Il numero de Il mio vino professional che ricevo oggi apre con un disperante urlo: "La GDO e i suoi complici". L'articolo (reperibile qui, dopo macchinosa registrazione, uff) descrive le orrende sofferenze in capo agli enotecari che, dopo aver fatto gli opinion leader, vedono il frutto del loro lavoro comunicativo scippato dai malefici supermercati. La storia e' vecchia e stravecchia; l'estensore dell'articolo verso la fine evoca sommessamente la possibile soluzione, cioe' il boicottaggio dei brand che si prestano al triste (ed inevitabile, aggiungo io) gioco.
Io, assai meno sommessamente, vado dicendo da anni e annorum che il dettagliante qualificato deve smarcarsi dalla morsa, cancellando una volta per tutte ogni fornitore che, date le sue misure industriali, e' potenzialmente passibile di tale meccanismo: cioe', concede il prodotto all'enotecaro/ristoratore, attende che il brand si affermi, ed alla fine consente la vendita sottocosto presso la GDO. Questo meccanismo e' assolutamente leggittimo: ognuno, a casa sua, fa cio' che vuole.
Pure noi dettaglianti dovremmo, assieme, praticare tale aureo principio; ma state pur certi che la mia propostina, per una salvifica presa di posizione, non avra' successo, finche' tra i dettaglianti sentiro' litanie del tipo "ma, la signora Pina mi chiede il Berlucchi, e io che faccio?"
Fai che soccombi. Ma almeno fallo in silenzio, senza troppi lamenti.
Io l'ho già detto tante volte in altri blog e non lo ripeterò qui. Mi limito a spendere due parole sulla Liguria, che conosco bene. Il mercato é saturo e da anni la richiesta é sempre più bassa. Vivono ancora bene solo le enoteche che hanno conquistato un monopolio comunale, rifornendo i bar di alcolici o facendo forniture per le crociere. Per il resto c'é il deserto, considerando anche che la popolazione é sempre più anziana e si accontenta al massimo di un buon dolcetto domenicale, i giovani non bevono vino e quando lo bevono fanno solo acquisti spot guru-oriented. I turisti, quei pochi che vengono ancora in riviera perché hanno la casa, vorrebbero bere il prodotto locale, peccato che, data la scarsa produzione, non ce ne sia nemmeno una bottiglia a testa. Allora ringraziate i vostri governatori ed assessori (tutti quanti) e cara (in tutti i sensi) Liguria, requiescat in pacem.
RispondiEliminaboh io tengo prodotti che sono anche in GDO ma giustifico il fatto che almeno glieli servo a tavola e di rado a casa si possono cucinare la fiorentia come da me. Quanto all'enoteca ti do ragione ma sono sempre convinto che e' difficile vendere il pergole torte se accanto non hai pure il Tignanello...fosse anche solo per attaccare discorso!
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