martedì, marzo 18, 2008

Un po' di assaggi (tanto per variare sul tema)

La mia citta' ha una tradizione risalente di importatori e distributori, sia di vini che di distillati, dall'Europa e pure dal resto del mondo; a Genova il Whisky, il Cognac, il Rum, e lo Champagne, sono di casa: sia per la vocazione portuale, che per le specifiche competenze di appassionati selezionatori, che qui hanno la sede. Col passare degli anni molti mega-importatori sono spariti, altri si sono trasformati, ma permane un interessante numero di "piccoli", iperqualificati interpreti del nostro gaio enomondo. La giornata di ieri, lunedi', e' stata dedicata ad un pressante tour-de-force (vitaccia) nei magazzini di uno di questi, Moon Import. L'azienda, da piccola (o forse piccolissima) sta conoscendo, a detta del suo dir-comm, un esaltante periodo di sviluppo; in tempi di crisi e lamentii, fa sempre un certo effetto conoscere una realta' di successo; a margine, i motivi di tale successo si prestano a qualche analisi di tipo sociale: secondo Moon la polarizzazione nel censo dei clienti (draconianamente divisi, o nuovi poveri, o arricchiti) ha favorito la proposta iperqualitativa (manco a dirlo, ipercostosa) a vantaggio di coloro i quali sono saldamente nell'ambito che potremmo barbaramente definire "luxury". Per la verita', qui, non ho gran che voglia di addentrarmi in tale analisi; preferisco, semmai, raccontare cosa s'e' assaggiato, tanto per focalizzare l'attenzione sui prodotti, e, magari, sulla conseguente fondatezza delle affermazioni che avete letto. Soprattutto per consigliare, a tutti gli addetti ai lavori, una visita in questi magazzini, assai somiglianti ad una vinosa grotta di Alì Babà, dati i tesori che vi sono rinchiusi; di tanto in tanto si organizzano degustazioni e presentazioni di nuovi prodotti quindi, consiglio personale, agganciate il locale rappr di Moon Import e cercate d'esserci.
La prima parte della giornata e' stata incentrata sugli Champagne; si sono aperti notevoli vini fermi durante la pausa pranzo, ed il pomeriggio e' stato dedicato ai distillati; vista la mole di assaggi, qui mi limitero' agli Champagne. Noterella: prezzi indicativi, in qualche esosa enoteca.
Gaston Chiquet Tradition 1er Cru (in magnum). Ancora molto verde, duro, acidita' in grande spolvero, buon inizio pasto/aperitivo. Penalizzato da naso chiuso. 77/100. € 38 (la bottiglia da 75)

Charlier Carte Noire. Bellissimo naso, complesso, ampio, con note sottilmente legnose ma tutt'altro che monocorde, assai cangiante nel bicchiere. Appena maturo, bocca morbida e quasi vanigliosa. 82/100. € 35

Philipponnat Royale Reserve. Questo Champagne, che rappresenta l'importazione piu' "quantitativa" in termini di bottiglie prodotte, viene presentato, didatticamente, in due differenti date di degorgement (normalmente reperibile in retroetichetta). Premesso che io sono un aficionado dello Champagne maturo, l'etichetta piu' risalente ha mostrato, a mio modo di vedere, assai maggiore appeal.
1) Degorgement 2007: chiuso, nervoso, sovracido, penalizzante. 76/100
2) Degorgement 2006: olfattivamente piu' ampio e complesso, permane, in bocca, un'impressione di maggiore semplicita', quasi concettuale; uno Champagne probabilmente ecumenico, senza troppe caratterizzazioni. 77/100. € 35

Philipponat Grand Blanc 2000. L'ampiezza stratificata del naso e' segnata da una splendida frutta bianca, pesca e banana. Bocca di buona lunghezza, setosa. 83/100. € 85

Gaston Chiquet Blanc de Blancs grand cru 2002. Condizionato da un naso meno appagante (ancora verde?) e' piacione quanto basta; invitante, di buona lunghezza. 82/100. € 55

Gaston Chiquet millesime "or" 1er cru 1999. Possente corredo aromatico salmastro, quasi di bottarga; mutevole, da rigirare per mezz'ora almeno nel bicchiere alla ricerca di nuovi riconoscimenti olfattivi. Saldo, sapido in bocca. 85/100. € 60

Philipponnat reserve millesime 2000. Il naso attacca con forza il tostato (noce e nocciola) e non molla piu' questi riconoscimenti; e' ampio, pure lui piacione; in bocca ha grande armonia. 83/100. € 80

Chiquet Special Club 1998. Note di noce al naso, bocca delicata, sottile. Finezza. 81/100. € 72

Charlier Special Club 2000. Anche qui prevale la lievita', la delicatezza. Bocca conseguente. 80/100. € 55?

David Leclapart "l'Apotre" BdeB 1er cru extra brut. Bum! Nasone viscerale, tostato/floreale; carattere da vendere, ampio, appagante; serissimo champagnone. 87/100. € 110

Philipponat Cuvee 1522. Altro campione, dal naso spettacoloso, con note di erbe aromatiche; la bocca e' ancora assai giovanile ed acidula. 84/100. € 80

Egly-Ouriet V.P. Extra brut grand cru. Naso spettacolare, complessita' esaltante; l'impressione e' quella di avere nel bicchiere una bollicina emozionante, fuori dal comune. 58 mesi sui lieviti, non a caso. 88/100. € 95
Considerazioni finali: questi assaggi hanno reso evidente come, ancora una volta, "piccolo e' bello", riferito ai vigneron di Champagne, in questo caso; ed infatti le prove forse meno esaltanti le ha fornite il buon Philipponat, di gran lunga la maison piu' "produttiva" tra quelle schierate da Moon Import; conoscendomi, sarebbe il caso di ripetere la degu in cieca, per evitare i miei biechi pregiudizi. Tuttavia segnalo come perfino il magnum di Clos des Goisses, una delle migliori cuvée di Francia, non mi abbia, questa volta, troppo ammaliato.

[Nella foto, il Clos Des Goisses, storico vigneto singolo della Champagne; caratteristicamente, la collina si specchia nel lago sottostante, e disegna la forma di una bottiglia. I francesi, che geni del marketing; pure le loro colline].

1 commento:

  1. Ho avuto modo di conoscere il sig. Mongiardino, uomo serio e competente, quando presentò a Genova, per la prima volta, i prodotti di Jacques Selosse che per il mio palato sono strepitosi. Considero invece Philipponat un buon prodotto medio ma sopravvalutato, nonostante si dica che fosse il preferito di un noto avvocato torinese.

    RispondiElimina