Questo è un blog enoico. Il vino è un alimento totalmente diverso da qualsiasi altro: evolve, ha carattere ed è imprevedibile (come l'umanità, insomma). Per questo è interessante. E non è industriale.
giovedì, agosto 31, 2006
Blog Day pure qui
Non era giusto sottrarsi al rito del Blog Day, e pure qui, oggi, si segnalano cinque blog(z) incontrati ultimamente, e finiti in qualche modo nei bookmark. Sono, pero', tutti blog alieni al mondo enoico. Alcuni, molto alieni. Buon divertimento.
Blog #1: Hatingline
Questo e' il genere di luogo della rete che definiamo goldmine, miniera d'oro; trovi spunti di navigazione pressoche' infiniti. Di che parla esattamente? Inclassificabile. Tuttavia imperdibile.
[http://hatingline.splinder.com/]
Blog#2: Le malvestite
Vabbe', blog stranoto, ma se siete tra i due-tre che non l'hanno mai visto (e magari siete femmine perennemente a criticare il look delle altre) questo sito vi piacera', assai. Sostanzialmente, una addetta ai lavori del mondo della moda si diverte a ritrarre e criticare acidamente tipe incontrate per strada.
[http://malvestite.splinder.com/]
Blog#3: La finanza inutile
Borsa, azioni, andamento del mercato, trend, comprare, vendere, qui e' tutto tragicamente dilettantesco, ma pure comico. Il mio problema maggiore e' che non scorgo differenza col Sole 24Ore.
[http://finanzainutile.splinder.com/]
Blog#4: Deiezioni canine
Inutile fare giri di parole, il blog parla appunto di quello. Sconsigliato agli animalisti e comunque agli schizzinosi, siccome il corredo fotografico e' assai ricco.
[http://deiezionicanine.splinder.com/]
Blog#5: Big boobs alert
Blog in lingua inglese, ma il testo non e' l'aspetto fondamentale. Nel nostro ambiente si discute di silicone a proposito dei tappi; pure in questo blog il silicone e' oggetto di dispute, ma con differente impiego. Attenzione, non aprire se al lavoro, siccome tràttasi di blog very adult only.
[http://www.bigboobsalert.com/]
mercoledì, agosto 30, 2006
Ma costoro, chi sono?
L'allegra famiglia che vedete quassu' ritratta vi sorride dal sito turistiprotagonisti.it; di cui gia' parlai, d'accordo. Il fatto e' che il sito e' largamente reclamizzato su vari media, e cosi' ho avuto il tempo di guardarmela, e riguardarmela, la fotina.
Ma chi sono costoro? Dovrebbero rappresentare una famiglia media, secondo turistiprotagonisti.it, quindi secondo certo establishment, visto che il sito e' semi-para-governativo.
Vediamoli un po' da vicino; dovrebbero essere una coppia, presumibilmente marito e moglie (PACS, vade retro); i bimbi, quindi, la loro prole; l'eta' dei due non e' indefinibile: diciamo sui trenta? Ecco, qui cominciano i (miei) problemi.
Questi due, sui trent'anni, hanno due bimbi dell'eta', almeno, di cinque-sei anni. Hanno figliato quando erano freschi di laurea, e di lavoro, immagino; oh caspita, ma chi ha tanta fortuna, oggi? Chi e' che, appena laureato, riesce nel giro di poco tempo a metter su casa, sposarsi, e generare non uno ma due bimbi? Ma quanto guadagnano, 'sti due? Comincio a non capire, e faccio delle ipotesi.
Diciamo che i due sono, che so, figli di papa': lui e' architetto con genitori con studio avviato (quindi il tipo ha il lavoro assicurato) e lei e' magari laureata in legge, ma (poniamo) lo zio e' notaio, con tutto quel che segue e col censo che ne consegue.
Pero', pero', non sembrano proprio borghesi agiati, l'auto che hanno e' una piccola monovolume, sul genere Fiat Idea; no, sbagliato, troppo understatement, due cosi' dovrebbero esibire un Suv. Allora sono tutti e due impiegati pubblici (che fortuna!) ma pure con ruolo dirigenziale, siccome ci sono i due bambini eccetera (tocca ripetermi) -- per non dire che torna il busillis di prima, papi e mami si sono laureati e hanno vinto subito il concorso e si sono subito accasati. Oppure no, sono diplomati e hanno comiciato subito a lavorare, a diciott'anni... nah, ma dove, nel mondo dei sogni. Piu' vado avanti, piu' mi ritrovo tra le mani le tessere di un puzzle incomponibile.
