Guazza 2007. E' un bianco brillante e nervoso alla vista, ed e' estremamente easy e bananone (ammappala quanta banana c'è ora) al naso. Un bianco concettualmente appagante per l'utente entry level - "potevamo stupirvi con effetti speciali, e difatti eccoli qua". Non è niente male, ed ha un prezzo abbastanza convincente: 6,70 euri nello shop di PA. 75/100Un paio di considerazioni finali.
Fonte 40 2007. Questo bianco è progettualmente superiore rispetto al Guazza, ha certamente maggiori ambizioni, ma soffre una freddezza quasi tecnica nell'esecuzione. E' curioso parlare in termini critici di un vino che non ha, chiaramente, elementi di difetto, anzi; ma della sua complessità, rilevabile, risalta soprattutto (appunto) la mancanza di passionalità. Boh, giudizio su cui sono maggiormente controverso con me stesso - figuriamoci col resto del mondo. 77/100 per euri 10,80.
Principio (Ciliegiolo) 2007. Che è successo a questo ciliegiolo? Me lo ricordavo lieve e cuccioloso, e me lo sono ritrovato ipertrofico ed ipertannico. Un po' eccessivo e disarmonico per la durezza, non supera i 73/100, nonostante il naso piacevole. Circa 8,40 euri.
Morellino Bellamarsilia 2007. Assai meglio: più composto, fine, quasi più serio. C'è altra materia, direi, ed il risultato è notevole, sia al naso che in bocca. 78/100, costa euri 9,15.
Morellino Capatosta 2006. Yummy wine. Ha una materia prima imponente, giogioneggia ed esagera, ma non esonda. Che dire, è tanto senza essere troppo, oppure eccede con carattere: 85/100, per euri 21,60.
Finisterre 2006. Uff e ri-uff. Ecco, questo esagera. Diciamo che ha una gran possanza, ma sembra lontano dall'essere pronto, e la sua gioventù lo penalizza, assieme pure a questa esibizione di muscoli che, sinceramente, mi perplime. Accade quasi come col Fonte 40, vince ma non convince. 86/100, costa 33 euri.
Nel complesso i vini di PA sono contrassegnati da una notevole, a volte proprio tanta, voglia di piacere, di incontrare il favore dell'utenza newbie grazie all'abbondanza di frutta, all'estrazione di colore, alla morbidezza: insomma, cerco di evitare la parola "modernismo" ma alla fine, ops, cedo. E' un modernismo che mi piace - anzi, tengo a dire, il Capatosta è uno dei dieci vini che amo di più, che bevo per me e con gli amici. Ma come dissi, ho spesso momenti post-maroniani.
Nelle brevi note ho indicato il prezzo a bottiglia; anche qui ripeto cose già dette, ma io continuo a pensare che il giudizio su un vino non può essere del tutto disgiunto dal suo costo: per esempio trovo che il giudizio sul Capatosta sia, fatalmente, migliore che quello riferito al Finisterre: prendendo in prestito una frase ricorrente di Gianpaolo Paglia "il vino lo si fa per venderlo". Quanto ai prezzi, sono appunto presi dal sito di PA, e differiscono di poco dal prezzo finale in enoteca - giusto quei dieci euro a bottiglia.
Oh, non penserete mica che qui si guadagni bloggando.