Dovessi spiegare cos'è la mia enoteca, in questa fase del millennio, ormai finirei per dire che è la mia cantina personale. Quel che vendo è quel che mi piace, e tratto gli scaffali della mia enoteca come fossero appunto la mia cantina, la mia riserva personale - solo che poi, in aggiunta, vendo quel che c'è dentro.
Non ho obblighi o legami con l'industria enologica, né sento la necessità di vendere vini da un euro e novantanove: ci sono già i supermercati, per quella roba. Quindi appunto mi piace quel che vendo e vendo quel che mi piace. Raramente in cantina può esserci qualcosa meno performante (come dicono quelli bravi) e i motivi possono essere numerosi. Quel vino per esempio sta passando una fase riduttiva, oppure è troppo giovane, quindi non è pronto. In quei casi mi limito a sconsigliarlo al cliente: "lascia perdere questo [segue motivazione], piuttosto vedi quest'altro..."
Solitamente fanno una faccia strana a quel punto. A volte gli attacco la spiega che leggete adesso, altre volte no, e permangono in un divertito spiazzamento.
Gestire un'enoteca come fosse una cantina personale a volte provoca conseguenze curiose. Per esempio quando una referenza sta per finire, quando vedo la pila di casse scendere, rallento progressivamente la proposta di quell'etichetta ai miei clienti.
Cioè, un po' mi spiace che stia finendo, ecco.
A volte un certo vino finisce davvero. E allora in attesa dell'arrivo dell'annata successiva (ammesso anche che mi sia piaciuta, ve l'avevo detto che qui è un po' strana la faccenda) lascio lo spazio vuoto sullo scaffale. C'è un buco. Il cliente a volte mi chiede: e come mai lì non c'è niente? Quello è il posto del vino di [nome del produttore] - rispondo io. Adesso non c'è, ma tornerà. Quello è il posto suo, che aspetta.
Altre volte riesco a rallentare la vendita quanto basta, in attesa dell'arrivo successivo. In questo caso capita un fatto altrettanto divertente: riesco ad avere quello che si chiama profondità della carta, cioè varie annate a ritroso di una certa etichetta. Quindi propongo, in alcune confezioni regalo, vere e proprie verticali di annate per alcuni vini. A Natale è il genere di omaggio che appassiona molto l'enofilo, ma anche solo il curioso: percorrere l'evoluzione di un vino attraverso tre o quattro vendemmie è una delle robe più simili al viaggio nel tempo che ci siano concesse, allo stato attuale della scienza.
Ma a proposito di tempo, di Natale e 25 Dicembre. Questo Natale sarà il venticinquesimo che passo nella mia cantina.
Sono 25 anni ormai, e ragazzi, che dire? Mi sembra ieri che ho alzato la saracinesca la prima volta.
Nell'immagine: quattro annate disponibili del Feld di Kobler, supremo traminer aromatico altoatesino. La vendemmia 2015 sta finalmente arrivando. Così capite anche perché negli ultimi tempi non vi proponevo più le residue bottiglie del 2014: stavo temporeggiando.