"Niente sarà più come prima nell’Antropocene. Nemmeno la vigna che ho davanti agli occhi. Nemmeno i vini che ne verranno fuori. Non ci sarà alcun grand-cru classé a poter resistere a questa sovversione e qualunque idea di un terroir immobile, cristallizzata dentro disciplinari, pensata per la protezione di vitigni o parcelle indifendibili, è destinata a franare. Con buona pace di ogni sovranità immaginata dentro ai muretti a secco dei clos".
L'ha scritto Corrado Dottori (e dovrei aggiungere: ovviamente), in un post che si intitola La guerra in Ucraina vista da una vigna.