martedì, febbraio 10, 2009

Quattro pezzi facili

A mano a mano che si avvicinava il mio quarantacinquesimo compleanno, mettevo via la bottiglia che mi pareva adatta a celebrarmi. Però, dopo qualche tempo, le bottiglie esorbitavano il numero del possibile; così si sono accumulate, e sono state libate in un arco di tempo un po' dilatato; come per certi re od imperatori, il mio compleanno è durato una quindicina di giorni. Per alcune di queste etichette, ho serbato gli appunti.

1. Invecchiare male.
Ah, i bei tempi in cui ero un maroniano militante. Dove sono andati, quei tempi? Che ne è stato del giovine assaggiatore che sbicchierava marmellate? Che ci faccio, ora, con questa bottiglia di Brunello Biondi Santi 1998? La apro e medito sul tempo che passa. Ci sono griffe e griffe: Biondi è il genere di griffe dalla fama meritata; la nobiltà di questo naso vola alto sulle omologazioni vanigliose; il colore, semplicemente, non degna di nessuna considerazione la massa dei vinoni color melanzana. La somma finezza è somma grandezza. Sciapò, inchino, sospiri, e lacrima di commozione. 90/100, per 89 Euros.

2. Di male in peggio.
Non guardarmi storto, o Barolo Riserva 2001 Broglio, di Schiavenza: tu non sei un rincalzo, non sei un ripiego di Biondi; non ti tenevo come ruota di scorta. Tu sei una storia a parte, sei altra cosa, altre vigne e altri vitigni. Certo che questo naso, non lo dimenticherò facilmente. Ma quanto ci starei, sul tuo bicchiere? Quante volte t'ho fatto girare e rigirare, e ogni volta a trovare qualcosa di nuovo? E ogni volta, alla fine, lo stesso pensiero: "ecco perché faccio questo mestiere". Ancora un grande, sontuoso, senza muscoli dopati. 90/100, per 46 euri.

3. Sweet home Alabama Alsazia.
Qualcuno può spiegarmi, per favore, che diamine hanno gli alsaziani? Ma perché devono lasciare nel loro Traminer certi residui zuccherini da stordimento papillare? il Gewurtztraminer Wintzheim 2006 di Zind Humbrecht è una roba da pasticceria secca. Già il colore ti butta giù dalla sedia, quando lo versi: ma che è? Pare ambra liquida. E poi la dolcezza: sì, va bene, non è una cosa tipo passito, ma è ugualmente mieloso; ci vuole quel suo nerbo deciso, salino/minerale, in bocca, a tenerlo in piedi, a giogioneggiare amabilmente su un risotto thai con gamberetti e curry. Dopo lo spiazzamento iniziale, that's ammore. Oh, esageriamo: è pure bio. 88/100, al modico prezzo di Euro 21.

4. Hahaha! Nero d'Avola! No, dai, davvero, cosa bevi...?
Evabbe', alle solite, se uno beve Nero d'Avola pare un mentecatto. Ma il Rosso Eubea 2005 di Adele D'Angelo, appena arrivato, a me piace troppo. Ci risiamo coi rossi a-muscolari, che non vogliono dimostrare nulla, eccetto ciò che sono: naso di frutta rossa finissimo (more), bocca soffice, bottiglia perfetta. 82/100, e costa la bella cifra di euri 8,90.

[Postfazione: per la prima volta nella storia di questo blog, finalmente pure io esibisco una determinante foto presa da iPhone. Ovviamente non mio, io resto ancorato a Nokia]

3 commenti:

  1. mi piace questa cosa del senza muscoli.
    SenzaMuscoli.blogspot.com per un blog del vino alternativo come ti sembra?

    PS
    odio blogspot! Nulla di personale, ti leggerei anche sulla Repubblica, tanto per dire, no?

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  2. E che t'ha fatto? E' la piattaforma, il nome, o che altro.

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  3. Che mi ha fatto? Mo' ti dico. La finestrella si apre per i commenti, tu cominci a scrivere e mentre il captcha si forma, ti cancella quello che hai scritto e devi ricominciare. Poi devi ricordarti le passwords, poi c'e' il captcha. Insomma, aho', c'ho da fare io!

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