L'onda lunga (o anomala) del rosso ghiacciato e' montata all'ultimo Vinitaly; praticamente non c'era azienda che non mi presentasse come un oracolo la sua personale interpretazione della neonata moda: il rosso da bere ghiacciato; in alternativa, o in sovrapposizione, il rosso che si abbina al pesce. L'enosnobbone evoluto (quorum ego) a questa bella novita' mostra, in successione, tre fasi reattive. Prima fase: doppio sopracciglio alzato e ostentato disinteresse, "si, certo, e che altro produci?". Seconda fase: sospiro profondo, espressione supina "evabbe', fammi assaggiare". Terza fase: accettazione rassegnata del fenomeno, omologazione (in fondo cosi' male non e') ed infine fatale domanda "e quanto costerebbe..?".Ed eccoci qua, in attesa del caldo africano, pronti a fiondare in frigo i nostri rossi ghiacciati. Chi fu il primo a iniziare questo uso? Ovviamente, ognuno dei produttori afferma di essere stato lui l'inventore. Questo e' un ulteriore aspetto comico: macche' Fichimori, prima c'eravamo noi.
Ieri, per dire, il mio produttore di Bonarda di riferimento si palesa con due bottiglie di Croatina e relativa brochure: vino rosso da bersi ghiacciato. Ma insomma, pure tu, dico io; ma no, mi dice lui severo, guarda che i nostri vecchi d'estate bevevano la Bonarda ghiacciata bla bla bla.
Vabbe', cerchiamo di fare la spiega, allora, un po' di wine 2.0 for dummies.
Distinguiamo i rossi da abbinare al pesce dai rossi da bere ghiacciati.
I primi, essenzialmente, sono quasi del tutto privi di tannini. L'elemento tannico, tipico del rosso, e' il maggiore ostacolo all'abbinamento con il pesce; l'incontro dei due genera uno sgradevole amarore metallico. Quindi si vinifica con macerazione preventiva delle uve, per ottenere rossi zero tannici; avendo provato (ci tocca) posso dire: funziona. Va detto che i rossi a-tannici abbinabili al pescato vanno bevuti anche a temperatura di frigo.
Altra cosa sono i rossi normalmente tannici, che pure berremmo freddi e/o ghiacciati. Qui il vantaggio della temperatura polare e' un altro, e consente, essenzialmente, di bere un rosso non a temperatura ambiente, quando l'ambiente e' estivo; spiego meglio: il termine temperatura ambiente riferito ai rossi e' essenzialmente un non sense, perche' fa riferimento ad un ambiente ideale (venti gradi centigradi, al massimo); ma se abbiamo temperature esterne prossime ai quaranta gradi, qualsiasi rosso e' semplicemente imbevibile; quindi, l'uso del frigo diventa consigliabile non solo per i rossi-da-bere-freddi, ma per qualsiasi rosso; pure se viene raggelato a dieci gradi, il rosso aperto in un ambiente surriscaldato raggiunge velocemente nel bicchiere la temperatura di sedici-diciotto gradi, che e' la famosa temperatura di cantina alla quale servire idealmente un rosso; pure a ferragosto. Quindi, il consiglio e': osate il frigo con qualsiasi rosso, d'estate. Mica solo col Lambrusco.






