Ora che è iniziata la fase due, sto in enoteca con un orario quasi normale - pomeriggio, ma anche la mattina quando capita. Sempre meglio che far niente, e comunque mi piace stare qua, nel mio luogo deputato, nella mia enoteca. Anzi, in un momento di incoscienza, sto dilapidando gli ultimi spiccioli in acquisti di nuovi vini - ne riparleremo. Mi piace, come sempre, far entrare cose nuove, ed ora più che mai compro cose che mi piacciono o che mi sarebbe piaciuto comprare, solo rimandavo perché boh, aspettavo tempi migliori. Ma 'sti benedetti tempi migliori non arrivano mai, tanto vale buttarsi avanti. E siccome sono un enotecaro indie, compro e vendo quel che mi va, a volte faccio entrare etichette che i clienti guardano un po' sconcertati: ma questo che è? Perché ce l'hai? La risposta a queste domande, il racconto, è una delle cose divertenti del mio lavoro.
Con il dovuto ritardo, manco avessi molte cose da fare, annuncio anche che è partito il progetto di Intralcio, un nome a caso, un ripostiglio di appunti di assaggio ad opera di una squadra molto nutrita (doppi sensi) di assaggiatori. Nel manifesto c'è spiegato cosa io, e tutti quanti, facciamo là: riversiamo assaggi. Non è un blog (basta, abbiamo già dato) e non è nemmeno un magazine. E' un posto dove mettere quelle cose che forse buttavamo un po' incoscientemente nelle reti sociali, Facebook soprattutto, e lasciavamo che là tutto affondasse nel nulla. Ecco cos'ha di buono (tra le altre cose) Intralcio, non è una rete sociale, siccome di quelle reti sociali io ne ho davvero abbastanzissima. Molto tempo fa scrivevo qui il perché.