la cosa, pero', e' meno facile di quanto appaia. Chi dovrebbe assicurarsi? Io credo che i costi assicurativi dovrebbero essere in capo al corriere e compresi nel prezzo della spedizione; ovviamente cosi' non e', e tali costi sono un extra a carico del committente, cioe' a carico mio, ergo a carico tuo, che sei mio cliente; tale costo, va detto, aggrava il prezzo della spedizione in misura davvero intollerabile, e quindi cosa si fa? Avete indovinato, si corre il rischio. Il costo assicurativo, fisiologicamente, dovrebbe essere un aspetto gestito dal corriere, in quanto il corriere, negoziando con la compagnia di assicurazione migliaia di invii e conseguentemente di assicurazioni, puo' ottenere condizioni di costo assicurativo talmente vantaggiose da renderlo tollerabile; arrivo a dire: potrebbe essere compreso nel prezzo della spedizione singola, applicata all'imprenditore committente. Invece io, applicando una tantum una assicurazione su un valore specifico, ho semplicemente costi assurdi; ergo, ribadisco, corro il rischio; ma siccome l'imprenditore puo' (deve) correre rischi calcolati, finisce per "spalmare" il costo potenziale di tali disguidi sul prezzo finale del servizio; ed eccovi cosi' servita una tipica ricetta da carenza di modernita': il servizio inefficente del corriere finisce per essere un costo all'utente finale; spero sia chiaro che utenti finali, a turno, lo siamo tutti.
Di contorno, ci sono interessanti aspetti formali. Sempre per parlar di pecunia (che non olet finche' e' la tua) in questi giorni sto saldando ogni scadenza sulle fatture del mio corriere; curiosamente, le pratiche di rimborso (assolutamente simbolico, come si e' visto) sono del tutto in alto mare, e non ho nessun segno di vita da parte di coloro i quali sarebbero incaricati di tale pratica; a questo proposito, poi, trovo alquanto incongruente un aspetto: il mio corriere stipendiera' un suo addetto a presiedere alla trafila relativa ai rimborsi che, ci scommetterei, gli costera' assai di piu' del misero euro a chilo destinato a me; paradossalmente, l'imprenditore-corriere affronta dei costi, per gestire i rimborsi, assai maggiori dell'ammontare dei rimborsi stessi; non male, come contraddizione: volendo esagerare gli elementi paradossali, potrei dire che la struttura dei lavoratori subordinati nel team del corriere ha quasi un perverso interesse a che il servizio sia raffazzonato e pieno di falle, nella misura in cui questo disservizio garantisce carichi di lavoro. Sia chiaro: sto parlando per amore del paradosso.
Nel blog di Francesco de Francesco ospitato su Vinix.it ho trovato l'interessante post relativo ad una sua disavventura con un corriere: ne consiglio la lettura, anche perche' rende evidente un aspetto che, a mio modo di vedere, e' abbastanza centrale nella dinamica che attiene al lavoro dell'imprenditore; come dicevo in apertura, l'imprenditore esercita il controllo logistico sugli elementi del suo business; per quanto mi riguarda, e' estremamente frustrante prendere atto della totale impossibilita' del controllo su un anello della catena che, a volte, e' l'unico punto di contatto tra me ed il cliente finale: cioe' l'incaricato alla consegna; se e qualora questi si dimostra tragicamente inefficente, in definitiva rende tale pure il mio prodotto e/o servizio; nel post in questione si descrive la figura semicomica di un "corriere che si rifiuta però di consegnare. L'omino dice di avere il mal di schiena e che non ci pensa lontanamente a prendere lui il pacco. Torna indietro a mani vuote, quindi". Che fare con elementi cosi'? Puo' essere di momentaneo sollievo malmenarlo a sangue, ed una volta rotolato a terra finirlo a calci. Tuttavia ogni altra soluzione piu' costruttiva sarebbe preferibile.