Il fatto e' che il mondo non va cosi': giovani coppie con due bambini, che passano le ferie all'estero, sono alquanto rare; oggi ti sposi dopo i trenta, mettere insieme lavoro, casa e figli (due!) e' un'impresa. E allora, di nuovo: chi sono costoro? Sara' mai che esistono solo nella fantasia di chi ci governa?
venerdì, agosto 25, 2006
Brutti blogger diffidenti che non siete altro
"In occasione dell’imminente vendemmia invitiamo sin d’ora anche i suoi diffidenti blogger"; ecco il passaggio piu' sorprendente ad opera del dir gen, grand uff etc etc di Caviro nella verbosa missiva qui leggibile, indirizzata a Franco Ziliani. Reo di aver scritto, tra l'altro, che il brik non sembra gran che quel perfetto contenitore per vino, come magnificato nello spot del Tavernello. Quindi, il Franco Tiratore dispone di suoi blogger (ne ha la proprieta', o si limita a detenerli? Mah) e per giunta sono diffidenti: proprio non si vogliono convincere che Tavernello e' buono, questi brutti zucconi.
Ogni volta che parlo di vino in brik mi pento immediatamente, e mi riprometto di non farlo piu'. Che senso ha discuterne, qui? Loro non si rivolgono a noi (enosnobboni) e noi non siamo interessati a loro. Tantovale continuare a ignorarsi. Certo, da qui a convincerci che lo spot e' bello (l'ha detto pure il Gran Giurì) e che il brik sia questa gran cosa, ce ne passa. Ah, brutti blogger diffidenti che non siete altro.
Ogni volta che parlo di vino in brik mi pento immediatamente, e mi riprometto di non farlo piu'. Che senso ha discuterne, qui? Loro non si rivolgono a noi (enosnobboni) e noi non siamo interessati a loro. Tantovale continuare a ignorarsi. Certo, da qui a convincerci che lo spot e' bello (l'ha detto pure il Gran Giurì) e che il brik sia questa gran cosa, ce ne passa. Ah, brutti blogger diffidenti che non siete altro.
mercoledì, agosto 23, 2006
Addio (arrivederci) Tocai
E' ufficiale, da oggi non possiamo piu' chiamare il Tocai col suo nome: viene rinominato Friulano. La cosa si liquidera' cosi', essenzialmente:
Cliente: "cos'e' 'sto Friulano?"
Enotecaro: "e' il Tocai"
Cliente: "ah, bene, mi dia un Tocai".
Del resto, legioni di enofili non hanno mai smesso di chiamare il metodo classico "champenoise". Non ditelo ai francesi (e neppure agli ungheresi) ma certe cose non si cambiano tanto facilmente.
Cliente: "cos'e' 'sto Friulano?"
Enotecaro: "e' il Tocai"
Cliente: "ah, bene, mi dia un Tocai".
Del resto, legioni di enofili non hanno mai smesso di chiamare il metodo classico "champenoise". Non ditelo ai francesi (e neppure agli ungheresi) ma certe cose non si cambiano tanto facilmente.
martedì, agosto 22, 2006
Accorri numeroso
WBA allinea le sue falangi armate di tastiera per il Blog Cafe' di Squisito, il 23 e 24 settembre prossimi venturi: si parla di food, wine, e soprattutto di blog. Infatti la rassegna ha pure il suo blog; e siccome non ci facciamo mancare niente, abbiamo financo il concorso.
lunedì, agosto 21, 2006
E anche il correttore di bozze di Porthos torno' dalle ferie
domenica, agosto 20, 2006
Tornare a casa - ovvero una rece
Traghetto a Portoferraio alle 14,30, quanto basta per fare due passi per la citta' vecchia in attesa dell'imbarco; e notare un'osteria quasi alla fine del molo, non lontano dalla fortezza medicea e dal comodo parcheggio attiguo. Ora di pranzo, proviamo, perche' no.
La prima cosa che noti e' il nome, Osteria Libertaria, che come spesso accade attiva strane sinapsi concatenate cosi': libertari, siamo in Toscana, gli anarchici, Veronelli. L'osteria ha due tavolacci con panche sul marciapiede, stretto, davanti al porto; ma pure un fresco patio aperto sui vicoli del retro, e ha un mood non posticcio da osteria vera, sui tavolacci davanti al porto l'oste ha sistemato dei fiaschi e alcuni bicchieri, i classici bicchieri da osteria tozzi e bassi che oggi vanno solo per l'acqua ma che hanno servito milioni di ettolitri di vino in un tempo oscuro nel quale parole come calice e stelo erano arcane.
