
Nella fiera per antonomasia dell'enosettore esiste, come in ogni àmbito dello scibile, una stratificazione gerarchica nei visitatori degli stand. Io ho sempre pensato che alla sommita' della piramide ci fosse il buyer, cioe' chi estrae cartamoneta; credo che rivedro' l'assunto, piazzando la figura del giornalista in cima alla categoria; il primo della classe dovrebbe essere (condizionale, non ho certezza) chi si occupa di comunicazione; segue comunque, a ruota, l'utente professionale. Tra gli utenti professionali, a loro volta, le gerarchie si moltiplicano; primo l'importatore/distributore affermato, secondo l'importatore/distributore sedicente; segue il ristoratore stellato, lo sforchettato, il trattore e il mulo da soma; poi arrivano gli enotecari, sempre in rigoroso ordine di censo.
Dice: a che serve conoscere la gerarchia? Benedetta ingenuita': serve a comprendere il migliore, o peggiore, trattamento presso lo stand espositore riservato, di volta in volta, alle torme di visitatori; quindi, come spero sia evidente, tanto maggiori sono le potenzialita' finanziarie evocate dal visitatore, tanto piu' rosso sara' il tappeto steso dall'espositore; ecco perche', in definitiva, al Vinitaly ogni anno tocca assistere a scene deplorevoli, nelle quali i paria della categoria-visitatori vengono umiliati con sguardi truci, vaffa, spernacchi, lancio di pietre ed altri metodi intimidatori. I paria sono i perditempo, quelli che non hanno proprio nulla di professionale, sono semplici appassionati del settore; sono, normalmente, quelli che comprano il vino e, per somma sfiga, magari hanno pure pagato il biglietto d'ingresso al Vinitaly (ma si puo'??). Questi, in visita allo stand magari modaiolo e trebicchierato, vengono squadrati da qualche commerciale, apostrofati con "scusi, lei e' un addetto...?" - ed al diniego che segue, volentieri vengono consegnati al braccio secolare per le meritate fustigazioni.
Ebbene, io qui ora vorrei spendere due paroline in difesa di quella sfortunata categoria, sotto forma di umili consigli ai vari espositori che avessero la bonta' di leggermi.
Siate gentili coi perditempo. Il primo valido motivo forse vi parra' surreale ma, tanto per cominciare, considerate che la virtu' e' premio a se' stessa; ovvero, se intorno a voi diffondete vibrazioni positive, queste vi ritorneranno a favore; e' il kharma, come saprete.
Se questo non sembra abbastanza convincente (ammetto, era un po' metafisico) tenete presente pure un altro aspetto.
Viviamo tempi strani, difficili, di sfuggente conoscibilita'; non ci si capisce piu' niente. Prendi Internet, per esempio: qui ormai tutti scrivono, tutti commentano nei blog e nei forum, signora mia che tempi; una volta tutto era piu' chiaro, uno ce l'aveva segnato in fronte chi era e cosa valeva, ma adesso in questo mondo cosi' due-punto-zero non sai mai chi hai davanti: e se fosse uno che scrive? E se fosse un commentatore di blog? Quello ci mette tre secondi a crocifiggerti in rete: l'azienda pincopallo fara' pure buoni vini, ma allo stand sono antipatici e m'han cacciato via. Bum! Mesi, anni di pierre, consulenti aziendali, brochure, azzerati da due righe su un forum. Eh si perche', vedete, accade che molti tra di noi, ultimamente, diano assai piu' peso al linguaggio irrituale e spietato delle conversazioni in rete, piuttosto che a certi improbabili, roboanti annunci brochureschi. Personalmente, poi, mi capita spesso di avviare qualche utile rapporto commerciale con aziende segnalate da appassionati perditempo.
Posto quindi che viviamo in un mondo caotico ed inconoscibile, tantovale rassegnarsi e prendere quello che c'e' di buono. In primo luogo, se trionfa la gentilezza e l'amore, come detto, tutti ne trarremo un kharmatico vantaggio (e Internet salvera' il mondo, non e' il caso che ve lo faccia notare ulteriormente). Se poi l'espositore avra' di fronte un visitatore rompiscatole e poco educato, che si apra un blog e ce lo racconti: a quel punto sara' uno-a-uno, e palla al centro.