Un aspetto divertente di questo lavoro è la memoria delle stagioni. Dato il mestiere che faccio, è inevitabile che uno si ricordi se una certa estate è stata calda o no: in definitiva condiziona la vendemmia. Poi ci si mettono anche altri fattori. Io per esempio negli ultimi anni ho sempre avuto scooter col parabrezza alto: tanto che ad ogni estate (soffrendo il caldo) mi dicevo "adesso lo smonto, almeno per qualche mese". Poi la pigrizia aveva sempre il sopravvento e mi buscavo la calura. Così a giugno del 2014, cambiando scooter, ho scelto uno senza parabrezza, ché tanto arrivava l'estate e volevo nuovamente sentire il vento tra i capelli (licenza poetica).
E invece, l'estate del 2014 l'ho passata a bagnarmi, indossando cerate o felpe perché il caldo non s'è visto. Quindi per un po' mi ricorderò di questa estate sfortunata, perlomeno ogni volta che inforcherò il cavallo d'acciaio. La vendemmia 2014 di conseguenza è stata memorabile per il maltempo, ed è passata alla storia come annata non buona - anzi, m'è toccato leggere pure che nel 2014 non bisognava produrre vino. Fortuna che le cose, alle solite, sono sempre un po' più complesse di così.
Sarà anche che un modo per avere sorprese piacevoli ad un assaggio è coltivare aspettative bassissime. Apri un 2014 come il Vermentino di Turco e pensi "evabbè, sacrifichiamoci". E invece ti accorgi di trovarlo buonissimo, equilibrato, delicato, profumato. Insomma, assaggiato e comprato al volo (in enoteca sta sui 12 euro). Lo stesso giorno assaggio anche un campione di botte di cortese 2014, ed è pure meglio. Quindi, abbandonando qualsiasi aspettativa, è semmai il caso di raccomandare una cosa già nota: niente pregiudizi.