martedì, gennaio 09, 2007

L'eccesso cartaceo

Se questo fosse un mondo perfetto, i miei amati produttori vinicoli eviterebbero di spendere capitali in presentazioni cartacee del loro lavoro (vulgo depliant). Non ho ancora completamente metabolizzato la notizia di una piccola cantina cooperativa che ha speso circa trentamila euro in carta patinata: la cifra mi sembra lunare, e pure se proviene da un loro dir. comm.le, mi lascia incredulo. Certo e' che io sono ignaro di queste dinamiche comunicative. Ed e' altrettanto certo (parlo sempre per me) che questo genere di massa cartacea finisce per accumularsi, intonso, in ufficio, mancando cosi' il suo obbiettivo di "comunicare" qualchecosa; al punto che, quando il produttore mi dice "ti lascio la brochure con le schede, le foto delle etichette, la mappa della cantina, il paginone centrale delle barrique" cerco sempre di scoraggiarlo, sperando di far leva su un argomento sensibile: "risparmia i soldi del depliant, non mi serve"; ma sembra che questo argomento vada bene solo per i genovesi. Di fatto, sulla scrivania si accumulano le cartelline policrome e rutilanti di troppe aziende; quando la pila ha raggiunto un livello considerevole, finisce nel contenitore per la raccolta differenziata.

Ma da tempo faccio pure di peggio; di fronte al produttore che mi copre di carta patinata, mi limito a dire: lascia stare, quello che mi serve lo trovo sul tuo sito; perche' ce l'hai, il sito, si?
Ecco una domanda che, anno di grazia 2007, riesce a mandare in acido piu' di un vignaiolo. Sulla qualita' delle presentazioni online di molti produttori ci sarebbe di che scrivere post per anni; ci starebbe bene una sezione apposita; ovviamente, ci sono quelli ben fatti: sono una minoranza all'interno di un'altra minoranza. Inutile indagare sui perche', di fatto il famoso digital divide si vede qui, nell'incapacita' di utilizzare la rete come strumento ideale di comunicazione (incapacita' che e' pure strutturale, sia chiaro, non e' solo mancanza di competenze).

Viene pure il sospetto che l'uso di internet renda meno utilizzabile un elemento comunicativo trionfante all'interno dell'obsoleto depliant, cioe' il linguaggio tipico della pubblicita': la famigerata comunicazione unidirezionale, che sarebbe pure tollerabile; assai meno tollerabile e', ormai, l'uso di vuote formule sul genere "piu' bianco del bianco" che sono la quintessenza dei roboanti slogan da depliant; l'alternativa sarebbe smettere con un sistema di comunicazione pubblicitaria basato sull'iperbole; questa, nella miglior parte dei casi, e' un fanfaronesco sistema per celare, essenzialmente, l'intento di raccontar fandonie; inutile dire quanto sia irritante la percezione di un tale genere di messaggio.
Se questo fosse un mondo perfetto ci dovremmo tutti lasciare alle spalle queste formule comunicative, una volta per sempre.

10 commenti:

  1. Ciao Fiorenzo, ti faccio una domanda: quali informazioni vorresti trovare in un sito di una cantina? E come vorresti che fossero disponibili (pdf da scaricare, o altro).

    Per il resto, d'accordissimo con te, si spendono cifre esagerate per comunicare poco. Purtroppo il cartaceo è ancora necessario, a fronte della mancanza di voglia di andare a cercare sulla rete le informazioni necessarie, per esempio per gli agenti, anche se la cosa migliora via via con le nuove leve. Io ho speso circa 2000 euro l'anno scorso di depliant, che mi dovrebbero bastare per due anni almeno. Non è poco ma ci sta.

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  2. Gianpaolo, poche cose ben scritte, possibilmente in html: schede esaurienti ed aggiornate su tutti i vini a listino, una sezione relativa alla presentazione/storia/location del produttore, e basta. Gli stessi dati si possono rendere pure disponibili in pdf, ad uso rete vendita, per la stampa eccetera. E ovviamente niente flash, nemmeno sto a precisare.
    Questo per quanto riguarda la sostanza; circa la forma, come dicevo in finale, sarebbe bello ritrovare un modo di comunicare un po' meno patinato/improbabile. Sinceramente, pensavo di scrivere, prima o poi, un post intitolato "i buoni ed i cattivi" elencando esempi di siti ben fatti, e non.
    Sto per dire che ci vorrebbe pure un blog, argh, m'e' scappato ;)

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  3. Fiorenzo, concordo con te assolutamente.

