mercoledì, giugno 18, 2008

Buccismo senza limitismo

E fu Terroir Vino, e potremo dire: io c'ero. Orbene, ci sia consentito un breve fremito d'orgoglio localista, che del resto da queste parti c'e' ben poco di che essere orgogliosi (basta leggere cosa scrive Luca su certa ristorazione - in attesa che lo sbertucciato ci quereli a tutti e cosi' si emigra in Cina).
La rassegna e' alquanto riuscita, e certo la location ha il suo bel perche'; tempo clemente, ovvero neppure caldo, il nemico classico di ogni degu, che assaggiare a temperature africane azzera ogni appeal. Ovviamente c'era mezzo mondo bloggarolo (saluto tutti) quindi la convention ha avuto pure un bel saporino due-punto-zero. Adesso mi auguro solo che lorsignori (gli enti pubblici, Comune, Provincia, Regione, UE, Onu e quant'altri) si decidano a fare un bel monumento a Filippo, anziche' far finta di niente come sempre, quando qualcuno qui si da' da fare.
Comunque, tanto per non sembrare buonista, facciamo pure qualche critica: la prossima volta consiglierei tavoli piu' distanziati, se possibile. E quanto al ristoratore della cenetta in terrazza, mi offro volontario per comandare la spedizione che vada a spiegargli un paio di elementi costitutivi del mestiere. Ri-cit. Luca, vedi sopra. Velo pietoso.

Ed a questo punto ci starebbe pure bene disquisire di vini. Centotrenta espositori non consentono una gran sintesi, e del resto spero che qualcun altro si prenda la briga si metter giu' appunti e recensioni. Esercitato lo scaricabarile, qui vorrei brevemente rilevare la dilagante (anzi, dilagata) tendenza della buccia a contatto con i bianchi; una tecnica di vinificazione molto vecchio stile, confinata dall'enologia anni '80 nel numero delle pratiche esecrabili (colori giallo-carichi, opalescenze, microelementi in sospensione, insomma, uno strazio ossidativo) quindi quasi sparita da ogni cantina che volesse dirsi moderna; ma siccome tutto scorre, ecco che alla fine dei '90 hanno ricominciato a pilotare questo stile di vinificazione primitiva, dura e pura, viscerale; cio' che prima era male diviene bene, l'errore era virtu' e la virtu' era erratica, nella solita contraddanza per cui il bianco e' nero e la notte e' giorno (del resto pure Berlusconi era Socialista). Siete confusi? Perche' non avete assaggiato i vini: che in quel caso la confusione era totale. Telegraficamente: a me questa cosa della vinificazione a contatto con le bucce non mi convince; prenderei, come unico esempio, l'Antico Sfizio (gia' il nome... mah) di Maria Donata Bianchi, se non altro perche' era immediatamente verificabile la differenza con suo Vermentino vinificato "normalmente" (cioe' correttamente, cioe' modernamente, cioe' come negli anni '80... uff) -- ecco, l'Antico coso proprio ridondava di note ossidative, sembrava una specie di esercizio di stile; mentre il Vermentino Riviera Ligure di Ponente 2006 aveva un'esaltante freschezza salmastra al naso, anzi, a mio parere rappresenterebbe l'archetipo di Vermentino RLP di riferimento. Insomma, l'assaggio dei bianchi-a-contatto-con-le-bucce alla fine rappresenta un bell'esercizio didattico, spesso con notevoli delusioni. Preferendo la via classica, non so qualificarmi: sono modernista siccome mi rifaccio agli anni '80? Gli ultra-tradizionalisti del bianco "come cento anni fa" costituiscono la modernita' nel 2008, quindi, cosa e' moderno? Cosa e' tradizionale? Grande e' la confusione sotto il cielo, eccetera, eccetera.

6 commenti:

  1. non so se ti ricordi gli stivali Camperos. E' il mio primo ricordo della mia resistenza ad oltranza-fino-ad-un-certo-punto che mi ricordi. Tutti li avevano, e un po' mi piacevano anche a me per dire la verita'. Pero' proprio non ce la facevo a comprare qualcosa perche' ce l'avevano tutti. Tranne che quando la moda era ormai talmente sputtanata da essere quasi fuori moda. Allora li compravo anche io.
    Lo stesso avviene per le bucce, ormai che da moda sta diventando consuetudine e quasi fuori moda, tanto da rivalutare i vini "normali", come dici tu, ecco che io mi decido a fare qualcosa con le bucce.
    Rincoglionimento? Snobismo tirato all'estremo? Non lo so, pero' mi diverte. E vi infliggero' con le mie bucce!!!!

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  2. I camperos...mittici.
    Quante paghette ho messo da parte per comperarli!! E ho ancora il rimpianto di non essere mai riuscito a estorcere ai miei le Peter Flower...
    Le bucce a me affascinano. Fiorenzo parla dell'Antico Sfizio, ma bisogna citare anche l'Ageno, lo Spigau, i vini di Tenuta Grillo. Vini molto diversi tra loro, a dispetto di chi dice che sono tutti uguali.
    Rimane sempre una bocca un po' ruvida, ma mi domando se enologicamente il problema non si potrebbe risolvere con una chiarifica mirata.

    @Gianpaolo
    Gran bel naso il Bucce. Minerale, teso, pulito.
    La bocca è ancora obbiettivamente un po' astrigente per un vino bianco. La materia però c'è. Insomma, bisogna lavorarci ancora un pochino, ma la direzione mi sembra interessante.

    Luk

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  3. Avete assaggiato il Fiano di Tufiello, l'azienda di famiglia di Guido Zampaglione (Tenuta Grillo) ? Imho, la rivelazione di bucce 2008.

    Ciao, Fil.

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  4. Certo che ricordo i Camperos - ma non li potevo comprare, ho avuto un'infanzia ed un'adolescenza dickensiana; non era poverta', ma quel genere di stivali fatalmente se li permettevano i fighetti. E dopo averti schiantato il cuore con questa noterella, ti diro' che uno dei migliori assaggi di Terroir Vino, per me, e' stato il Guazza, davvero una cosa esemplare per freschezza e piacevolezza; appena ho modo lo infilo a listino.

    Comunque, soprattutto per i bucciati, e' vero, ogni etichetta e' una storia a parte; ogni assaggio una sorpresa, diciamo.

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  5. ma il tavernello fa buccia??

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  6. Gli è che in tempi di confusione ci si aggrappa alla tradizione ed a quelle due o tre cose che danno sicurezza: tu non hai mai dormito abbracciato ad un orsacchiotto, ultimamente dico?

    Vuoi sapere cosa è moderno? Un vino buono!
    Vuoi sapere cosa è tradizionale? Un vino buono!

    Banale? Forse si, ma se come me avessi assaggiato qualche sera fa uno chardonnay biodinamico che puzzava di uova marce e proteine che neanche un camallo dopo una giornata di duro lavoro, non troveresti il mio parere tanto banale...

    Proteinicamente tuo
    Debord

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