sabato, luglio 07, 2007

Fenomenologia di Pino Ratto (e di quelli come lui)

Spieghiamo innanzitutto chi e' costui.
Produttore di Dolcetto di Ovada, da due vigne singole della zona collinare di San Lorenzo; due cru storici, Gli Scarsi e Le Olive, amati da Veronelli e da larga parte dell'intellighenzia enoica legata al concetto di vini vecchio stile. I due dolcettoni ovadesi, difatti, si distinguono profondissimamente dalla restante produzione di quell'area, tragicamente vocata a creare vinelli di pronta beva, non svettanti, spesso raso terra, fatte poche eccezioni; i suoi vini sono, innanzitutto, pazzescamente longevi: si bevono a dieci-venti anni dalla vendemmia, che, per un Dolcetto d'Ovada, e' come dire Beaujolais Nouveau Riserva: una contraddizione in termini. I suoi vini sono, pure, orrendamente caratteriali: possono esprimere grandezza in annate fortunate, e nella maturita', ma sanno mostrare tragiche puzze in gioventu', o a seguito di vinificazioni nelle quali qualcosa e' andato storto. Sono vini a-tecnici, irrituali, certo rispettosi del territorio ma totalmente irrispettosi dell'enofilo desideroso (leggittimamente, sia chiaro) di trovare finezza, eleganza, modernita'.
Bisogna salire sulla collina di San Lorenzo, vedere la cascina e la cantina, per capire meglio. Mi càpita spesso di affermare che i vini assomiglino, quasi fisicamente, a chi li fa (un po' come i cani ai loro padroni, per intenderci). Bisogna conoscere Pino Ratto, un contadino che vive da solo e ha superato i settanta (e due compagne, e vari figli, ed infinite vicissitudini), e da solo manda avanti i pochi ettari e vinifica, per comprendere, forse, un po' meglio quei due vini strani, bizzarri, puntuti. Sarebbe d'aiuto, pure, aver letto La luna e i falo', e ricordare come Cesare Pavese descrive la cascina del Valino; oppure rievocare qualche spezzone di Novecento; perche' tutto questo si ritrova quasi intatto quassu', e con questo prego di non mancare di rispetto a nessuno e soprattutto a lui, dicendo che questa cascina cadente, questa cantina che certamente rappresenterebbe bene l'incubo di un enologo, sono un viaggio a ritroso nel tempo, in un tempo nel quale la modernita' attuale era solo un sogno impossibile. Gli Scarsi e Le Olive sono lo specchio di tutto questo.

E poi, sulla strada del ritorno, pensi e ripensi a quello che hai visto e sentito. Ritorni ad un mondo enoico fatto di altre storie. Come questa: "nel progetto della nuova sede dell'azienda vinicola Rocca di Frassinello (del giornalista editore e vignaiolo Paolo Panerai, in società con il finanziere francese Eric Rothschild, proprietario dello storico marchio Chateau Lafite) appena inaugurata, Renzo Piano ha coniugato vocazione industriale e rispetto per il territorio circostante. Con una grande piazza aperta sulle vigne e una suggestiva barriquerie da 2500 botti".
C'e' qualcosa di male nel farsi progettare la cantina da Renzo Piano? No. Ho troppa stima per l'architetto che, dove ha messo mano, ha migliorato infinitamente la mia citta'. E non ho neppure sentimenti pauperistici, non credo che "povero e' bello". Mi limito ad annotare che, pure nel mio enomondo, ci sono vette siderali e profondita' oceaniche; contraddizioni, si potrebbe dire; e la contemplazione di queste differenze e' davvero stupefacente.

Cascina Scarsi Olive
Loc. San Lorenzo 22
15078 Roccagrimalda - Ovada (AL)
Tel. 0143/831888

8 commenti:

  1. Uno dei più bei post che hai scritto, per me. Persino poetico, ed hai evitato di cadere nel trabochetto di chi: "povero è bello".
    Le differenze sono stupefacenti, come dici tu, e, come mi pare di capire tu voglia dire, c'e' spazio per tutti. Anche se viene spontaneo parteggiare per alcuni piuttosto che per altri. Oggi per l'appunto mi trovavo a pochissimi chilometri dall'appena inaugurata Rocca di Frassinello, in un'altra nuova e bellissima azienda, di tutt'altre dimensioni. E si beveva, tra l'altro, il per me mai assaggiato vino di mezzo della suddetta azienda. Mi pare sia qualcosa con la parola sughere. E ti viene da pensare: perché?

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  2. Gran bel post Fio. Grande, come sempre. Hai saputo regalare un quadro perfetto anche dell'uomo oltre che della sua cantina, quasi senza far cenno di lui. Pino e i suoi vini richiedono ascolto, pazienza ma sanno regalare storie da restare a bocca aperta. Ho ancora in mente quella doppia magnum di Scarsi 1985 bevuta a novembre 2004 a La Brinca in sua compagnia. Ne avevo scritto come di un dolcetto che gioca a fare il Barolo e quasi quasi ci riesce.

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  3. Sono incantato. Em, ecco... possiamo trattare Fiorenzo? :-) massimo.b

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  4. Buonasera Fiorenzo,
    ho conosciuto il Sigonr ratto e assaggiato i suoi vini per la prima volta al recente TigullioVino meeting... ho pensato alcune volte a quei vini ma non avevo parole giuste per descriverli... le ho travate qui!
    Credo proprio siano queste differenze, che rispecchiano gli uomini che li producono, sia uno degli aspetti più affascinanti di questo lavoro...
    A presto

    Mirco

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  5. Eh, grazie raghi, troppo buoni :)
    Max, trattiamo, trattiamo.

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  6. Non dimentichiamo la citazione in "Vino al Vino" di Mario Soldati, quando Pino va a prenderlo con la Dyane rossa :-))

    Da leggere tutto:
    http://www.deriveapprodi.org/estesa.php?id=229

    Un grandissimo personaggio.

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  7. ...anch'io dopo un anno ripenso alle parole di quell'incontro, proprio come quando io e il mio enologo (il mio ragazzo, Brizio) ci allontanavamo con la Uno a mille gradi sotto il sole d'agosto da quel posto senza tempo.. una marea di sapori, odori, parole, musica, cultura e sentimenti... la sensazione di appartenenza alla terra e alle bellezze di questo mondo.. e oggi rigiro tra le mani quella bottiglia donata col cuore, che ho accettato commuovendomi, e Pino, col sorriso tra le labbra: "perchè piangi, è vino!".
    Grazie Fiorenzo.
    Frà

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  8. nel mio ristorante ho oltre 500 etichette solo vino bio-biodinamico ma questo stupendo vino di Pino ratto ( LE OLIVE )è la migliore bottiglia della mia carta vini ed è il più buono tra questi vini anzi il n°1 . Mi ha colpito la semplicità del vino ma nello stesso tempo la profondità e giuro che un vino così profondo non lo mai bevuto , e di vini ne ho bevuti in questi ultimi 15 anni si puo dire che sia a pranzo che a cena bevo vini sempre diversi oviamente tutti i giorni ma ma quello di Ratto capita spesso tutti i giorni che ho sempre voglia di un bicchiere (LE OLIVE ) e vino che non stanca ,un vino che in qualsiasi momento della giornata e perfetto , anzi ora mi stappo una sua bott. mi e venuta proprio voglia ,alla salute di tutti voi . grazie Pino che ci dai queste emozioni un ciao da Agostino

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