Sara' che il prossimo Vinitaly s'avvicina, ma la posta indesiderata, vulgo spam, sta aumentando. Molte aziende vinicole si affollano nel mio inbox con missive tutte, invariabilmente, sollecitanti una visita al loro stand.
Voglio precisare che non considero seriamente spam queste email; alla fine attengono al mio àmbito di lavoro, e se un produttore ritiene di avere qualcosa da dirmi, se ritiene di dovermi invitare ad un assaggio, puo' ben farlo con la posta elettronica; che altro dovrebbe usare, i piccioni viaggiatori? Quindi sotto questo aspetto trovo questo genere di messaggi, per lo piu', interessanti. Vero e', tuttavia, che le dure regole della netiquette considerano spam ogni email a carattere commerciale/pubblicitario, qualora questa non sia esplicitamente richiesta dal destinatario. Quindi, siccome i miei amati produttori vinicoli si apprestano a spammare me e, ci giurerei, svariati altri, mi permetto di elencare due o tre regolette da applicare ai loro messaggi.
Evitate gli allegati. Evitate di mandare email che, in realta', sono la scansione della vostra brochure in formato *.jpg, o *.pdf, o peggio con estensioni arcane e sconosciute pure ad un tecnogeek come me. Eviterete di mandare email incalcolabilmente pesanti dal punto di vista delle dimensioni in kb (cribbio, in campagna avete tutti le dial-up, e limitatevi!), e soprattutto eviterete di essere cestinati in automatico dai vari software antispam di cui i citati tecnogeek abbondano, ormai.
Curate le impostazioni del vostro client di posta. Controllate, nelle opzioni del vostro inevitabile Outlook Express, come appare il vostro nome di mittente del mail: se c'e' scritto solo "Pino", ma in realta' siete il Conte Giuseppe Aldobrandescobardi dell'omonima azienda vinicola, rinominate il campo. Quando ricevi un email, magari senza subject, magari da un certo Pino, non e' che uno sia invogliato ad aprirlo. Soprattutto, togliete subito quella dannata opzione per la quale si richiede un (mio) email di conferma lettura. Se voglio ricontattarti, se voglio darti un segno di vita, lo decido io, d'accordo?
Evitate di nascondervi dietro un dito: le formule del genere "questo non e' spam perche' il suo indirizzo e' stato preso da elenchi pubblici/siti/etc" non e' solo illegale; non e' solo irritante; fa proprio ridere: sarebbe meglio una cosa tipo "senti Fiorenzo, mi va proprio di spammarti perche', vedi, il mio vino e' davvero buono e tu mi sembri l'enotecaro ideale per venderlo". Una formula cosi' vi farebbe guadagnare mille punti.
E gia' che siamo in tema, levate quella demenziale frasetta finale, "il contenuto di questo mail e' confidenziale bla bla bla". Io questi email li stampo e poi li distribuisco mediante volantinaggio.
Nel limite del possibile, cercate di personalizzare il vostro mail a misura del destinatario; cercate di non inviare comunicazioni fuffose ed impersonali, che sono chiaramente destinate, tutte uguali, ai duemila indirizzi che avete in rubrica. Evitate, come la peste, di rendere visibili quei duemila destinatari a tutti; io detesto sapere che, oltre a me, corteggiate pure tutte le altre enoteche di Genova (ma come osate?).
E' comunque utile personalizzare la missiva, soprattutto evitando di affibbiare titoli altisonanti al destinatario, quando questo e' molto low-level: io, per dire, non sono Dottore, non sono Direttore Vendite, soprattutto non sono Beverage Manager. La mia e' una ditta individuale, io sono il magazziniere, l'addetto alle pulizie, l'ufficio acquisti e tutto il resto; quando ho appena riposto il Mocio Vileda e mi siedo davanti al monitor, e' straniante vedersi apostrofati come Beverage Manager.
caro beverage manager/uomo delle pulizie, grazie delle dritte, non si sa mai che mi venga voglia anche a me di fare un po di shotgun email.
RispondiEliminaL'unica cosa che non potrò togliere in quel caso, è la frasetta di cui tu dici (è confidenziale, ecc...). Secondo le norme per la privacy è obbligatoria per le aziende, ci sono persino delle sanzioni se non la si mette. Certo io l'ho vista anche distorta in alcune email dove venivano messe in maiuscolo a mo' di minaccia, alcune parti della dicitura. Però, a quanto sembra (e ci hanno pure fatto fare un corso obbligatorio sulla privacy), tocca metterle.
Sarebbe bello leggere un calcolo dei costi relativo alla massa di adempimenti del tutto privi di senso..
RispondiEliminaquesto è nulla, ci hanno fatto richiedere a tutti i clienti il codice fiscale, e tutti i fornitori lo hanno chiesto a noi. milioni di fax e di lettere girano inutilmente l'Italia per chiedere l'aggiornamento dei dati fiscali compreso l'anno passato. Poi hanno detto che ci voleva solo dal 2007.
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