venerdì, marzo 14, 2008

C'e' chi si allarga


Rientra l'allarme per l'imminente esaurimento delle scorte di Champagne: i francesi hanno pensato bene di allargare i confini della DOC, risalenti al 1927: "thirty-eight communes (village districts) were being named after decades of lobbying and feuding among councils and growers who are excluded from the official boundaries of champagne country. This means that dozens of new producers will be able to market the wine that is now limited to vineyards in 319 communes in four départements mainly around Rheims and Epernay". Facile, no?

5 commenti:

  1. In realtà la decisione dell' INAO non é automatica, i comuni stessi possono far ricorso. Quello che secondo me é interessante é l'essersi posto un problema cercando di risolverlo al meglio possibile. Intanto c'é a monte uno studio di una commissione, nominata dall'INAO, composta da un geologo, un agronomo, un fitobiologo, un geografo ed uno storico. L'attuale area vitata, con i confini stabiliti nel 1927, supera di poco i 35mila ettari, mentre in era pre-filossera (1865) superava i 65mila. C'é da dire che anche i cambiamenti climatici influenzeranno questa decisione, si parla comunque di una estensione compresa tra i 1200 ed i 5000 ettari. Tra l'altro molti produttori che verrebbero considerati nell'allargamento, aristocratici che fanno il vino per autoconsumo, non sono per niente d'accordo! Il Consiglio di stato valuterà se emananare il decreto per l'espansione nel 2009 e se tutto va bene, faranno la vendemmia nel 2017.
    Intanto però noi italiani discutiamo sull' IGT italia e moltiplichiamo le fascette...

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  2. In effetti, con questi tempi l'aumento di produzione e' assai futuro :)
    Se poi vogliamo dire che la burocrazia francese si muove in modo alquanto piu' costruttivo rispetto a quella italiana, temo che si fatichera' a trovare qualcuno che contraddica...

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  3. Io sono convinto che l'allargamento sarà approvato, d'altronde quei comuni fanno comunque parte di zone vocate, a patto che non piantino i vigneti lungo le statali, ma non credo. Io ammiro il loro modo di porsi e risolvere un problema seriamente e questo fa scuola nel mondo. Consideriamo anche che moltissimi recoltant possiedono a malapena 1,5 ettari ognuno. Noi italiani,dopo aver sputtanato tutto il Chianti, abbiamo solo da imparare. Tanto di cappello ai cugini.

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  4. Anche secondo me, sara approvato. E' solo guadagno di soldi per quella che è forse la denominazione con più redditizia nel mondo. Saranno contenti quasi tutti. I clienti, i produttori, gli abitanti...

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  5. D'altronde la richiesta é alta e l'offerta é bassa e fino ad oggi il disciplinare non é stato modificato, cosa che da noi invece ha preso piede.
    Per produrre di più ed offrire prodotti alternativi, sull'esempio di Chateau Margaux che ha un'azienda in SudAfrica, Louis Roederer ha aperto in California la Roederer estate, Moet et Chandon la Domaine Chandon, il gruppo LVMH ha acquisito da Pommery la Scharffenberger cellars. Tutte producono in zona spumanti con metodo tradizionale, anche se non ha l'appeal dello champagne. Ma le grandi maison temono soprattutto la concorrenza della Russia, grande consumatore, ma anche grande produttore, favorito dai recenti cambiamenti climatici. Questo tema sarà sempre più importante nei prossimi anni e vedrà uno spostamento delle produzioni sempre più a nord. Persino l'Inghilterra, che non aveva più vigneti dal medioevo, ha incominciato a produrre sparkling wines e pare anche che il suo terroir sia paragonabile a quello di Reims. Chi l'avrebbe mai detto?

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