Si diceva che in assenza di fiere, le fiere vengono da te. Almeno in parte: non riuscendo più a girare per rassegne, i distributori più savi si industriano e girano per enoteche (tipo la mia) con la loro mercanzia, e l'enotecaro assaggia, valuta, medita, rimembra, considera, e se va bene compra. Anzi lanciamo un appello a tutti: c'è stato un tempo in cui dovevo dire no grazie, non inviarmi campioni, dimmi a quale fiera vai che io passo ed assaggio. Adesso vale il contrario, e per fortuna qualcuno si sta dando da fare in questo modo. Succede, anche, che si assaggino cose non esattamente centrate, ma vabbè, in quel caso non faremo nomi.
Parliamo piuttosto di due assaggi tra i molti proposti da Radici Natural Wines (grazie). C'è la parolina magica natural quindi che te lo dico a fare, parliamo di vini naturali. E siccome ogni volta che appare la parolina magica tocca fare il disclaimer, si tratta di vini naturali ben fatti. Durante gli assaggi mi ha quasi sorpreso trovare come un filo conduttore in mezzo alle aziende selezionate da questa distribuzione, tutti vini che assieme al carattere spiccato mostravano una pulizia esecutiva esemplare, come se l'assaggiatore che ha fatto la selezione seguisse la sua personale visione. In mezzo ai molti, dicevo, ecco i due che mi sono piaciuti di più, e infatti finiscono sullo scaffale.
Vino Rosso "G", Auriel. Nome totalmente minimalista per questo rosso piemontese imbottigliato senza alcuna denominazione né annata in etichetta. Trattasi di grignolino, da qui la "G" - con nota di stile: l'immagine è disegnata da Dario Fo. Sottobanco apprendo pure che è vendemmia 2019. Non mi dilungo sul why e il because molti produttori preferiscano tagliare ogni orpello burocratico e usino la denominazione (appunto, minimalista) ex lege di vino rosso, a me sta bene così, io credo che il temperamento artistico e creativo di chi produce vino gli consenta questo e altro. E siccome conta quel che c'è nel bicchiere, ecco: sorpresa. Frutta rossa e anche nera direi, fitta e profonda, succosa, matura, una cosa tra la fragola e l'amarena. In bocca ha tensione, freschezza, pienezza, vino di bella e confortante soddisfazione. Prezzo in enoteca, sui venti euri. Punteggio dai miei appunti: 87+
Qualche giorno dopo dello stesso produttore assaggerò anche una barbera, fresca di agrume rosso e beverina, coerente con lo stile del produttore, cioè a dire molto bene.
Sito del produttore, per saperne di più
Malvazjia 2019, Klabjan. Una malvasia slovena dall'area istriana, la dizione completa in etichetta è Kakovostno vino ZGP - Pridelano in ustekleničeno na posestvu. E se avete letto tutto capite perché neanche ci provo a pronunciarlo, amici sloveni scusate ma non parlo la vostra bella lingua, la faccio breve e vi dico che è malvasia istriana. L'assaggio è spettacolare: colore con un velo di carica opaca, ma giusto un velo, giallo pieno. Al naso parte baldanzoso, fragrante tra la frutta e le erbe aromatiche, ampio e fittissimo. La bocca ha una presa gustativa goduriosa, di nuovo la frutta e il sale, finezza e potenza assieme - ma che bravo è il signor Klabjan? Prezzo in enoteca, 22 euro. Punteggio dai miei appunti: 90
Qui altre info sul produttore, che è anche un personaggio
Nessun commento:
Posta un commento