Quello che si vede in questa immagine, e piu' dettagliatamente, cliccando qui, e' una reliquia di famiglia.
Erano i primi mesi del 1949, mio padre aveva appena aperto la sua osteria a Genova. Aveva 28 anni. Forse tardi per le medie del tempo, ma per lui la guerra era durata un po' piu' a lungo: prigioniero degli inglesi in nord Africa, aveva rifiutato di collaborare ed era stato trattenuto prigioniero fino al '46. Tornato a casa, aveva fatto a tempo a veder venduta la cascina di famiglia dal padrone sotto al quale era stato mezzadro; non riusci' a riscattarne la proprieta', e si porto' dietro tutta la vita questo rimpianto. Quasi giocoforza, "emigrò" a Genova a fare il mestiere di molti piemontesi come lui.
E come un ordinato contadino acquisto' un registro, e dal primo giorno si annoto' gli incassi. Il registro che conservo parte da febbraio 1949 e, nelle ultime pagine, segna il mese di ottobre, 1957. In mezzo ci sono mille appunti, cifre di dare, avere, i primi acquisti (la Vespa, l'Ape), nomi di fornitori che sono pure miei, annotazioni di servizio. E' tra le cose piu' risalenti che mi restano, fisicamente, di mio padre; e' stato uno strumento di lavoro, ma il tempo trascorso lo trasforma in una testimonianza esistenziale.
A questo punto ci si puo' chiedere che senso ha mostrarlo, qui, adesso. Il bello e' che non ho la risposta precisa a questa domanda; io non so perche' sto facendo questo. Non serve tanto a mostrare chissa' che quarti di nobilta', del resto. Potrei dire che mi va di farlo e basta, in nome della famosa autoreferenzialita' dei blog, ma non sarebbe del tutto sufficiente a spiegare perche' oggi ho infilato in uno scanner questo oggetto per me cosi' pieno di significato. Credo che sia l'atmosfera natalizia, anche, ed in parte; per il bottegaio natale e' una specie di vortice di numeri; qui con me ho sempre questa specie di lunga sequenza di numeri che e' questo vecchio registro; e, come e' evidente, non e' (non e' piu' solamente) una sequenza di numeri e basta, ma e' appunto una specie di testimonianza. Cosi' lo mostro a me stesso, una specie di monito personale; serve a ricordarmi svariate cose, ora che mio padre non c'e' piu', e son due anni ormai. E' un ricordo di lui, e nello stesso tempo per me, per ricordarmi che questa lunga serie di numeri compone un risultato difficilmente calcolabile, che non e' propriamente pari alla somma dei suoi addendi.
Questo e' anche un arrivederci, dubito che aggiornero' il blog a dicembre. Per cui, e' anche un piccolo regalo di Natale: auguri a tutti.
Grazie del regalo e auguri anche a te. E buon lavoro!
RispondiEliminaSaluti
Grazie Fiorenzo.
RispondiEliminaMassimo