Come dicevamo nel post precedente, qui non si fanno assaggi se non autoprodotti, a casa, che ormai c'è poco da girare. Quindi ecco un po' di appunti sparsi di cose aperte per verificare che c'è di nuovo - nella mia bottega funziona così, tutto quel che si vende si assaggia, prima. A volte pure dopo, per conferma. Insomma è il solito lavoraccio. Comunque ecco qui.Langhe Nebbiolo 2018, Cascina Corte. Eccolo il nebbiolo dei giorni nostri: né troppo pesante né troppo ciccioso, anzi lieve, delicato, che se volessi citare un esempio fuori area tirerei a mezzo i pinot nero, i rossi borgognoni (nientemeno). Però è proprio così, questo elegantone, finto magro, brilla per il suo aplomb. Sarà che siamo in zona doglianese, là i nebbioli vengono meno roboanti (credo). Sarà anche la vinificazione bionatural (credo). Un anno e mezzo in legno grande e non sentirlo: niente tono boisée, ma semmai fiori e spezie - tutto all'insegna della delicatezza. Per me un punteggio di 87/100, prezzo in enoteca sui 22 euro.
Brézème 2018, Eric Texier. Il syrah giù dalle parti della Côtes du Rhône nell'interpretazione di Texier, bel tipo di ingegnere che un giorno molla tutto e si mette a fare vino, rigorosamente naturale. Perfetto già al colore fitto e profondo, i profumi sono quelli: pepe, frutti neri, è succoso e succulento, una delizia totale, un'altra conferma da questo produttore che non mi delude mai. Qui direi 90/100 in carrozza, prezzo in enoteca 29 euro.
Moscato d'Autunno 2017, Saracco. No, non mi sono sbagliato, è proprio vendemmia 2017: il Moscato d'Autunno deriva il suo nome dal fatto che le uve vengono vendemmiate tardi, quasi surmature, e danno un moscato sui generis, che si adatta ai lunghi, e lunghissimi, affinamenti. Tant'é che qui in enoteca io al momento ho una vera e propria mini verticale disponibile in vendita, di quattro annate. Questo '17 ha al naso note di crema pasticcera, salvia, frutta (tropicale, direi), e in bocca ha una vivida nervatura acida (ancora, e quando gli passa?) che ne determina la spettacolare bevibilità attraverso la dolcezza e la maturità. Grande bevuta sulla pasticceria, ma boh, io dico grande bevuta e basta. 91/100, in enoteca sta a 15 euro.
Fiano di Avellino 2018, Rocca del Principe. Si dice che i vini dell'area irpina siano vulcanici, sentono il territorio, sanno di vulcanico, insomma sono piccanti di venature sulfuree al naso e poi in bocca. Si dice, è una specie di tassa, cioè è un descrittore inevitabile. Fatta la premessa, ora devo dire che questo Fiano è esattamente così: piccante, teso, estroso, sapido, pieno. Bevuta di grande godimento. Peccato che non riesco ad essere originale ma, sì: è proprio vulcanico. 89/100, prezzo in enoteca 18 euro.
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