mercoledì, dicembre 27, 2006

Luoghi comuni, free download


In questa trita vicenda del vino siciliano "mafioso", il Don Patrone, irrita davvero ritrovare il solito luogo comune siciliani-mafiosi. Se i tedeschi si fossero spremuti solo un po' di piu' le meningi, ce ne sarebbero molti di piu', e piu' interessanti. Ho qui qualche suggerimento pronto, per i prossimi taroccatori di vino italiano.

Belìn della Valpolcevera. Inutile chiedersi il significato del delicato ètimo; si tratta di un bianco del genovesato leggero d'alcol (dieci gradi alcolici, grazie a robuste dosi di mosto concentrato) ideale accompagnamento della focaccia; essendo genovese, e' pensato espressamente per i tirchi, e difatti costa un euro la bottiglia.

Sole della Padania. Rosso prodotto nella regione omonima (che non si visualizza con Google Maps, in quanto Google e' giudo-masso-pluto-pippo-qualchecosa). Ottenuto esclusivamente da vigne di pianura che producono circa cinquecento quintali per ettaro, data la grande produttivita' e' smerciato solo in bag-in-box da venti litri. Un po' scomodo ma conveniente.

Gianduiotto Rose'. Pallido rosato dell'hinterland torinese, dove le brume e l'inquinamento non lasciano filtrare i raggi solari e l'uva, di conseguenza, non raggiunge mai la maturazione. Si ottiene cosi' un rosato emaciato ed inconsistente. Caratteristica la bottiglia, a forma di Fiat Punto.

Sghei Brut. Finalmente la risposta italiana allo champagne: tràttasi di banale prosecco trevigiano, ma in bottiglia di platino punteggiata di Swarowsky; l'etichetta e' una banconota da cento euro, a ribadire il concetto che i veneti navigano tutti nell'oro. Si compra solo da Christie's, sui duemila euri.

Ch'aggia fa' del Vesuvio. In etichetta e' ritratto un sonnolento Pulcinella con le dita di una mano a carciofo; rosso che richiede tempo per essere bevuto, molto tempo, va aspettato, e che e', mica avete fretta, aspettate ancora un po', ci vuole il suo tempo...

Sassu Spessu del Gennargentu. Vinone sardo, sassoso, duro come la pietra, pesante, roccioso; naturalmente sull'etichetta e' ritratto un bel nuraghe; per svecchiare un po' l'immagine, comunque, da una finestra del nuraghe fa capolino, sorridente, Briatore.

2 commenti:

  1. Mi domando cosa direbbero i krukki se vendessimo qui un reisling Chateau Dachau 1942; si sa che quei vini sono molto longevi

    Luk

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  2. Beh anche un bel krukko Chateau Ypres del 1918... dai sentori di senape e mostarda... vino da lasciare maturare a lungo per dimuire i solfiti....

    max

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