Questo è un blog enoico. Il vino è un alimento totalmente diverso da qualsiasi altro: evolve, ha carattere ed è imprevedibile (come l'umanità, insomma). Per questo è interessante. E non è industriale.
sabato, agosto 15, 2009
La mia bottiglia di Ferragosto
La mia bottiglia di Ferragosto è il Fosarin 2004 di Ronco dei Tassi. E' un'etichetta con un bella storia, vino dell'anno 2005 per il Gambero, tre bicchieri, prezzo piccolo quindi molto discusso. Ho tenuto qualche bottiglia per me, per riassaggiarlo. La domanda classica, per vini così, è: come reggerà al tempo? E' davvero questo gran vino?
Bene, a cinque anni dalla vendemmia, avevo voglia di verificare cosa è diventato questo mitico Fosarin 2004. Diciamo subito: abbastanza bene. Non momumentale, certo, ma interessante. Il naso è offuscato, forse appesantito, da note legnose-tropicali, sul genere vaniglia e ananas. Si apre con qualche lentezza, e fatica a scrollarsi via quel timbro butirroso. Durante l'assaggio il giudizio oscilla continuamente: a momenti mi pare banale, ma scavando escono sensazioni più sotterrate e complesse - lontane dall'ossidativo, sia chiaro; comunque mostra un naso all'inizio controverso. Le erbe aromatiche sul genere della salvia arrivano dopo un bel po' (ma ha avuto momenti in cui sparava il ginger), e risollevano le sorti. La bocca purtroppo segna il lievissimo amarore da fine corsa, cioè denota una maturità compiuta, che non dovrebbe consentire ulteriori evoluzioni. Questo gli fa mancare punteggi più seri, e lo attesta su 87-88/100. Dalla sua resta un curioso appeal invitante, induce ad essere ribevuto, perché svela ad ogni sorso qualche nuance inedita.
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