Wine X Magazine sta per chiudere i battenti. La rivista enologica hip , caciarona ed orientata al pubblico giovane (quello di MTv, insomma) non regge e va a fondo. Approfondimenti su questo post di Alder Yarrow, e su quest'altro di Tom Wark. La vicenda offre qualche interessante spunto di riflessione.
L'editore dice: la colpa e' delle aziende, degli inserzionisti pubblicitari, che ci hanno snobbato. Alder dice: la questione e' un po' diversa, Wine X era, semplicemente, malfatta: "the real reason the magazine failed was because it wasn't any good". E in questo si comprende, purtroppo, anche il tono assai irrituale con cui Wine X considerava il vino; in definitiva, l'enomondo e' e resta un ambiente assai serio, e quando scrivi di morbidezza, non puoi usare metafore tipo "soffice come la seta delle mutande di Tom Cruise". Questa cosa proprio non sembra andare giu' al lettore medio, pure in un vasto mercato come quello statunitense (immagino proprio che una simile avventura editoriale, qui da noi, non avrebbe speranza; ancora dobbiamo digerire il metodo maroniano). Insomma, come dice Antonio Albanese quando parla del suo sommelier ieratico, qualcuno confonde la serieta' con la tristezza. Pace.
Mi rallegra annotare che, come aggiunge Alder, questo tono comunicativo, che io qualificherei volentieri con il termine "cazzeggio", attiene ad altri media: in particolare Internet, ed i blog: "someone will eventually figure out how to write a good magazine for the youngest generation of wine consumers, or perhaps blogs will provide all that is needed by this perpetually online generation".
[Qui la notizia su Decanter.com, e relativi commenti]
Non conosco la rivista in questione, ma figurati se questo puo' impedirmi di starnazzare le mie solite sentenze. Non la conosco ma conosco, ahime', piuttosto bene questo stile che ha come pietra fondante l'equazione giovane=coglione. Trovo che ben poche risposte siano piu' efficaci della spellatura che Moretti gia' in Ecce Bombo (quindi a 24 anni) dedico' a questo osceno approccio, foriero dello scempio che tutti abbiamo visto negli anni successivi: e' addirittura uno dei tormentoni del film quello sui "gggiOvani", e fantastica trovo la parabola che va dallo scambio "Mamma cosa-ne-sai-tu-di-noigggiovani?" "So tutto, mi informo, leggo sempre Espresso e Panorama" al folgorante "Chieda a Vito, lui sa fare molto bene il giovane" rivolto al pirla di Telecalifornia-la-tele-per-iggiovani.
RispondiEliminaNemmeno Supergiovane di Elio e le storie tese (di quindici anni piu' tardi) e' all'altezza.