venerdì, dicembre 30, 2005

Stappami una killer app.


"La killer app: il vino col tuo nome". Ironizzare su articoli con titoli cosi' e' un gioco un po' troppo facile, ma che ci vuoi fare, puo' darsi che a Natale siano tutti piu' buoni, io sono piu' sarcastico. Per inciso, se siete tra i due o tre malcapitati che non sanno che diamine possa essere mai una killer app, vi faccio un esempio. Avete presente i lettori di MP3 portatili? Ecco, in quel settore la killer app (application, cioe') e' l'iPod, che ha eliminato (killer) la concorrenza, e si e' imposto come applicazione preferita dalle masse. Killer App. Se poi non sapete che sia un MP3, oh, non avete speranza.

Cio' detto, che fa una killer app enoica? Soprattutto, chi deve killare? Secondo gli estensori di questa articolessa di Businessonline.it pare che sia una roba che tutti aspettavano per raggiungere l'agognato successo commerciale: la personalizzazione dell'etichetta, dico. "Il vino personalizzato potrebbe essere un prodotto di grande successo". Poi tuttavia precisa: "Da capire però il ruolo dell'uva nel processo" -- si, vabbe', stai a guardare al pelo.

Adesso, se la smettiamo tutti di ridere, bisogna seriamente ricordare che questa cosa dell'etichetta personalizzata non e' proprio-proprio quella gran novita', eh. Da queste parti si chiamano contoterzisti; funziona anche cosi': tu (poniamo che ti chiami Tizio) sottoscrivi un affitto d'azienda con durata breve, pure brevissima, presso una azienda vinicola che e' pure imbottigliatrice; ecco realizzato il vino Chateau Tizio. Cosi', se hai la tendenza a vedere le cose ammantate da un lieve pessimismo, killer app lo traduci in gioco delle tre carte. Un po' liberamente.

[Noterella aggiuntiva: nell'articolo si legge tra l'altro "democratizzazione dell'esclusività" che mi pare il piu' colorito ossimoro mai letto da mesi]

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