Abbiamo cercato di parlarne, tutti quanti, il più possibile; abbiamo dato qualche anticipazione, abbiamo giocato all'annunciazione virale, insomma, ci siamo sbattuti un po'. Tuttavia è possibile che a qualche contemporaneo sia sfuggita una news così fondamentale: oggi nasce Dissapore, un nuovo luogo virtuale a tema wi-fu (wine-food, ci siamo capiti). Si sente il bisogno di un nuovo coso così? Certo che yes.
La creatura neonata è un blog, ma ha assai alte aspettative; aspira ad essere un posticino dove reperire notizie (o contribuire a crearle, nello spirito del contenuto generato dall'utente) relative al nostro garrulo mondo; che è un luogo di lavoro, ed è sede di passioni. E' una capace barca comandata da un capitano (mio capitano) di lungo corso, con un bell'equipaggio motivato e competente. Io sono tra quelli. Sono in ottima compagnia, con un gruppo di persone che condivide con me (oltre che il mestiere e la passione) l'amore per il linguaggio irrituale del mezzo internettiano - altrove saremmo definibili come "redazione". E siccome credo che questo mezzo costituisca gran parte del futuro legato alla comunicazione, sono alquanto orgoglioso di essere un associate editor (e diciamolo chiaramente, questo era un titolo che mai mi sarei sognato di vedermi affibbiato). Per questo, e per altri motivi così, questa è una giornatina memorabile.
Da quando ho preso seriamente in considerazione di modificare il mio mestiere, questo è il primo, vero passo verso qualcosa di nuovo. Ma siccome ci si muove su territori vergini ed alquanto oscuri, e siccome sono bradipico nei miei salti nel vuoto, è assai presto per dire che "faccio un altro lavoro". In realtà credo d'aver capito (almeno) una cosa, nel tracollo delle certezze economico/finanziarie degli ultimi tempi: il lavoro cambia fino a diventare qualcosa che, chiaramente, non è quasi più riassumibile con nessuno dei precedenti descrittori. Mi avvio a non essere più un "commerciante", ma sto diventando una specie di "commerciante comunicante"; ecco, ve l'avevo detto, i termini falliscono nell'impresa di descrivere questo magma. Eppure, questa totale incertezza, questa mancanza di parametri, ha in sé qualcosa di incomprensibilmente buono. Appena lo afferro con chiarezza, giuro che ve lo spiego.
In bocca al lupo, Fiorenzo!!!
RispondiEliminaCiao Fiorenzo, ciao a tutti. Purtroppo in questo periodo noi abruzzesi, cittadini ed enofili, siamo alle prese con un grave problema che potrebbe sconvolgere per sempre la nostra vita e la nostra enologia. Per nostra disgrazia hanno trovato del petrolio tra le nostre campagne e le compagnie petrolifere stanno acquisendo diritti per trivellare il 51% del nostro territorio. Il petrolio abruzzese è molto scadente e va deidrosolforato in loco, così, oltre ai pozzi, vogliono costruire alcune raffinerie, la prima delle quali tra i vigneti di Ortona e Tollo, principali centri dell'enologia abruzzese. La rai ed i giornali pensano alle bazzecole, fanno vedere i vigneti con la musica di Mozart, ignorando e facendo ignorare che una delle terre a maggiore valenza ambientale della nostra penisola potrà presto diventare ammorbata dal petrolio e dalle sue esalazioni. Finora i blogger enologici hanno del tutto ignorato la questione. Aiutami ed aiutatemi a salvare il nostro futuro. Sul mio blog ho riportato un post che spiega in sintesi il problema che sta diventando un incubo per tutti noi. Grazie, Pierluigi.
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