Camillo Langone s'e' stancato di sentir parlare di donne del vino: bevono (producono) tutte robe marmellatose e moderniste, sul genere merlot barrique: "Che barba le donne del vino. La retorica del vigneto rosa si è fatta insopportabile da quando risulta evidente, statistiche alla mano, che il conformismo enologico è femmina. Stappate una bottiglia di donna del vino e 9 volte su 10 berrete Cabernet o Merlot, 99 volte su 100 annuserete sentori di legno, mille volte su mille vivrete un'esperienza insignificante.
Dispiace dirlo, ma dietro le emozioni forti dell'Italia vinosa (i vitigni minori, i vini veri, i vini estremi, l'acciaio, il piede franco…) c'è sempre un uomo, un solido vignaiolo che non si lascia incantare dagli enologi alla moda come spesso accade alle colleghe femmine". Amen, con buona pace delle quote rosa.
Comunque. Tanto per restare in topic rosa, Panorama prosegue con la notizia piu' arcaica in tema di gossip enoico degli ultimi sei mesi, la vicenda della pornostar che fa vino. Della cosa ne parlava, per dire, Franco Ziliani a gennaio, qui. Da mesi il Forum del Gambero inanella thread assolutamente boccacceschi a commento della cosa, con irripetibili giochi di parole sugli effetti erettivi di questo vino (uno su tutti, l'enologo si chiama Cipresso, immaginatevi i frizzi e i lazzi). Ora, siccome Panorama arriva tardi senza aggiungere nulla di nuovo, io arriverei tardi aggiungendo qualcosa di utile: il sito ufficiale della tipa (savannahardcore.com) e' stato allegramente craccato. La login e la password circolano in rete. Se serve, basta chiedere.
Da parte mia posso citarti l'esempio di tre giovani donne del vino che apprezzo per il loro coraggio di sfidare un mondo che rimane troppo legato all'idea che non c'è posto per loro in cantina o in vigna: Elena Pantaleoni di La Stoppa zona Colli Piacentini (assaggia il suo Ageno...), Nadia Verrua di Cascina Tavijn di Scurzolengo (AT) e la giovanissima Arianna Occhipinti siciliana con i suoi esperimenti sul Frappato e Nero d'Avola...le ho conosciute personalmente in varie degustazioni e ti confermo il loro amore per tutto ciò che è autentico, naturale e i loro sforzi per valorizzare i vitigni autoctoni.
RispondiEliminaIn più ti cito la mia cara amica Elena Rava che tanto ha fatto per la coltivazione biologica della vite in Piemonte e che ora testardamente come La Casaccia produce vino in quel di Cellamonte (AL).
Oh, preciso, io mica son d'accordo con Langone; ultimamente mi capita pochissimo. Eppoi son pure modernista.
RispondiEliminaOttimo i vini di La Stoppa, e gran bella persona lei, seria ed appassionata....l'ageno l'ho provato solo quando era in via sperimentale.
RispondiEliminaHo degustato l'Ageno (malvasia,ortugo,trebbiano) in versione non più sperimentale di recente, e devo dirti che sorprende già dal colore (giallo-rosa) per proseguire nei personalissimi profumi...un gran vino (senza dimenticare che vengono utilizzati solo lieviti indigeni...)
RispondiEliminaCombinazione: ne vengo, oggi, dall'assaggio (ri-assaggio) di un piacentino sorprendente: Molinelli.
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