Ti accomodi nel retro, con la famigliola. Vista sui vicoli della citta' vecchia, tavolo traballante sul selciato arcaico di Portoferraio; mise en place spartana e perfetta, il tovagliolo di carta blu e' chiuso da un anello metallico verniciato di bianco, sbeccato; dello stesso materiale il cestino del pane; come detto, aria di osteria senza finzioni. Il patron e' cordialissimo, e se sei col figlio quattrenne e chiedi penne al pomodoro per il bimbo, non comprese nel menu (un foglio A4 scritto a mano) l'oste immediatamente esegue felice, come se gli avessi chiesto un bicchier d'acqua. Il test delle penne-al-pomodoro ad uso figlio l'ho fatto spesso, in molti ristoranti; dalla risposta del boss ne consegue parte del mio giudizio.
Tu ordini frittura di paranza, la moglie zuppetta di pesce; il pesce e', manco a dirlo, fresco, davanti all'osteria sono attraccate, tra un megayacht e l'altro, le barche dei pescatori, che immagini validi fornitori.
Dato il contesto, il vino e' nella brocca da mezzo litro, un bianco che l'oste ti annuncia particolarmente ben fatto; e non racconta storie, e' un bianco sapido, armonico. Con la caraffa arrivano due calici, che quasi ti spiace, e vorresti berlo nei bicchieracci.
I piatti sono, tutti, ben eseguiti e ampiamente soddisfacenti; a partire dalle penne: pomodoro delicato, senza punte acide, cottura al dente; e' vero che uno chef si misura sulle preparazioni semplici? Se e' vero, il tipo ai fornelli mostra un bel mestiere. La frittura e' varia, leggiadra, diresti "ideale". La zuppetta della moglie e' succulenta, abbondante, golosa. Pure troppo: il piatto successivo, che l'insaziabile moglie ordina, viene solo assaggiato (tonno in crosta con sesamo e pistacchi, una botta di creativita' dell'oste).
L'osteria, unico neo, non serve caffe'; ma quando ti alzi e continui la passeggiata tra i vicoli per tornare all'auto, incontri millanta (citazione veronelliana) caffe' aperti.
Sei felice; pranzo perfetto, location perfetta, nemmeno senti il peso delle vacanze che vanno a finire. Che ti viene voglia di consigliare il posto agli amici. Per quattro piatti e un contorno, mezzo litro di bianco, acqua, hai speso euro 55.
Osteria Libertaria - Cal. Matteotti, 12
57037 Portoferraio
Tel. 0565.914978
La prima cosa che noti e' il nome, Osteria Libertaria, che come spesso accade attiva strane sinapsi concatenate cosi': libertari, siamo in Toscana, gli anarchici, Veronelli. L'osteria ha due tavolacci con panche sul marciapiede, stretto, davanti al porto; ma pure un fresco patio aperto sui vicoli del retro, e ha un mood non posticcio da osteria vera, sui tavolacci davanti al porto l'oste ha sistemato dei fiaschi e alcuni bicchieri, i classici bicchieri da osteria tozzi e bassi che oggi vanno solo per l'acqua ma che hanno servito milioni di ettolitri di vino in un tempo oscuro nel quale parole come calice e stelo erano arcane.
Ti accomodi nel retro, con la famigliola. Vista sui vicoli della citta' vecchia, tavolo traballante sul selciato arcaico di Portoferraio; mise en place spartana e perfetta, il tovagliolo di carta blu e' chiuso da un anello metallico verniciato di bianco, sbeccato; dello stesso materiale il cestino del pane; come detto, aria di osteria senza finzioni. Il patron e' cordialissimo, e se sei col figlio quattrenne e chiedi penne al pomodoro per il bimbo, non comprese nel menu (un foglio A4 scritto a mano) l'oste immediatamente esegue felice, come se gli avessi chiesto un bicchier d'acqua. Il test delle penne-al-pomodoro ad uso figlio l'ho fatto spesso, in molti ristoranti; dalla risposta del boss ne consegue parte del mio giudizio.
Tu ordini frittura di paranza, la moglie zuppetta di pesce; il pesce e', manco a dirlo, fresco, davanti all'osteria sono attraccate, tra un megayacht e l'altro, le barche dei pescatori, che immagini validi fornitori.
Dato il contesto, il vino e' nella brocca da mezzo litro, un bianco che l'oste ti annuncia particolarmente ben fatto; e non racconta storie, e' un bianco sapido, armonico. Con la caraffa arrivano due calici, che quasi ti spiace, e vorresti berlo nei bicchieracci.
