mercoledì, aprile 27, 2016

Svitati di tutto il mondo unitevi: si assaggia MVR 2014, un rosso tappo-a-vite

Probabilmente arriverà un giorno nel quale non dovremo più scrivere post sull'utilità dei tappi a vite rispetto ai tradizionali tappi di sughero. Probabilmente arriverà un giorno nel quale sarà pacificamente accettato un tipo di chiusura alternativa, che presenta anche un bel po' di vantaggi in più rispetto al sughero. Ma quel giorno non è oggi, quindi ci tocca fare la premessa.

Quanto a me, poi, ho scelto da tempo di dare l'esempio, quindi oltre alla preferenza di tipo verbale (diciamo) faccio seguire i fatti, comprando volentieri vini tappati con il cosiddetto screwcap, il tappo a vite. Anzi, ora che tra i miei fornitori Marta Valpiani ha scelto di imbottigliare il suo Marta Valpiani Rosso anche con lo screwcap, ho ordinato solo quel tipo di bottiglie.

Venerdì 29 aprile Elisa consegna personalmente, e in sua compagnia in enoteca stappiamo (anzi, svitiamo) il nuovo MVR vendemmia 2014, tra le 11 e le 20. Più altre varie, eventuali, eccetera. Un'ottima occasione per sentire di persona in cosa consistono quei vantaggi in più di cui dicevo sopra - che poi è anche, sempre, quell'altra solita cosa: è bello scrivere di vino, ma vuoi mettere com'è meglio assaggiare?

[Qui il link all'evento sulla pagina Facebook dell'enoteca. Ma quant'è bello sto termine? EVENTO. Figo eh]

giovedì, aprile 14, 2016

Alcuni appunti molto sparsi dopo Vinitaly 2016

La prima cosa da dire sarebbe questa: arriva la vendemmia 2015 e alcuni vini sentiti alla fiera veronese promettono già meraviglie. Partendo dai miei altoatesini di riferimento, ad esempio il Pinot Grigio Oberfeld di Kobler e il Moscato Secco di Thurnhof, che ai primi assaggi erano già formidabili.

Il primo giorno della fiera l'ho impegnato in assaggi di Liguria che riguardano la Guida Essenziale ai Vini d'Italia, con cui collaboro, e tra tutti voglio segnalare un Vermentino Riviera di Ponente, quello di Terre Bianche, che ho trovato semplicemente grandioso (naso minerale quasi da riesling): non sarà tra le cose che vendo, perlomeno non a breve, ma se lo trovate in giro non fatevelo scappare. Poi si preannuncia un bel momento per il Rossese di Dolceaqua grazie alle versioni superiori 2014, che hanno la solita triade top in Maccario, Terre Bianche e Ka Manciné.

Altro assaggio alquanto indimenticabile è il bianco a base zibibbo, secco, prodotto a Menfi (Sicilia) da Marilena Barbera, "Ammàno" #3, probabilmente una delle migliori versioni di zibibbo secco mai assaggiate nei secoli dei secoli, insomma mette quasi soggezione. Due cose sulle bollicine: sempre bene il Franciacorta Rosé di Gatti, la sorpresa per me viene da Valdobbiadene. Le versioni brut di Prosecco non mi hanno mai particolarmente convinto, ma stavolta faccio una bella inversione a U: Spagnol col suo Col del Sas brut ottiene la perfetta quadratura del cerchio, perfetto mix di acidità e morbidezza - del resto si chiama brut ma ha pur sempre un dosaggio zuccherino sensibile, otto grammi per litro. Insomma era perfetto. Felice di vedere uno dei miei prosecchisti del cuore ha centrato anche quell'obbiettivo.

Poi altre conferme: il Lambrusco 2015 area Parma di Monte delle Vigne, classico vino che con una mano tengo il bicchiere durante l'assaggio e con l'altra compilo l'ordine immediato al produttore. Per dire.

Ci sarebbe poi la lunghissima e totalmente irrisolta questione dell'organizzazione della fiera - sto seguendo due dibattiti su Intravino, qui e qui - ma temo che anche quest'anno si arriverà a nulla. Il mondo si divide ormai in chi va a Vinitaly e chi (felicemente) ne sta alla larga. Io faccio parte della prima schiera, quanto basta per dire che in mezzo a carenze obbiettivamente imbarazzanti la folla a Vinitaly ogni anno pare semplicemente oceanica. Per paradossale che sia, il successo di Vinitaly determinerà sempre più il successo delle micro rassegne settoriali, tematiche, che si qualificano, appunto, per non essere elefantiache come Vinitaly. Fate la vostra scelta.