Wall Street Journal titola duro: A Waning Affair With Barolo. Critica la vendemmia 2004 (che jella, a Montalcino era l'annata del secolo) e pure i prezzi. Piccolo estratto:
Darn it. They really just weren't that impressive. You can't imagine our shock and disappointment. Flight after flight left us cold. They weren't bad. They were pleasant enough. But with wine after wine, we used a word that should never be used to describe Barolo: simple. It's not that they were made in more of an "international" style, with softer tannins and a smoother taste, though that was sometimes the case. It's that the bar, overall, seemed lower than it has been. The wines lacked soul and intensity. We expect greatness, or at least a reach for greatness, from Barolo.Noi, per fortuna, abbiamo Il Sole 24 Ore che controtitola: Guerra dei vini: il Wsj attacca il Barolo ma sbaglia la mira. Dove tra l'altro Cernilli afferma:
Per quanto ne sappia il Barolo 2004 è un vino che dà soddisfazione. Lo confermano i 30 nomi a cui abbiamo assegnato il punteggio massimo dei tre bicchieri. Non vorrei pensare male, ma ho l'impressione che il giudizio di Gaiter e Brecher, che peraltro conosco personalmente, fosse una sorta di risposta non al Barolo ma ai degustatori loro antagonisti.Si poteva pure fare la battuta sui giornali finanziari, e sulle loro capacità di discernimento ultimamente un po' appannate, ma era troppo facile.
Prima interpretazione del fatto: i degustatori esteri appartengono ad una razza diversa da quella dei nostrani. Un po' come i cani sono diversi dai fenicotteri.
RispondiEliminaSeconda interpretazione: i degustatori italiani capiscono di vino quanto i giornali finanziari di titoli.
Preferisco la prima, mi sembra più innocua, a occhio.