I piatti sono, tutti, ben eseguiti e ampiamente soddisfacenti; a partire dalle penne: pomodoro delicato, senza punte acide, cottura al dente; e' vero che uno chef si misura sulle preparazioni semplici? Se e' vero, il tipo ai fornelli mostra un bel mestiere. La frittura e' varia, leggiadra, diresti "ideale". La zuppetta della moglie e' succulenta, abbondante, golosa. Pure troppo: il piatto successivo, che l'insaziabile moglie ordina, viene solo assaggiato (tonno in crosta con sesamo e pistacchi, una botta di creativita' dell'oste).
L'osteria, unico neo, non serve caffe'; ma quando ti alzi e continui la passeggiata tra i vicoli per tornare all'auto, incontri millanta (citazione veronelliana) caffe' aperti.
Sei felice; pranzo perfetto, location perfetta, nemmeno senti il peso delle vacanze che vanno a finire. Che ti viene voglia di consigliare il posto agli amici. Per quattro piatti e un contorno, mezzo litro di bianco, acqua, hai speso euro 55.
Osteria Libertaria - Cal. Matteotti, 12
57037 Portoferraio
Tel. 0565.914978
martedì, agosto 15, 2006
Cavit, sei il massimo
Tranquilli, non ho preso un colpo di sole.
Tutta colpa del solito Alder, che in questo post elenca i top ten tra i vini ordinati nei ristoranti USA. ( Qualcuno s'e' preso la briga di tenere il conto).
Bene, una bella sorpresa, il terzo classificato e' il Pinot Grigio di Cavit. Niente Gaja, niente Barolo boys, l'eccellenza italiana e' rappresentata da Cavit.
Considerazioni: naturalmente non c'e' di che stupirsi, semmai si sorride; rassegniamoci, i consumi non sono fatti da (noi?) enosnobboni, ma dalle masse che guardano al portafogli. Cosi', conseguentemente, tutti i dibattitoni tra innovatori e tradizionalisti, barrique si o no, trucioli e osmosi inversa e via degenerando, non sembrano essere gran che centrali, ma molto periferici, se consideriamo il nostro giulivo mondo dal lato del fatturato.
Sara' un caso, son ripartiti gli spot del tavernello.
sabato, agosto 12, 2006
Bel Panorama
Panorama di questa settimana, lettera pubblicata: "invece di continuare a parlare di quella minoranza di italiani che parte per le vacanze nei posti di sogno del pianeta dando l'impressione che tutti nuotino in un mare di benessere, perche' non occuparsi della maggioranza che trascorre le vacanze nelle case in affitto, intenta a cercar di risolvere i problemi sempre incombenti?"
Stesso Panorama, pagina 203. "Il Byblos Hotel di Saint-Tropez offre una collezione di 40 bottiglie (del '95, a 14.500 euro l'una) di Dom Perignon in una custodia d'oro bianco col simbolo della maison impreziosito da smeraldi".
Insomma: decidetevi.
Stesso Panorama, pagina 203. "Il Byblos Hotel di Saint-Tropez offre una collezione di 40 bottiglie (del '95, a 14.500 euro l'una) di Dom Perignon in una custodia d'oro bianco col simbolo della maison impreziosito da smeraldi".
Insomma: decidetevi.
giovedì, agosto 10, 2006
Cattivi pensieri (oppure comunicazione di servizio)
In vacanza, sto usando la connessione gprs che passa il convento di Vodafone; per chi non lo sapesse, e' come navigare a 28.8 (ricordate il 1995?). Tuttavia scarico posta con allegati grotteschi, di grottesche dimensioni (parlo di kb). Ora, sia chiaro fin da ora: prima o poi tornero' alla civilta'. Prima o poi, tornero' alle mie Adsl.
Sara' allora che mettero' a punto la mia vendetta.
I mittenti di quelle demenziali mail saranno vittima del mio mail bombing. Preparero' con gioia diversi giga di allegati, per annichilire le loro mailbox.
Sara' allora che mettero' a punto la mia vendetta.
I mittenti di quelle demenziali mail saranno vittima del mio mail bombing. Preparero' con gioia diversi giga di allegati, per annichilire le loro mailbox.
lunedì, agosto 07, 2006
Il mondo capovolto
Come si procura il vino un enotecaro in ferie? Va in enoteca, che domande. E' un mondo capovolto.
Pure io, in lieta vacanza nella solita Marina Di Campo, Isola d'Elba, entro in enoteca desideroso di acquistare un rosso da abbinare agli spiedini di maiale (niente pesce, neppure qui, sono un mangiatore di carni rosse dodici mesi l'anno. Se qualcuno ha qualcosa da ridire, vi ricordo che Hitler era vegetariano). Insomma, ogni tanto esco dal personaggio e smetto di fare l'enotecaro per diventare cliente di enoteca; mettersi negli altrui panni e' sempre utile ed istruttivo, e quest'oggi interpreto il cliente di enoteca.