    Produttori, dateci un funzionale sito web, informativo, aggiornato, scritto " a mano" (senza lo stile superliscio pubblicitario che sciupa tanti siti e quasi tutte le brochure) -- dateci, cioe', una voce personale e individuale. Magari un po' goffa...ma genuina!
    E, ca va sans dire, NIENTE FLASH.

    Finalmente, ho un'altra richiesta: se volete tradurre le vostre fandonie in inglese, trovate un traduttore di lingua inglese! Le traduzioni sono, per lo piu', orribili e quasi incomprensibili.

    Brava eccezione: quelle di Gianpaolo Paglia, grazie alla bella Justine.

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  4. Grazie Terence. In effetti mia moglie mi da una mano, e a volte mi segnala delle traduzioni, a suo dire ridicole, nel senso che fanno veramente ridere. Il bello è che si vedono non solo un internet, dove al limite uno può sempre ricorreggere, ma anche sui giornali e pubblicazioni che si immagina abbiano dei costi considerevoli, nei quali però non è stato previsto la piccola spesa per la traduzione corretta.

    Quindi, se volete avere i vostri siti ben tradotti, spendete qualche soldo per delle traduzioni ben fatte, costerà sempre meno che sposarvi con una madrelingua!

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  5. Luciano, credo che tu mi abbia anticipato di cinque secondi. Oggi avevo in programma di stilare un piccolo elenco di aziende da visitare in un prossimo finesettimana in Toscana, ed avevo in mente pure te. Ho visto il sito per cercare l'indirizzi preciso, eh.. be', diciamo che la consulenza te la faccio dal vivo alla prima occasione :)
    Per adesso ti posso solo dire che la tecnologia flash e' deprecabile almeno quando non consente lo skip immediato all'html... tipo il tuo sito.
    Dai, c'e' di peggio a 'sto mondo, non vorrei deprimerti.

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  6. Ti ho scoperto per caso e tornerò a farmi qualche bevuta.
    Mi metto sul mio, va bene?

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  7. @ Fio
    Grande post. Concordo in pieno su tutta la linea anche se comincio a disperare...il sito di Luciano comunque, per essere in flash, è sobriamente essenziale. Anch'io eliminerei all'istante l'inutile e ostacolante presentazione.

    @ Gianpaolo
    Gianpaolo, mi dai un'idea sulla qualità della traduzione di vinoclic ? Ho speso gran soldi per farla fare come si deve. Vorrei avere conferma di averli spesi bene.

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  8. Siti dei produttori di vino?
    Ehm... per lavoro vedo siti a tonnellate, in tutti i settori.

    Che dire?

    Su un sito di un produttore di vino, vorrei leggere della sua terra, della sua vigna, della sua azienda, della sua cantina, del suo vino.

    Poi vorrei che se gli invio una email chiedendo dove comprare il suo vino, mi rispondesse. Sì, ridete. Non sapete quante volte mi sono ritrovato a scrivere senza avere risposte e non mandavo certo cv!

    Invece, il più delle volte troviamo il nome del vino, tre righe, due foto e un bel po' di quel commercialese che in tutti gli altri settori commerciali si sta abbandonando.

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  9. Innanzitutto, grazie a tutti per gli spunti: effettivamente per noi produttori la difficoltà è soprattutto quella di mediare tra le diverse esigenze dei visitatori del sito. C'è l'operatore del settore smaliziato e competente ma c'è anche il semplice "wine-lover".

    Poi, per fradefra: ma veramente ci sono ancora produttori che non rispondono alle mails?? Uno degli aspetti che amo di più del mio lavoro è dedicare del tempo a rispondere a quanti mi chiedono informazioni sui vini, sulla reperibilità e quant'altro. Magari sono già stati in azienda durante le vacanze e mi scrivono dall'altra parte del mondo per avere un piccolo, rilassante flashback. Oppure sono io ad invitarli a passare a trovarci, per esempio per vedere la vendemmia o la pigiatura del Recioto.
    Per me insomma è un vero piacere; ma forse è perchè sono un po' grafomane sin dai tempi del liceo! ;-)

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