L'enoteca che addocchio in paese passando in bici durante la spesa del mattino ha una scritta bella grossa, "bibite fredde", ma si capisce che spaccia pure altro. Tra i cartelli urlati o urlacchiati fuori dal negozio (miele, vero limoncino dell'Elba, acqua fredda, Tignanello) si capisce pure che vende vini locali. Ed io, da perfetto cliente-medio-di-enoteca, voglio esattamente quello, un vino locale.
Entro. Dentro c'e' un piacevole gelo da aria condizionata, il locale e' piccolo e tipicamente tappezzato di bottiglie; due clienti stanno uscendo e il patron e' tutto per me. Un signore di mezza eta', simpatico gioviale e comunicativo come la caricatura di un enotecaro toscano.
Mi calo completamente nel personaggio del cliente: "vorrei un rosso, non troppo costoso, ma locale, elbano, da abbinare a carni rosse alla griglia". L'enotecaro mi conduce subito tra due-tre etichette che corrispondono alla mia richiesta, ma mi ricorda che per cifre pure piu' basse potrei bere rossi toscani piu' interessanti... no, grazie, dico io, voglio un rosso elbano. La scelta si ferma sull'Elba Rosso 2004 di Aquabona, euri 8 virgola 50. L'enotecaro si dimostra simpatico e chiacchierone, mi fa notare lo stoccaggio a temperatura ideale, le luci basse per evitare sofferenze alle bottiglie esposte (effettivamente c'e' una penombra molto rilassante) -- insomma, sono convinto.
Rimando alla prossima puntata la rece del rosso. Per intanto, ecco le coordinate della consigliabile enoteca:
Bottiglieria da Gianni (dal 1975)
Specialita' dell'Elba - Vino - Miele - Grappa - Limoncino
Via per Portoferraio 11, Marina di Campo (LI)
Tel. 0565-976.218
Pure io, in lieta vacanza nella solita Marina Di Campo, Isola d'Elba, entro in enoteca desideroso di acquistare un rosso da abbinare agli spiedini di maiale (niente pesce, neppure qui, sono un mangiatore di carni rosse dodici mesi l'anno. Se qualcuno ha qualcosa da ridire, vi ricordo che Hitler era vegetariano). Insomma, ogni tanto esco dal personaggio e smetto di fare l'enotecaro per diventare cliente di enoteca; mettersi negli altrui panni e' sempre utile ed istruttivo, e quest'oggi interpreto il cliente di enoteca.
L'enoteca che addocchio in paese passando in bici durante la spesa del mattino ha una scritta bella grossa, "bibite fredde", ma si capisce che spaccia pure altro. Tra i cartelli urlati o urlacchiati fuori dal negozio (miele, vero limoncino dell'Elba, acqua fredda, Tignanello) si capisce pure che vende vini locali. Ed io, da perfetto cliente-medio-di-enoteca, voglio esattamente quello, un vino locale.
Entro. Dentro c'e' un piacevole gelo da aria condizionata, il locale e' piccolo e tipicamente tappezzato di bottiglie; due clienti stanno uscendo e il patron e' tutto per me. Un signore di mezza eta', simpatico gioviale e comunicativo come la caricatura di un enotecaro toscano.
Mi calo completamente nel personaggio del cliente: "vorrei un rosso, non troppo costoso, ma locale, elbano, da abbinare a carni rosse alla griglia". L'enotecaro mi conduce subito tra due-tre etichette che corrispondono alla mia richiesta, ma mi ricorda che per cifre pure piu' basse potrei bere rossi toscani piu' interessanti... no, grazie, dico io, voglio un rosso elbano. La scelta si ferma sull'Elba Rosso 2004 di Aquabona, euri 8 virgola 50. L'enotecaro si dimostra simpatico e chiacchierone, mi fa notare lo stoccaggio a temperatura ideale, le luci basse per evitare sofferenze alle bottiglie esposte (effettivamente c'e' una penombra molto rilassante) -- insomma, sono convinto.
Rimando alla prossima puntata la rece del rosso. Per intanto, ecco le coordinate della consigliabile enoteca:
Bottiglieria da Gianni (dal 1975)
Specialita' dell'Elba - Vino - Miele - Grappa - Limoncino
Via per Portoferraio 11, Marina di Campo (LI)
Tel. 0565-976.218
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